Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
23
mag

Metodo Boffo e stile Celentano

Caro don Sciortino, mi permetto di disturbarla perché mio papà è sempre stato un suo affezionato lettore. Ora lo è ancor di più. Anzi è diventato un suo fan. Legge con passione i suoi articoli, li sottolinea e ce li mostra con orgoglio. Ha una grande ammirazione per la schiettezza e il coraggio con cui dice come stanno le cose. A tutti riporta le opinioni del settimanale. Le fa una propaganda sfegatata. E invita tutti a comprare Famiglia Cristiana. Soprattutto per gli articoli di don Sciortino.

Non passa giorno che mio papà non parli di lei. E quando ieri ha sentito l’attacco che il Tg 5 ha fatto a Famiglia Cristiana c’è rimasto molto male. Si è amareggiato. Ha detto: «Si vede che qualcuno non vuole sentire le verità di don Sciortino. Spero che il Direttore non molli e non si lasci intimorire da tanta ipocrisia».

Mi scusi per il disturbo. Ma volevo ringraziarla, di cuore, per i suoi scritti. E per tutto ciò che riesce a trasmettere a mio padre e a tutti noi. Un’ultima nota di “colore”: quando per problemi postali la rivista tarda ad arrivare, mio padre non si dà pace. Tempesta tutti di telefonate. E sono guai per l’Ufficio postale. Ora, dopo che ha saputo dalla sua segreteria che lei gli ha mandato un “ricordino”, controlla a vista ogni piccolo furgone che passa per strada. E non si allontana di casa per paura che il corriere non lo trovi e faccia un viaggio a vuoto.

Flavia - Cremona

La tua lettera, cara Flavia, mi commuove. E un po’ mi imbarazza. Avere lettori come tuo papà è straordinario. Ti confesso, però, che sono tanti. E le loro manifestazioni di affetto mi ripagano dell’amarezza per qualche attacco subìto. Come quello del Tg 5: una vera rappresaglia per un nostro servizio su Mediaset. Pazienza se nella foga della ritorsione si è manipolata la verità. L’importante era farci arrivare l’avvertimento minaccioso a stare bene attenti alle critiche. Il “metodo Boffo” impera. Affiancato, di recente, dallo “stile Celentano”. Il “re degli ignoranti” si era pure spinto a chiedere la chiusura della stampa cattolica. Ma se certi attacchi sono da mettere in conto, fa più male quando a colpire è il “fuoco amico”.

Pubblicato il 23 maggio 2012 - Commenti (1)
22
feb

Sanremo: le prediche surreali del "profeta"

Errare è umano, perseverare è davvero diabolico. È quanto ha fatto Celentano al Festival di Sanremo, con due attacchi, a distanza di giorni, a preti, frati, vescovi. Con due sole eccezioni: don Gallo e don Mario. In particolare, si è scagliato contro Avvenire e Famiglia Cristiana. Tutti colpevoli di non parlare di Paradiso e di Dio, ma soltanto di politica e delle vicende di questo mondo.

Il “molleggiato” come cantante non si discute. Le sue canzoni fanno parte della storia della musica italiana. Ma all’artista manca una piccola virtù cristiana: l’umiltà. Ma anche il senso del limite. Che, forse, può aver recuperato quando dall’Ariston, per la prima volta, gli hanno urlato “basta” agli sproloqui. Ma anche le sue pause e i silenzi sono insopportabili. Più che “eloquenti”, esprimono un vuoto di idee. Ci è parso patetico vederlo destreggiarsi su terreni a lui inconsueti, come la teologia. Soprattutto, quando assume l’aria del “predicatore” o del “profeta”.

«Gli argomenti alti», ha detto il presidente della Rai Garimberti, «andrebbero toccati in altro contesto e con ben altro livello intellettuale». L’attacco a Famiglia Cristiana e ad Avvenire ha dimostrato che Celentano non legge la stampa cattolica. Certo, per il “re degli ignoranti” non è una colpa. Ma se si aggrediscono due giornali, invocandone la chiusura (naturalmente, nel nome della libertà!), bisognerebbe almeno documentarsi. Parlare a ragion veduta. E non mosso dall’acredine per una critica, mal digerita, ai suoi esosi compensi.

Paradossalmente, al di là del clamoroso successo di audience, Sanremo è stata una sconfitta per Celentano. Gli si ritorcerà contro come un boomerang. Ha vinto una battaglia, ma perso la guerra. I fischi e l’interruzione del suo monologo in eurovisione ne sono il segno. Mai successo prima per un artista del suo calibro. Nonostante il soccorso di un patetico Morandi. Celentano ha dato un duro colpo, forse mortale, anche al Festival di Sanremo, che ha sacrificato tutto alla logica dell’audience. A cominciare dal buonsenso.

Ma dal disastro non s’è salvata nemmeno la Rai, smarrita e ipocrita, che all’Ariston plaudiva alle battute di Celentano. Una Rai soggiogata dal clan del “molleggiato”, cui ha permesso tutto. Se è vero che in democrazia ciascuno è libero di esprimere le proprie critiche, questo non lo si può fare senza contraddittorio su una Tv pubblica, pagata con il canone di tutti. Soprattutto se le parole hanno il sapore di una vendetta. Non basta qualche scusa “privata” a chiudere il caso.

Un grazie, infine ai lettori e a tutti coloro che ci hanno manifestato solidarietà (QUI trovate una valanga di interventi), anche sottoscrivendo un nuovo abbonamento. È la migliore risposta a Celentano. Nel frattempo, l’ho abbonato a Famiglia Cristiana. Così, potrà leggere il commento ai Vangeli del cardinale Tettamanzi, la rubrica di monsignor Ravasi, le risposte del teologo, le pagine sul Catechismo... e tutto il resto, che serve a vivere una fede meno disincarnata. Come ci ricorda la Bibbia: «La gloria di Dio è l’uomo vivente».

Pubblicato il 22 febbraio 2012 - Commenti (17)
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