di Don Sciortino
Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.
26 lug
Sono una fedele lettrice e le scrivo per esprimere la mia rabbia
contro quelle persone di Chiesa che ne macchiano l’immagine
con i loro comportamenti. Nel corso dei secoli, la gerarchia ha
molto sporcato questa santità. Che contrasto tra il Dio della fede
e il dio quattrino: quello del potere, della ricchezza e di tante
immoralità. La mia Chiesa, spesso, non è credibile. E molti
giovani si allontanano da lei. Per rievangelizzare il mondo non
servono dibattiti e riunioni, ci vogliono esempi e testimonianze.
Senza dubbio, nella Chiesa c’è stato e c’è tanto bene, ma non si
può nascondere il marciume. È possibile che il “servo dei servi”,
così mi piace chiamare il Papa, non riesca a cambiare le strutture
di una Chiesa che ha perso credibilità? Forse, un’immagine più sobria di vescovi e cardinali gioverebbe alla causa. Via,
allora, lo sfoggio di tanti orpelli preziosi, che offendono
i poveri. La semplicità aiuta a essere testimoni più
credibili del Vangelo. Avrei tante altre cose da dire, ma
temo che lei non pubblichi quello che ho scritto.
Maria
Quanto furore, cara Maria. Anche se non tutto è fuori luogo.
Non è la Chiesa ad aver perso credibilità. Sono gli uomini
che ne offuscano l’immagine. Non è una novità. È sempre
accaduto nella sua storia bimillenaria. Anzi, in passato,
si ricordano tempi così bui, che non si capisce come la
Chiesa sia potuta sopravvivere. In verità, lo sappiamo: grazie
alla sua origine divina. Per questo, anche le debolezze,
gli scandali e le controtestimonianze dei preti non potranno
mai sopraffarla o distruggerla. Ciò non toglie che la
Chiesa, in quanto fatta da uomini, non sia sempre da riformare.
E che non debba chiedere perdono delle colpe di cui
si macchia. Più sobrietà di vita e più vicinanza ai poveri
non guasterebbero alla sua buona causa.
Pubblicato il 26 luglio 2012 - Commenti (44)
25 lug
Ho appena letto la lettera di Matteo B. di Lecco
(FC n. 28/2012) e la condivido in pieno. Sono
rimasta, invece, perplessa per un passaggio della
sua risposta. «Populismo e grillismo», scrive lei,
«spopolano per lucrare consensi elettorali a basso
costo. Ma non fa bene al Paese». A me pare riduttivo
e viziato da pregiudizi mettere sullo stesso piano il
populismo e un movimento politico che, con persone
nuove, si propone un programma che parte dalla
conoscenza del territorio. Mi spiace che anche Famiglia
Cristiana, come altri giornali, non abbia compreso
il vero spirito del Movimento 5 Stelle. Diamogli
l’opportunità e il tempo di provare. Personalmente,
correrò volentieri questo rischio. Se non altro vedremo
facce nuove al posto
di quei politici che
non si schiodano
mai dalla poltrona.
Anche la Chiesa,
con qualche suo alto
rappresentante,
spesso predica bene e
razzola male. Possono
ancora considerarsi
cattolici quei politici
che tradiscono il Vangelo? La Chiesa deve abbandonare
gli intrighi di palazzo e far conoscere di più quelle
meravigliose realtà di preti, suore e laici che spendono
la loro vita a favore del prossimo. Non ci deluda, caro
don Antonio. Siamo lettori di Famiglia Cristiana ormai
da quattro generazioni.
Elisabetta - Padova
Non si tratta di deluderti, cara Elisabetta, ma di capire
che cos’è davvero il Movimento 5 Stelle. Coagulare il malessere
che tanta cattiva politica suscita ogni giorno può
essere facile. È avvenuto nel recente passato con la Lega,
che ha parlato alla pancia della gente, lucrando consensi
elettorali sulla pelle di tanti “poveri cristi” come gli immigrati.
Ma la loro proposta politica è stata un fallimento.
Ha solo degradato e volgarizzato il dibattito sociale e politico
nel Paese su temi che andavano affrontati con ben
altro spessore umano, culturale e civile. Non vorrei che si
ripetesse la stessa storia con il movimento dei grillini, dove
c’è di tutto e di più. Indignazione e protesta sono solo
il primo passo. Poi occorre proporre qualche soluzione ai
tanti problemi del Paese. In politica non ci si improvvisa.
I primi passi dei “grillini”, purtroppo, destano qualche
perplessità. Dalle difficoltà a Parma di formare una giunta
alle facili espulsioni di chi dissente dal pensiero unico
del “capo”. Come inizio poteva andare meglio.
