Marino Maglietta: nelle nuove norme solo una modifica lessicale

22/04/2013

L’affido condiviso? E’ rimasto sulla carta. Quella grande rivoluzione, rappresentata dall’affermazione del principio di bigenitorialità come valore da difendere in tutti i casi di separazione, non è ancora riuscita a realizzare il cambiamento sperato. La prassi giurisprudenziale ha trovato gli escamotage per mantenere gran parte delle separazioni in una condizione da pre-riforma. Marino Maglietta, presidente dell’associazione Crescere Insieme, docente universitario e ispiratore della legge 54 del 2006, stila un severo bilancio dei primi anni di applicazione dell’affidamento condiviso.

«E’ stata adottata una - neanche troppo sottile - modifica lessicale», spiega. «Non si parla più di genitore affidatario ma di genitore collocatario. Si tratta ancora, in prevalenza, della madre, che trascorre con i figli la gran parte del tempo, resta nella casa familiare e si fa carico di tutte le decisioni e i compiti di cura. Con questa impostazione, va da sé che la stragrande maggioranza delle sentenze ripescano il vecchio diritto di visita del padre e dispongano un assegno di mantenimento per i figli, che nella ratio della legge doveva restare residuale ed esclusivamente perequativo».

Cosa è successo? «E’ successo che la magistratura si è opposta all’applicazione della legge», sottolinea Maglietta. «Un po’ per fattori culturali, un po’ per difficoltà a ribaltare prassi ormai consolidate, il sistema ha respinto la portata innovativa dell’affido condiviso. Certamente, per applicarlo nel modo giusto, garantendo il pieno coinvolgimento dei padri e delle madri nella vita dei figli, è necessario entrare in ciascun caso, approfondirlo, sforzarsi di sollevare gli occhi dai moduli pre-stampati che azzerano la specificità di ogni storia familiare».

Non a caso, osserva Maglietta, gli unici veri affidamenti condivisi i genitori sono costretti a pretenderli e a farseli da soli, con l’assistenza di mediatori. Ma quanta buona volontà, quanta fiducia reciproca, quanta consapevolezza e corretta informazione servono per arrivare a questo traguardo? In questo senso, il promotore dell’affidamento condiviso non è tenero nemmeno con la categoria degli avvocati che, a suo avviso, «non ha apprezzato il fatto che la legge 54 andasse a ridurre i contenziosi, disinnescando lo scenario vincitori-vinti».

«Per questo motivo, dopo aver a lungo monitorato la situazione, abbiamo ispirato la proposta di legge 957 in discussione in Senato, il cui iter è stato interrotto dalla fine della Legislatura. Continueremo a lavorare perché possa essere riproposta, e nel frattempo anche aggiornata», dice. «L’ipotesi legata alla riforma della legge 54 è quella di “riscriverne” alcuni passaggi in modo che la sua applicazione diventi assolutamente ineludibile».

L’idea di fondo è quella di ribadire la pariteticità delle responsabilità e dei doveri di cura dei genitori, «pariteticità che non significa una divisione al 50 per cento dei tempi», sottolinea Maglietta, chiarendo una volta per tutte un aspetto particolarmente dibattuto della proposta. E di fronte allo scalpore che ha suscitato l’idea del “doppio domicilio”, il professore ricorda che la bigenitorialità si sostanzia nella quotidianità con i figli, nella possibilità che “casa” sia l’appartamento del papà così come quello della mamma.

Il corollario di questa impostazione è il superamento di tutte le rigidità legate ai tempi di visita e all’assegno di mantenimento. «Se anche il padre è presente nella vita quotidiana dei ragazzi, non ha senso impostare un rigido calendario di visita e non ha senso dibattere sull’ammontare di un contributo fisso. Con il “vecchio” assegno, infatti, i padri liquidavano anche tutti gli obblighi di cura che finivano sulle spalle delle ex mogli. Ora la gran parte delle mamme sarebbe davvero sollevata di fronte alla possibilità di contare soprattutto sul tempo dei padri, più che sul loro denaro».

                                                                                             Benedetta Verrini

A cura di Orsola Vetri
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