Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
22
apr

Quando la tv era di qualità

Ho letto con molta attenzione l’articolo “Carosello, bastava la parola”, pubblicato sul numero 10/2013 e nella mia mente di ottantenne si sono risvegliati molti ricordi. Guardavo Carosello ogni sera in compagnia dei miei genitori e mi piaceva tantissimo, a partire dal motivo musicale della sigla. Gli attori erano bravi ed eleganti nell’interpretare le scenette pubblicitarie, rimaste celebri anche perché dirette da registi come Olmi, Leone e Fellini. Che nostalgia per quel modo di fare televisione: ora è tutto infarcito da doppi sensi, battute di cattivo gusto e, a volte, persino bestemmie!

Pier Giorgio Marocco Torino

Pubblicato il 22 aprile 2013 - Commenti (1)
31
dic

Parolacce, di casa in TV

Gentile direttore, ormai in Tv il turpiloquio è di casa. Fiorello, in un lungo servizio del Tg1 con gli amici dell’edicola, ha sproloquiato sulla giovane coppia reale inglese in attesa di un bimbo. Il comico Crozza, in apertura di Ballarò, ha sfoggiato il meglio del suo repertorio con gesti e allusioni sessuali. Le risate in sottofondo del conduttore sembravano dare man forte alla decadente esibizione del comico. Anche Grillo nelle piazze non risparmia a nessuno le sue battute. Alla politica e ai problemi della gente serve tutto questo turpiloquio? Non è, forse, un pessimo segnale per i giovani, già così circondati dal poco rispetto per l’intimità e dalla finzione nei rapporti umani?

Gabriele S. - Reggio Emilia

Come al solito, vi fate notare per l’intolleranza nei confronti dei vostri avversari politici, cercando la sintonia con i comici che imperversano sui media. La Littizzetto e altri sono i vostri referenti. Certo, schivate le parole sconce, solo perché non potete permettervelo. “Dinosauro”, vista la storia, è una parola che appartiene a voi, che pretendete ancora di fare politica. Il potere temporale della Chiesa è il vostro passato. Tutto questo non c’entra con Gesù, che è amore e il contrario del moralismo. La carità cristiana non vi appartiene. Siete intolleranti senza rimedio.
M.D.C.

Non c’è nulla di peggio dell’intolleranza dei cosiddetti “tolleranti”. Vorrei precisare, ancora una volta, che non abbiamo avversari, tantomeno referenti politici. A maggior ragione tra i comici. Grazie a Dio, godiamo della libertà di parola e giudizio. E ci sforziamo di esercitarla con responsabilità. Anche quando qualche nostro giudizio suscita il risentimento di qualcuno. Non mi piace la volgarità, nel modo più assoluto. Non mi dà fastidio solo in Tv, ma anche tra amici, in clima cameratesco. I continui riferimenti sessuali della Littizzetto (complice il “finto scandalizzato” Fabio Fazio) spesso sono insopportabili. Ma nel merito delle questioni, ad esempio sull’avidità dei politici che si fanno rimborsare anche i “lecca-lecca” e i “gratta e vinci”, come darle torto? Anzi. L’indignazione, talora, è più che necessaria. C’è un limite a tutto. Quel limite che la “casta” politica ha superato da tempo, ripetutamente.

Pubblicato il 31 dicembre 2012 - Commenti (10)
12
ott

Quegli insulti alle donne di strada

Vorrei parlarle di un grave problema sociale. Ogni sera, davanti alla mia casa, si appostano delle prostitute. Le confesso che mi irritavano moltissimo. Poi, una volta, dopo averle insultate, mi sono pentita pensando che forse, come diceva don Benzi, sono costrette a fare quel mestiere. Ma sono uomini senza scrupoli quelli che le sfruttano. Non solo i cosiddetti “protettori”, ma anche i clienti. Persone di giorno considerate rispettabili, che di notte usano quelle donne come oggetti. Si dovrebbero vergognare. Può immaginare cosa si prova a dover assistere, ogni sera, a questo penoso spettacolo. Faccio appello ai governanti perché intensifichino la lotta contro gli sfruttatori di prostitute.

Stefania

C’è nei confronti della prostituzione quasi una rassegnazione a non poter fare nulla. Perché, si dice, è un mestiere antico come il mondo. Difficile da estirpare. Pura ipocrisia, per non affrontare il problema, lasciando vittime inermi nelle mani di “protettori” violenti e senza scrupoli. Ma per combattere seriamente la prostituzione nelle strade, dovremmo cominciare a ribellarci contro lo sfruttamento della donna e del suo corpo anche in Tv.

Pubblicato il 12 ottobre 2012 - Commenti (7)
10
mag

Troppi soldi nei programmi Tv

Ieri sera, ho visto una trasmissione Tv a quiz. Dopo il brillante finale dei due concorrenti, mi sono sentita amareggiata. Sono contenta per loro, che sono due bravi ragazzi. Ma perché tutti quei soldi in palio? Io e mio marito abbiamo insieme una pensione di mille euro al mese. Nostro figlio, laureato da due anni, vive ancora con noi. Tutti i giorni, fa tre ore di macchina per andare a lavorare, per 800 euro al mese. Ma se pensiamo a tanti nostri amici e conoscenti senza lavoro, anche nella ricca Brianza, ci riteniamo fortunati. Ma quelle cifre in Tv ci offendono. Con i tempi che corrono, non basta come giustificazione dire che quella è una Tv privata e dei propri soldi può farne quel che vuole!

