Dacia Maraini, scrittrice, saggista e autrice per il teatro.
«Come non leggere tutte le opere
di Lev Tolstoj? È una pietra
miliare della letteratura mondiale
». A parlare del grande
scrittore russo (1828-1910), autore di capolavori
come Guerra e pace e Anna Karenina, è
Dacia Maraini, scrittrice prolifica, romanziera,
autrice di saggi, poesie, testi per il teatro e
sceneggiature, rientrata di recente da uno
dei suoi innumerevoli viaggi per il mondo.
Destinazione Colombia: «Un Paese di enormi
contraddizioni», osserva la scrittrice, «ricchissimo
e insieme miserabile, ma dove si coltiva
uno straordinario interesse per la letteratura,
la poesia, il teatro». La Maraini ora sta lavorando
alla stesura di una raccolta di racconti,
che uscirà a settembre. Filo conduttore:
la violenza sulle donne.
– Alcuni anni fa lei ha scritto un testo per il
teatro intitolato Casa Tolstoj. Può raccontarne
la genesi?
«Casa Tolstoj è un testo nato dalla lettura
dei diari personali di Sofia Bers, la giovanissima
moglie che Tolstoj sposò nel 1862 quando
lei aveva appena 18 anni, mentre lui era molto
più anziano. Si sposarono dopo una settimana
di fidanzamento, ma già si conoscevano
da tempo. Sofia era una ragazza piena di
vita e di entusiasmo, ma nel suo diario lei stessa
confessa che, all’epoca delle nozze, non sapeva
niente dell’amore e del matrimonio.
Una volta sposata, secondo l’usanza del tempo,
fu obbligata ad avere una gravidanza dietro
l’altra (in tutto 13). A quel tempo le ragazze
non venivano educate al matrimonio, che
era vissuto come un’esperienza durissima.
Spesso i bambini morivano appena nati, anche
tra le famiglie benestanti. E molto spesso
pure le madri morivano in gravidanza».
– E Tolstoj come visse il matrimonio?
«Fu un pensatore molto aperto, moderno
per la sua epoca. In questo senso ritengo molto
importante il romanzo breve La sonata a
Kreutzer: in quell’opera lo scrittore esprime
la sua visione della famiglia e del matrimonio,
il suo rapporto con l’universo femminile.
È una denuncia sociale dell’istituzione del
matrimonio come era visto a quel tempo e
una condanna del mercimonio. Lo reputo un
romanzo molto attuale: oggi parliamo di
mercimonio della donna in forma differente,
ma sempre mercimonio».
Lo scrittore russo Lev Tolstoj durante gli anni della vecchiaia.
– Quanto ha influito su di lei la lettura dello
scrittore russo?
«Tolstoj è stato un grande maestro: oltre che
uno scrittore, era un pensatore, uno che aveva
le sue idee ben definite. Allora questa definizione
non esisteva, ma oggi lo chiameremmo
scrittore impegnato. Guerra e pace rappresenta
uno dei più grandi capolavori di sempre, il
suo romanzo più complesso e completo, che
offre una visione a tutto tondo del mondo».
– E Confessione?
«Confessione rappresenta l’opera della sua
conversione: il cristianesimo di Tolstoj era
giansenista, creaturale, molto legato all’imitazione
di Cristo. Mi piace la sua visione cristiana,
perché rifuggiva dalle istituzioni, era
molto idealista, fondata sul senso della fratellanza,
sull’insegnamento di Cristo vissuto alla
lettera».
– A chi si accosta per la prima volta alla lettura
di Tolstoj con quali opere consiglierebbe
di cominciare?
«Con i racconti, che offrono già una panoramica
sul pensiero dello scrittore. Solo in seguito
consiglierei di affrontare le opere monumentali,
come Guerra e pace».
– Tolstoj è ricordato anche per il suo pacifismo
e il suo pensiero non-violento.
«Sì, anche in questo senso è un pensatore
molto attuale. Rappresenta un esempio per il
nostro tempo, perché pensava in termini di
pace autentica. Per il suo tempo era un innovatore.
Ma le sue idee ci ricordano che, in
ogni epoca, è fondamentale porsi degli obiettivi
elevati, anche se in questo modo si rischia
il fallimento. Bisogna coltivare l’ottimismo
e puntare sempre in alto».
la copertina del volume della Buc che comprende Confessione e La morte di Ivan Il’ic.
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Pubblicato il
19 luglio 2012 - Commenti
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