20/04/2013
Beppe Grillo sale sul tetto di un auto per farsi vedere dalla folla che lo sta attendendo in piazza SS. Apostoli, a Roma.
Un evento politico storicamente inedito, surreale. “La Cosa”, l’hanno subito ribattezzata. Un fiume di folla (pacifico, almeno finora) che vaga per il centro di Roma, da Piazza Santi Apostoli al Circo Massimo. Il suo leader l’aveva promossa e gonfiata a suon di minacce contro il Parlamento e contro quello che lui chiama “inciucio”: la rielezione di Giorgio Napolitano. Poi, dopo averla creata, l’ha prudentemente abbandonata la suo destino. “Se è una cosa pacifica, una passeggiata, si fa perché Roma è splendida. Ma senza fare manifestazioni che possono degenerare". Il leader del Movimento 5 Stelle si è arrampicato sul tettuccio dell’auto e ha pronunciato brevi parole, poi ha lasciato Roma, in una sorta di marcia all’indietro. Ha detto: “Arrendetevi”e poi se n’è andato via. Il Viminale lo aveva informato dei gravissimi pericoli di scontri e incidenti.
In testa al corteo della Cosa c’è un folto gruppo di deputati e senatori che però non sa bene che fare, a parte scandire lo slogan “Rodotà - Rodotà” e “Tutti a casa”. La mattina era stata organizzata una sorta di conferenza stampa, in realtà un comizio che aveva lo scopo di ridimensionare la tensione. Che è altissima e serpeggia all’interno del corteo. In realtà si è trattato del solito “One man show”.
"L'hanno fatta grossa!". Sono state le prime parole di Beppe Grillo davanti ai giornalisti riferendosi alle elezioni per il Quirinale. Con lui i capigruppo e tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle. "Ieri ho detto 'golpe', ma intendevo 'golpettino istituzionale furbo', giocato sulla semantica ", ha detto Beppe Grillo in conferenza stampa riferendosi alla rielezione di Napolitano al Colle.
Letti gli avvenimenti in chiave politica in realtà emerge tutta la difficoltà del leader del Movimento di gestire la situazione. L’elezione di Napolitano ha messo nell’angolo i 5 Stelle e quasi li ha condannati a una campagna elettorale permanente. Inoltre un governo di scopo, capace di attuare riforme istituzionali e ridimensionare la “casta”, potrebbe portare alla ripresa del sistema politico, ora in stallo. Ma nessuno può immaginare dove finirà quel fiume di folla. Nemmeno Grillo, che ha però dimostrato la responsabilità di non dare fuoco alle polveri.
Francesco Anfossi
a cura di Francesco Anfossi e Fulvio Scaglione