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nov
"Prega", mi ha detto il musulmano
Ho da poco tempo perso
il mio adorato papà
di novantasei anni. Negli
ultimi tempi in ospedale,
spesso dovevo scappare
fuori dalla sua stanza perché
non riuscivo a trattenere le
lacrime. Tutti i giorni veniva
a fargli visita un signore
marocchino, che gli aveva
fatto da badante. Un giorno,
vedendomi piangere, mi
ha detto: «Devi essere forte
e pregare. Quando noi
musulmani siamo in
situazioni simili, ci è di
conforto il Corano. Voi avete
la Bibbia e il Vangelo».
Ebbene, io cattolica e poco
praticante, ho avuto bisogno
che un musulmano mi
ricordasse che potevo
trarre forza dalla preghiera.
Grazie Jamal.
Un'abbonata - Reggio Emilia
La meraviglia nasce dai pregiudizi.
Per noi i musulmani
sono tutti terroristi. Non riusciamo
a considerarli persone
con tradizioni, culture e religioni
differenti. L’Italia e l’Europa
devono temere più l’indifferenza
della nostra società
che la presenza degli stranieri
sul territorio. Questi non sono
un pericolo per l’Italia. La vera
integrazione non è tolleranza
o mal sopportazione. È, invece,
un cammino di reciproca
conoscenza e arricchimento
culturale. Spesso, sono loro a
darci lezioni di umanità e rispetto.
Altro che barbari e incivili
da respingere, anche con
le armi. La vera barbarie è la
nostra insensibilità. Le mura
che abbiamo alzato a nostra
difesa ci rendono più poveri. E
non solo nello spirito.
Pubblicato il 12 novembre 2012 - Commenti (11)