di Don Sciortino
Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.
29 nov
Qualche lettore si è scagliato contro di lei
perché ha criticato chi nega il pulmino
e la mensa ai bambini i cui genitori non
pagano la retta. Contenuto e tono di quella
lettera fanno presumere che l’autore sia
simpatizzante della Lega. Un movimento
pieno di contraddizioni. Non le pare che
l’indipendenza della cosiddetta Padania sia
in contrasto con la Costituzione italiana?
Nessun partito dell’arco costituzionale l’ha
mai denunciato. Anzi, i leghisti sono stati
al governo dello Stato per anni. Non accetto
la giustificazione (la ritengo assurda), che
vogliono la secessione attraverso metodi
democratici.
G. Brambilla
La Lega, come altri partiti, vive di contraddizioni.
Spesso, in modo macroscopico. Basta
considerare la presenza di quei ministri che
hanno giurato sulla Costituzione, percepito
lauti stipendi assieme a benefici e privilegi, e
fatto poi strame della bandiera italiana, additata
a usi indicibili. Ma al di là delle appartenenze
e dei programmi, non si può tacere quando
si prendono provvedimenti che discriminano
le persone. E, soprattutto, penalizzano i
bambini. Cosa vergognosa, da non fare.
Pubblicato il 29 novembre 2012 - Commenti (8)
27 nov
In questo periodo di tagli all’occupazione, lavori
precari, aumento di tasse e tariffe, il peso della crisi
si sta scaricando sulle famiglie. Ma nessuno fa nulla
di concreto per aiutarle. Solo chiacchiere. Il Presidente
del Consiglio che è buon cattolico, e il ministro per
la Cooperazione internazionale e l’integrazione, con
delega per la famiglia, fanno ben poco. Nonostante
l’impegno della Chiesa, non ci sono proposte concrete
a sostegno della famiglia. Anche i sindacati e i politici
fanno finta di nulla. Si è appena svolto il Festival
della famiglia 2012 a Trento, cui ha partecipato
anche lei. Mi auguro che abbia sollecitato il Governo
a prendere misure concrete per le famiglie, con equità
e giustizia. Un’ultima cosa, infine: perché nella rubrica
“In tutta confidenza” non intervistate anche persone
“normali” come un disoccupato, anziani, studenti
e casalinghe? Anche loro avrebbero storie interessanti
da raccontare. A mio parere, sarebbe più in coerenza
col giornale.
Luigi C.
Se sei un lettore abituale, avrai notato che non manchiamo
occasione per richiamare l’attenzione di chi ci governa
a sostenere la famiglia. E a considerarla come la
cellula fondamentale della società. Da cui non si può prescindere,
pena il declino del Paese. Non abbiamo atteso
il Festival della famiglia di Trento per intervenire al riguardo.
Ogni giorno per noi è buono. Fino a quando
una mentalità “amichevole” verso la famiglia non prenderà
piede nel Paese. Ma concretamente. Non solo a parole
o con promesse. Cambiando tema, poi, di storie di persone
“normali” ne puoi trovare diverse sulla rivista. In
modo più approfondito di quanto avviene, con brevi domande,
nella rubrica “In tutta confidenza”.
Pubblicato il 27 novembre 2012 - Commenti (1)
26 nov
Sono un giovane con tanta voglia di
mettere su famiglia, ora che il Signore
mi ha fatto incontrare la compagna della
mia vita. Vorrei avere dei figli e costruire il
mio piccolo nucleo. Purtroppo, sono senza
lavoro. Mi arrabatto con tutto ciò che trovo:
lavoretti di muratore, giardiniere o altro.
Non ho potuto studiare. Ho solo la terza
media. I miei genitori, emigrati dal Sud,
erano persone con poca cultura. Non mi
hanno dato la possibilità né la spinta
allo studio. Di recente, è morto mio padre
e ora devo anche pensare a mia mamma,
sempre più anziana. La disperazione
è la mia compagna quotidiana. La classe
politica se ne frega di noi giovani. Non
ci danno possibilità di lavoro, mentre
continuano ad aumentarci le tasse
e a tagliare i sussidi. Le scrivo per avere
una parola di conforto. Ma anche
con la speranza che qualcuno possa darmi
una mano.
Davide F.
Una parola di conforto, da parte mia, c’è
tutta. So che per te, caro Davide, che vuoi metter
su famiglia, sarebbe più importante una
concreta proposta di lavoro. Questa rubrica
non è un ufficio di collocamento. Non è nelle
mie possibilità garantire un lavoro a qualcuno.
Tanto meno illudere con facili promesse.
Ma se la tua storia, così semplice e sincera, suscitasse
l’interesse di chi potrebbe darti una
mano, ne sarei immensamente felice. Per te,
per la compagna della tua vita e per la tua famiglia
in divenire. D’altronde, non chiedi la
luna quanto a prospettive. I lavori manuali
pare siano molto ricercati. Si tratterebbe di fare
incontrare domanda e offerta. Quando i
nostri politici legiferano sul futuro del Paese,
mi piacerebbe avessero presenti storie come la
tua. E si facessero carico dei giovani come fossero
i propri figli. In fondo, tra tanto cinismo
e opportunismo, sono anch’essi padri e madri.
