20/04/2013
Beppe Grillo (Reuters).
Manifestare si può sempre, in democrazia. Ma parlare di colpo di Stato ogni volta che la decisione democraticamente presa non corrisponde ai propri desideri è nel migliore dei casi un atteggiamento bambinesco, nel peggiore la dimostrazione di un'incontrollabile vocazione autoritaria.
Le invocazioni di Beppe Grillo a una nuova "marcia su Roma" dopo la rielezione di Giorgio Napolitano e le piazze invase in nome e per conto di un immaginario "colpo di Stato" appartengono all'una o all'altra categoria, non c'è scampo. Tocca a Grillo e ai grillini farci capire a quale delle due.
La verità è un'altra. Grillo e i suoi avevano cominciato alla grande la partita per la scelta del nuovo Presidente, scegliendo il nome di Rodotà, mettendo in grave imbarazzo il Pd (costretto a smentire il "no" a Berlusconi su cui avevano impostato l'intera campagna elettorale e a spiegare ora il "no" all'ex militante e deputato Rodotà) e poi gestendo con tenacia e coerenza le tensioni del dibattito parlamentare.
Purtroppo per Grillo, il 25% dei voti a lui consegnati dallo straordinario successo elettorale non significano in alcun modo maggioranza assoluta. E nemmeno implicano il fatto che gli altri partiti rinuncino a difendere le proprie idee, i propri progetti e persino i propri interessi. Il tracollo del Pd lo dimostra piuttosto bene. E così, se il resto del Parlamento si accorda su un'altra scelta, molto semplicemente non c'è nulla da fare. Gridare al golpe non è da politico e tantomeno da statista. E francamente, nemmeno da persona astuta quale Grillo indubbiamente è.
E poi c'è un altro aspetto della questione. Nessun dubbio sulle qualità personali di Stefano Rodotà. Ma chi l'ha detto che Rodotà fosse il "candidato del popolo"? L'hanno detto Grillo e i suoi, certo. A un certo punto (ma non prima) hanno cominciato a dirlo anche Vendola e quelli di Sel. La cosa resta tutta da dimostrare, perché la Rete non è la realtà: qualche volta la rappresenta bene, altre volte no. E poi: quelli che hanno votato per il PdL, per il Pd e per Monti non sono "popolo"? E i loro rappresentanti in Parlamento sono meno legittimi di quelli votati dai grillini?
Il punto è che la stragrande maggioranza degli elettori NON ha votato per Grillo né per il Movimento % Stelle. Magari lo farà in futuro, magari già alle prossime elezioni. Ma per il momento non è così. Se ne facciano una ragione, se vogliono stare in Parlamento.
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a cura di Francesco Anfossi e Fulvio Scaglione