Gianrico Carofiglio, magistrato e scrittore, grande ammiratore di Chesterton (foto Blackarchives)
Gianrico Carofiglio conosce bene le indagini,
sia fatte sia scritte. Magistrato
e scrittore, ha esordito nella narrativa
con il legal thriller Testimone inconsapevole,
nel quale ha creato il fortunato personaggio
dell’avvocato Guido Guerrieri. A dieci anni
da quell’esordio – Carofiglio ha pubblicato
numerosi altri romanzi e saggi – è nella cinquina
di candidati al Premio Strega 2012 con
Il silenzio dell’onda (Rizzoli) ed è stato tradotto
in ventiquattro lingue. Oltre ad aver venduto
milioni di copie.
Qualcosa accomuna lo scrittore barese
all’inglese Gilbert Keith Chesterton, l’autore
de I migliori racconti di padre Brown con il
quale, assieme al prossimo numero del giornale,
Famiglia Cristiana promuove la nuova
serie della Biblioteca universale cristiana dedicata
ai narratori. Chesterton, che era nato a
Londra nel 1874, fu scrittore di grande successo
con vari romanzi, ma la sua notorietà rimane
legata soprattutto al personaggio di padre
Brown, prete cattolico e investigatore
umanissimo protagonista di cinque raccolte
di racconti pubblicate tra il 1911 e il 1935. Gli
venne riconosciuto il merito di aver creato
una nuova declinazione del romanzo poliziesco,
diverso ma non meno appassionante della
serie di Sherlock Holmes.
Carofiglio entra regolarmente nelle classifiche
dei libri più venduti anche con i suoi
saggi, eppure per molti è in prima battuta il
creatore del legal thriller in Italia. Li apparenta
l’ironia e un certo understatement
dell’autore italiano. Il quale ha scelto proprio
una frase di Chesterton come epigrafe
del suo saggio La manomissione delle parole:
«Le fiabe non dicono ai bambini che i draghi
esistono. Questo i bambini lo sanno da soli.
Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono
essere sconfitti».
Renato Rascel nei panni di Padre Brown (foto Corbis)
– Gianrico Carofiglio, che ricordo conserva
del libro su padre Brown?
«Ricordo benissimo il volume. Era giallo,
grande e con una copertina morbida. Me lo
regalarono subito dopo la serie televisiva
con Renato Rascel e Arnoldo Foà. Io ero un
bambino e quello era un regalo da grandi.
Mi sentii molto orgoglioso».
– Perché è interessante la tecnica investigativa
del personaggio di Chesterton?
«L’aspetto più interessante è sicuramente
l’umanità del personaggio e dell’investigatore.
Per inciso: le qualità umane sono quelle
che, nel mondo reale, fanno davvero un bravo
investigatore».
– Padre Brown intende far valere la giustizia,
ma non condanna mai l’uomo, vuole
dargli la possibilità del riscatto.
«Questo dovrebbe essere il metodo. Il bravo
investigatore e il bravo giudice si astengono
da giudizi morali e cercano di cogliere –
fermo restando l’obbligo di applicare la legge
e di fare giustizia – la dimensione umana
e le ragioni anche di chi commette i reati».
– Nei racconti di Chesterton c’è sempre ironia,
e anche lei è un estimatore dell’ironia.
Cosa aggiunge ai libri?
«Ho fatto dire al personaggio di un mio racconto
che l’ironia e il senso dell’umorismo
sono qualità morali. Nei romanzi, specie in
quelli drammatici, l’ironia aggiunge spessore
e umanità ai personaggi e alle storie».
– Padre Brown ha grande conoscenza
dell’animo umano. In questo, può essere un
modello per chi lavora nella giustizia?
«Come dicevo prima, una qualità del buon
investigatore e del bravo giudice è nella capacità
di capire le motivazioni – anche quelle
aberranti – e l’umanità dei criminali, senza
mai dimenticare che ci sono delle vittime che
hanno diritto di chiedere giustizia. Ma, appunto,
giustizia, mai vendetta».
Clicca QUI o l'immagine per scaricare il primo racconto del libro, gratis
Nel racconto che puoi scaricare qui a fianco, il piccolo padre Brown mette nel sacco il gigantesco criminale Flambeau.
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Davide e Golia
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Pubblicato il
30 maggio 2012 - Commenti
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