In qualche angolo del cuore dovrebbe albergare
ancora un briciolo di umanità.
Pubblicato il 26 novembre 2012 - Commenti (3)
22 nov
Apprezzo i suoi editoriali
e le sue risposte. Non mi
ha soddisfatto, però, quanto
ha scritto su Putin e le
ragazze Pussy Riot. È giusto
pretendere rispetto per
il sentimento religioso
di tutti. Ma nella lettera
del lettore traspariva una
certa soddisfazione per la
condanna delle ragazze. Ora,
tra il rispetto dei sentimenti
religiosi e la difesa di uno
Stato autoritario c’è una
bella differenza. Si corre
il rischio di essere percepiti
come alleati del potere.
Non credo che la protezione
di un regime dittatoriale sia
la migliore difesa dei valori
religiosi. Sarebbe una strada
pericolosa. L’abbiamo già
sperimentata in passato.
La Chiesa non ha bisogno
di protezioni politiche.
Il rispetto le viene dalla
sua azione accanto ai poveri.
La libertà è un bene troppo
prezioso per essere barattato.
Francesco D. - Trento
Voglio chiarire subito che
aver evidenziato che le Pussy
Riot offendevano il sentimento
religioso, oltretutto in un luogo
sacro come la basilica Santo
Salvatore a Mosca, non
vuol dire giustificare condanne
eccessive o regimi autoritari.
Molti mezzi di informazione
hanno, giustamente, stigmatizzato
il duro intervento
della polizia. E hanno appoggiato
la battaglia per la libertà
di pensiero in un Paese poco
favorevole a chi dissente e contrasta
il potere. Ma la libertà
di parola non è libertà di offesa
del sentimento religioso. Sono
d’accordo con te, invece, sul
fatto che la Chiesa deve fondare
la sua autonomia non su appoggi
politici. Ma sul suo messaggio
di verità.
Pubblicato il 22 novembre 2012 - Commenti (10)
19 nov
Per la terza volta, Famiglia Cristiana
mi ha inviato il bollettino per rinnovare
l’abbonamento. Vorrei subito procedere
al rinnovo ma, come le ho già detto in una
precedente lettera, sono un esodato delle
Poste. La riforma Fornero mi ha tolto il
diritto di andare in pensione secondo le
regole di prima. Ora vivo con seicentotrenta
euro al mese che mi dà mia figlia. Ma lei,
tra due anni, si sposerà e io non avrò più
neppure questo aiuto. Come posso pensare
di sottrarre ottantanove euro a uno
“stipendio” così esiguo? Non ce la faccio
neppure ad arrivare a fine mese! Da un anno
ho dovuto cambiare radicalmente il mio
tenore di vita. Nonostante ciò, collaboro
con la Caritas parrocchiale. E spero che,
con un eventuale Monti-bis, non debba
averne bisogno anch’io. La mia più grande
delusione sono i politici cattolici. Possibile
che non riescano a risolvere questa palese
ingiustizia degli esodati? Si parla tanto
del risveglio del mondo cattolico, ma
a me sembra che dormano tutti. O che
tacciano per conservare la poltrona.
Matteo L. T. - Manfredonia (Fg)
Non sei l’unico lettore in difficoltà economica,
che deve fare i conti con i centesimi,
per arrivare a fine mese. La tua situazione,
poi, è aggravata dall’essere anche un esodato.
Cioè una persona che, al momento, non
gode né del lavoro né della pensione. Situazione
che, con la riforma delle pensioni, il
Governo avrebbe dovuto prevedere e rimediare.
Per ragioni di giustizia ed equità. Un
“rattoppo” governativo si dovrà pur trovare.
Ma nesssuno degli esodati deve restarne
fuori. Non voglio fare facile demagogia con
un tema che irrita ministri e sottosegretari,
ma è triste pensare che il costo di un solo
cacciabombardiere F 35 (ne sono prenotati
più di novanta) è superiore alla cifra che il
Governo mette a disposizione degli esodati.
Ma chi dobbiamo bombardare? La priorità,
oggi, è dare cibo e lavoro a tanti onesti cittadini,
dopo una vita di sacrifici. Quanto
all’abbonamento, fammi sapere. La generosità
dei lettori (che ringrazio di cuore), provvede
a situazioni come la tua.
Pubblicato il 19 novembre 2012 - Commenti (6)
15 nov
Ho letto l’articolo sulla proposta di modifica della
Legge 104 sui permessi per assistenza ai disabili
(FC n. 44/2012). La legge dà un aiuto, seppure piccolo,
a chi deve prendersi cura, ogni giorno, dei propri cari
non più autonomi. Lavoro in un’azienda ospedaliera,
e mi dispiace dirle che si sta facendo un abuso di
questa legge. Ci sono alcuni che utilizzano i permessi
per godersi giorni in più di vacanza, lasciando i propri
cari con la “badante”.
