03/05/2013
Bruno Colledani, 30 anni, laureato in Ingegneria gestionale, trasferito in Cina dove lavora per la Luxottica.
Da appena tre mesi vive
a Dongguan, Sud della
Cina. La storia di Bruno
Colledani è un po’ diversa:
non è andato all’estero
spinto da frustrazione,
ma perché è stato mandato
dall’azienda per cui lavora,
la Luxottica. Insomma,
ha ricevuto la proposta
di impegnarsi in uno dei
mercati più in crescita: un
Pil che aumenta dell’8 per
cento l’anno. Si occupa di
creare ed espandere la rete
post vendita per Cina, Hong
Kong, Singapore e le future
filiali. Poteva rifiutare
un’offerta così un ragazzo di
30 anni?
Bruno, originario di
Spilimbergo, Friuli, laureato
a Udine in Ingegneria
gestionale, esperienze
di lavoro precedenti nel
settore manifatturiero, con
una specializzazione nello
snellimento dei processi
produttivi, fidanzato con
Federica, ha accettato con
entusiasmo ed è volato in
Cina. Racconta: «L’esperienza
paga anche in termini
economici, sarà perché si
lavora più che in Italia. Ma ho
deciso di partire soprattutto
per curiosità, culturale
e imprenditoriale: per vedere
come si vive e si lavora in
Cina, capire che prospettiva
ha il mondo dal Paese che
dominerà questo secolo.
Non nascondo che toglie
tanto a livello affettivo
(famiglia, fidanzata, amici),
ma è una forte spinta
professionale, soprattutto
se l’azienda utilizza la Cina
come palestra per far
crescere le sue leve: come
il vivaio per una squadra
di calcio».
Bruno ha trovato
casa a Dongguan, un mondo
di per sé effervescente:
«L’immobiliare cinese è come
un flipper vorticoso. Sto
anche imparando il cinese
per capire la testa della gente
e il Paese in cui vivrò per due
anni. Con un welfare garantito
da accordi tra l’impresa
e ditte specializzate: dottore,
dentista eccetera. Per il
tempo libero? Ci si arrangia
trovandosi fra colleghi
per una pizza o una cena
al ristorante italiano. Altro
che involtini primavera».
Pino Pignatta
a cura di Laura Ferriccioli e Pino Pignatta