22/04/2013
Il diritto di un bambino di avere sempre accanto entrambi i genitori, anche dopo la loro separazione, resta sulla carta. Sì perché nonostante la Corte di Cassazione abbia stabilito che l’affido condiviso dei figli debba essere seguito di regola nei casi di separazione, l’istituto non viene effettivamente applicato.
Dati e considerazioni emergono da un recente convegno organizzato a Roma dal Centro studi sul diritto della famiglia e dei minori. In Italia il 49% delle coppie che si separano e il 33% di quelle che divorziano hanno almeno un figlio minore e le separazioni per cui è stato stabilito l’affidamento congiunto toccano l’89,8%. Disposizioni ben lontane della realtà però, come informa una ricerca del centro, secondo la quale per l’88% dei padri separati l’affido condiviso è inefficace (nel 92% dei casi il figlio viene affidato di fatto alla madre).
«E così il minore continua a trovarsi in mezzo a un genitore “collocatario” (di solito la madre) e a uno “marginalizzato” - commenta l’avvocato Matteo Santini, direttore del centro - squilibrio che secondo un nuovo disegno di legge si risolverebbe garantendo ai figli dei separati una doppia casa e un doppio domicilio». Ma non sempre duplicare case e organizzazione quotidiana significa garantire una reale condivisione.
Lo conferma Anna, 40 anni, mamma di due bambini di 13 e 9 anni, separata da più di un anno. «I nostri figli hanno la fortuna di poter contare su due case vicine, dividono la loro settimana tra me e il papà e stiamo attenti a non far mancare loro niente. Non riusciamo però a comunicare sulle loro emozioni e sui bisogni educativi e abbiamo mantenuto le abitudini di prima: io sono quella severa, con lui si divertono però non fanno mai i compiti! Con il risultato che, così “sdoppiati”, anche se mi sembrano sereni diventano sempre più insofferenti alle regole e opportunisti».
Paola Molteni
A cura di Orsola Vetri