Prova ne sia, se si
dovesse fare una
statistica, che i giorni
di permesso cadono
sempre vicini a
festività o ponti.
Il Governo non voleva
togliere i permessi, ma
pagarli meno, per disincentivare chi, in fondo, non
ne ha un reale bisogno. Purtroppo, a causa dei soliti
“furbi”, saranno penalizzati tanti onesti. Anche se più
in alto c’è chi ruba in modo spudorato, non possiamo
approfittarne per violare le leggi.
Francesca
Fatta la legge, trovato il sotterfugio per aggirarla a proprio
piacimento e vantaggio. A pagare, poi, sono sempre i
soliti. Cioè gli onesti. O, peggio, quelli che davvero hanno
bisogno di aiuti e sostegni. È da meschini sfruttare un provvedimento
di solidarietà familiare per scopi personali meno
nobili. È la solita furbizia italiana alla “Fiorito”. Non
c’è nulla di cui vantarsi o andare fieri. Anzi, contro chi bara
la guerra dovrebbe essere spietata. Con l’obbligo di restituire
alla collettività quanto si è rubato. Meglio torchiare
gli imbroglioni che penalizzare gli onesti. Per evitare anche
di sottoporre veri invalidi a controlli umilianti.
Pubblicato il 15 novembre 2012 - Commenti (7)
12 nov
Ho da poco tempo perso
il mio adorato papà
di novantasei anni. Negli
ultimi tempi in ospedale,
spesso dovevo scappare
fuori dalla sua stanza perché
non riuscivo a trattenere le
lacrime. Tutti i giorni veniva
a fargli visita un signore
marocchino, che gli aveva
fatto da badante. Un giorno,
vedendomi piangere, mi
ha detto: «Devi essere forte
e pregare. Quando noi
musulmani siamo in
situazioni simili, ci è di
conforto il Corano. Voi avete
la Bibbia e il Vangelo».
Ebbene, io cattolica e poco
praticante, ho avuto bisogno
che un musulmano mi
ricordasse che potevo
trarre forza dalla preghiera.
Grazie Jamal.
Un'abbonata - Reggio Emilia
La meraviglia nasce dai pregiudizi.
Per noi i musulmani
sono tutti terroristi. Non riusciamo
a considerarli persone
con tradizioni, culture e religioni
differenti. L’Italia e l’Europa
devono temere più l’indifferenza
della nostra società
che la presenza degli stranieri
sul territorio. Questi non sono
un pericolo per l’Italia. La vera
integrazione non è tolleranza
o mal sopportazione. È, invece,
un cammino di reciproca
conoscenza e arricchimento
culturale. Spesso, sono loro a
darci lezioni di umanità e rispetto.
Altro che barbari e incivili
da respingere, anche con
le armi. La vera barbarie è la
nostra insensibilità. Le mura
che abbiamo alzato a nostra
difesa ci rendono più poveri. E
non solo nello spirito.
Pubblicato il 12 novembre 2012 - Commenti (11)
08 nov
Vi sono riconoscente per l’editoriale dal
titolo: “Il governo si sbilanci a favore
della famiglia” (FC n. 43/2012). Sono padre
di cinque figli e nonno di nove nipoti. Da
anni sto conducendo, sui giornali e in radio,
una battaglia a favore della famiglia. Che è
sempre stata tenuta in scarsa considerazione
da tutti i governi: politici e tecnici.
Dimenticata ma anche sfruttata come
migliore “ammortizzatore sociale”. Su un
altro giornale leggo anche lo sconforto di
un padre di otto figli per i perversi effetti
della legge di stabilità sulla sua famiglia.
Le tantissime lamentele sono arrivate anche
a Mario Monti. Ora si parla di possibili
cambi nella legge, ma a saldo invariato.
Il presidente del Consiglio se vuole sanare
i conti dello Stato tassi i mega redditi,
non le famiglie. Ormai, siamo allo stremo.
Introduca, piuttosto, il tanto invocato
“quoziente familiare” o “fattore famiglia”
a tutela delle famiglie numerose. Il Governo
deve rendersi conto che la ripresa
economica ci sarà solo se cresce la famiglia.
Bruno M. - Milano
Il Governo, a parole, ci crede. Tant’è vero
che lo slogan con cui è stato promosso il Festival
della famiglia, che si è tenuto la settimana
scorsa a Riva del Garda, era proprio questo:
“Se cresce la famiglia, cresce la società”.
Purtroppo, sono i fatti che mancano. Anzi, al
momento sembra che si vada in direzione opposta,
con un aggravio delle condizioni familiari
per via di tasse e costo della vita. A essere
maggiormente penalizzate sono le famiglie
numerose, a causa di una miopia politica di
Stato e fisco. Badano solo al reddito e non distinguono
mai la composizione del nucleo familiare.
Sul tavolo ci sono diverse proposte
per una maggiore equità fiscale, a cominciare
da quelle del Forum delle famiglie. Manca
solo il coraggio di metterle in atto.
Pubblicato il 08 novembre 2012 - Commenti (3)
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