Elisa

Che cosa non si fa per l’audience! Montagne di soldi in premio, ormai, imperversano in tutti i programmi Tv. Per premiare banali risposte, scontate o suggerite dai presentatori o dal pubblico. Non è un buon apporto alla crescita della cultura. Semmai, si illudono le persone. Quasi che partecipare ai quiz fosse la strada migliore per fare soldi. Non è certo un bell’esempio per tanti giovani che si sacrificano e si impegnano nello studio. Purtroppo, la corsa ai quiz con ricchi premi ha invaso anche la Tv pubblica.

Pubblicato il 10 maggio 2012 - Commenti (8)
27
giu

I cittadini e il degrado della Tv pubblica

Sono un affezionato lettore da molti anni e le scrivo per avere un parere sulle multe che l’Autorità della comunicazione ha dato ad alcuni Telegiornali per aver violato la legge sul regolamento elettorale. Tra questi spicca il Tg1 con un’ammenda di 258.000 euro. Chi pagherà, realmente, questa multa?

Come sempre, i soldi saranno presi dal canone. Noi cittadini, oltre a pagare fior di stipendi ai direttori dei notiziari televisivi, ci facciamo carico anche dei loro errori. Perché non tirano fuori un soldo di tasca propria? Altrimenti, con un atto di umiltà, si dimettano, non essendo stati all’altezza dell’incarico ricevuto. Perché non si applicano in Tv le buone regole civili che valgono per tutti in società?

Amedeo Z. - Vicenza

La Tv pubblica si sta degradando a livelli mai toccati in passato. Per via di una logica che non risponde al bene degli utenti, ma agli interessi dei politici. Senza distinzione di colore, perché a ogni cambio di Governo si perpetuano gli stessi mali. A cominciare dalla lottizzazione e dalla mortificazione delle competenze professionali. Contro le stesse leggi di mercato e dell’editoria, il servilismo è premiato più della bravura. Complici gli stessi giornalisti, senza più dignità ed etica, che a ogni cambio fiutano l’aria che tira, per farsi trovare già proni davanti al potente di turno. Sarebbe bene ricordare a chi spadroneggia in Tv che i veri “padroni” cui rispondere sono i cittadini, che pagano il canone.

Pubblicato il 27 giugno 2011 - Commenti (1)
14
giu

Scomunicare la TV?

Le scrivo per condividere con lei un pensiero che mi gira per la testa da diversi mesi. E per capire se, grazie alla rivista, lo si potrebbe mettere in atto. Lavoro come educatore e credo che, ormai, siamo in molti a condividere i notevoli danni che la televisione continua a fare.
Nonostante tutti i risvolti positivi che questo strumento potrebbe avere. La provocazione consisterebbe in questo: lanciare una raccolta di firme da indirizzare al Papa e chiedergli di “scomunicare” la televisione. La mia è una provocazione per richiamare l’attenzione sull’uso scorretto che se ne fa. Penso, in particolare, ai danni nei confronti dei bambini. Che ne pensa?


Emilio C. - (Sondrio)

Se vuoi liberarti la mente, abbandona subito questa tua provocazione. Non è il caso di scomodare il Papa e la scomunica. O di chiedere il nostro supporto per raccogliere firme. E poi, non è certo la Tv che è da scomunicare. Come mezzo, in sé, essa è neutra. Può fare del bene o del male: tutto dipende dall'uso che ne facciamo. Come tu stesso riconosci. Sia da parte di coloro che la programmano, sia da parte di noi utenti che, spesso, la "consumiamo" in modo passivo e alienante. In positivo, varrebbe la pena che ci educassimo a farne un buon uso. In modo critico e intelligente. Intanto non accendendola per noia, come rumore di sottofondo, perché non si sa che cos'altro fare. O per sentire una "voce", un "suono", che ci faccia compagnia. Come rimedio alla solitudine o a un vuoto di interessi. E a tavola, quando la famiglia è riunita, togliamole il ruolo di "ospite fisso". Invitiamola solo quando vogliamo noi. A vantaggio di due parole da scambiare con i propri figli.

Pubblicato il 14 giugno 2011 - Commenti (0)
24
mag

Tv: siamo noi a fornire il gradimento

Uso il televisore per vedere in Dvd film di vecchie serie televisive acquistate col tempo. Ho quarantacinque anni, non sono sposata e non ho figli. Ma sono molto preoccupata per i più piccoli. Sapesse quante volte ho scritto alle varie Tv chiedendo di mandare in onda vecchi cartoni animati! Mi hanno risposto che non li guarda più nessuno. Eppure, erano film istruttivi, privi di volgarità. Oggi è tutto diverso. Una mia amica, insegnante di scuola materna, mi ha confidato d’essere sconvolta dal linguaggio volgare dei piccoli, che hanno appreso dalla televisione, come dicono loro stessi. Ma i genitori dove sono? Bisognerebbe boicottare certi programmi e fare scendere a picco gli indici di ascolto. Ma questo chissà quando accadrà? Nel frattempo, ci tocca “sciropparci” questo scempio. Da tempo ho capito che, oggi, chi bestemmia è più ascoltato, e chi si spoglia è più guardato.


Stefania

E chi l’ha detto che dobbiamo proprio “sciropparci” tutto quello che la televisione ci propina, con condimento di volgarità e sconcezze? Siamo noi, passivi e rassegnati (non è certo il tuo caso), a tenere in piedi programmi banali e diseducativi, che propagano stili di vita immorali o irridenti ai valori in cui crediamo. I programmi vivono di audience, e se mancano gli ascolti si chiudono. Come è avvenuto di recente. Il pallino del gioco è nelle nostre mani, purché siamo consapevoli della nostra forza di utenti. E fin quando non lo molliamo, potremo dettare noi le regole del gioco. E puntare a una Tv che non sia così tanto becera.

Pubblicato il 24 maggio 2011 - Commenti (0)
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