12/10/2011
Non dormire a sufficienza può essere dannoso per il benessere psicofisico, le prestazioni professionali e le relazioni personali. Quel che però conta in realtà, per gli specialisti di medicina del sonno, non è quante ore si riposa di notte, ma il sentirsi in palla il mattino dopo. Ci sono persone che, per non accusare sonnolenza, mancanza di concentrazione, scarsa reattività, irritabilità durante il giorno, devono dormire le classiche 7-8 ore, altre che hanno bisogno di fare un pieno extra di nanna, altre ancora cui bastano 5-6 ore per essere a posto. Insomma, è soprattutto la qualità del sonno a marcare la differenza.
Alla mercè dell’insonnia
* Perché si dorme poco e male? Solo una modesta percentuale di persone, tra il 10 e il 15 per cento, ha difficoltà a causa di una predisposizione biologica. Per tutti gli altri insonni, le cause vanno ricercate nella mole di impegni quotidiani, negli orari sballati, nello stress e nelle preoccupazioni, oltre che in fattori ambientali quali luce (le lampade molto intense o con spettro luminoso spostato verso il blu non aiutano), rumore, temperatura.
Negli anziani pure i problemi di salute, dai dolori osteoarticolari ai disturbi gastrici, dall’incontinenza all’affanno respiratorio, pesano sulla tranquillità e regolarità del sonno.
* A sua volta dormire male, come in un circolo vizioso, non fa bene alla salute. Durante il sonno, infatti, calano la pressione e la frequenza cardiaca. Lo stare sdraiati, diminuendo l’effetto della forza di gravità, influenza inoltre la produzione di adrenalina, di insulina e di altri ormoni coinvolti nel metabolismo degli zuccheri, oltre che quella di leptina e grelina, sostanze che governano il meccanismo dell’appetito. Dormire male può dunque accentuare il rischio di diabete, ipertensione, sovrappeso/obesità e avere persino negative ripercussioni sulle difese immunitarie.
* Anche le facoltà intellettive possono andare in tilt. Secondo una recente ricerca della californiana Stanford University, pubblicata sulla rivista Proceedings of the national academy of science, una delle conseguenze più immediate di un riposo notturno risicato e frammentato è il cattivo funzionamento della memoria: il mancato riposo interferisce con alcune funzioni cerebrali, impedendo alla “materia grigia” di rielaborare gli avvenimenti della giornata per selezionare quelli da ricordare e quelli da cestinare. A sua volta lo studio di un gruppo di ricercatori di un altro ateneo Usa (quello di Madison nel Wisconsin), pubblicato sulla rivista Nature, ha indagato il perché, quando non si è abbastanza riposati, capita di commettere piccoli errori o di distrarsi anche nell’espletamento di compiti di routine: la colpa sembra imputabile a qualche neurone piuttosto stanco che si addormenta, anche per brevi istanti, mentre il resto del cervello rimane sveglio.
Capire cosa non va, poi curare
* Quando il sonno proprio non viene, o è breve, stentato, sofferto e si passano parecchie notti in bianco, conviene rivolgersi al medico di famiglia affinché, con un colloquio appropriato, capisca cosa non va così da prescrivere il rimedio più adatto per recuperare la tranquillità notturna.
* Se il caso è difficile o è opportuno accertare meglio quali sono le cause che hanno scatenato il disturbo, il medico curante può richiedere una serie di esami più approfonditi da espletare in uno dei centri del sonno che fanno capo all’Aims-Associazione italiana medicina del sonno e che si trovano pressoché in ogni Regione (indirizzi e telefoni su www.sonnomed.it).
Maurizio Bianchi e Giusi Galimberti