Pubblicato il 25 luglio 2012 - Commenti (6)
18 lug
Caro don Antonio, è da
un pezzo che ci penso,
ma è giunto il momento di
dirglielo. Soprattutto dopo
aver letto il Primo piano
intitolato: “Un’anima per
l’Italia con più etica e ideali”
(FC n. 26/2012). Non vorrei
che i cattolici “afoni”
restassero anche “anonimi”.
Dove sono questi “uomini
liberi e forti” che dovrebbero
ridare un’anima alla
politica? Perché non usate la
rivista per farceli conoscere?
Non si tratta di fare una
campagna elettorale per
qualcuno, ma di offrire a noi
cattolici la possibilità di
conoscere e valutare. Il resto,
poi, verrà da sé.
Caro Vincenzo, i cattolici
che potrebbero essere una risorsa
per il Paese, sono “anonimi”
proprio perché sono diventati
“afoni” e insignificanti.
Hanno abdicato all’impegno
civile per migliorare la società.
Più che a noi doverli indicare,
sta a loro venire allo scoperto.
Con la loro presenza, testimonianza
e forti prese di posizione.
In questi anni, di fronte al
degrado etico in cui è scivolato
il Paese, abbiamo assistito a
un silenzio assordante dei cattolici.
Nessuno che abbia alzato
la voce a difesa dei valori o
delle istituzioni democratiche
di cui s’è fatto scempio ultimamente.
A prevalere sono stati
interessi di parte o la spartizione
di poltrone, privilegi e potere.
Spesso sotto la copertura
dell’etichetta cattolica. Ma
questa è la degenerazione della
politica, da cui non sono
esenti tanti bravi cristiani, che
si appellano, per lo più a sproposito,
al Vangelo.
Pubblicato il 18 luglio 2012 - Commenti (16)
18 lug
Da tempo, io e mio marito leggiamo con interesse la rivista! Rispetto
al passato è cambiata tantissimo. Gli articoli si fanno apprezzare per la
loro obiettività. Così anche le rubriche di spiritualità e sulle problematiche
genitoriali. Le scrivo per avere informazioni su padre Luigi, missionario in
Burundi, di cui ho letto la storia sulla rivista (FC n. 20/2012). Con mio marito
saremmo intenzionati a fare un’adozione a distanza di un orfano tra quelli
che lui segue. Vari motivi ci spingono a questo gesto di solidarietà che,
da tempo, avevamo intenzione di attuare. Non avendo ancora dei nipotini,
in occasione dei nostri quarant’anni di matrimonio, sentiamo che è giunta
l’occasione. La ringraziamo per l’aiuto che potrà offrirci.
Dalla mia segreteria avrete tutte le informazioni necessarie per contattare padre
Luigi, missionario in Burundi. E procedere così a un’adozione a distanza di uno
dei suoi orfani. Mi preme sottolineare come, anche in tempi di ristrettezze economiche,
non è andato perso il senso di solidarietà e di sostegno verso i più bisognosi. A
cominciare dai più piccoli. La crisi economica non rallenta la generosità, come si è
visto di recente anche con gli aiuti alle popolazioni dell’Emilia colpite dal terremoto.
È bello, infine, festeggiare una felice ricorrenza indirizzando spese e regali non
a cose futili, ma a opere di solidarietà. Una saggia iniziativa, da incoraggiare e allargare
sempre di più.
Pubblicato il 18 luglio 2012 - Commenti (2)
12 lug
Ho letto sulla rivista (FC n. 27/2012) di quella signora della provincia di Treviso che si lamentava dei mozziconi di sigaretta abbandonati in ogni angolo delle strade. Giustamente, faceva notare che è un oltraggio all'ambiente. E chiedeva ai Comuni di fare le multe, come avviene negli altri Paesi europei. Vivo in Calabria e qui, purtroppo, i mozziconi non li noto nemmeno, nascosti come sono da una montagna di altra spazzatura. Ovunque: ai bordi delle strade, nei centri abitati, sulle spiagge. Uno spettacolo indecente. Ho educato i miei figli al rispetto delle persone, degli animali e della natura. Amo la mia terra. È una delle regioni più belle d'Italia. Ma, con profondo dispiacere, trovo che sia pure una delle più inospitali. Anche a causa dell'immondizia. Le nostre coste sembrano discariche a cielo aperto. Dove la gente butta di tutto. Parecchie volte, mi sono impegnata a pulire alcune zone. Ma, dopo qualche giorno, la situazione era peggio di prima. Perché i nostri amministratori non fanno nulla per risolvere questo problema? Mi scusi lo sfogo, ma anche i giornali dovrebbero fare di più. Così, tutti avremmo il piacere di vivere in un Paese più civile.
Giuliana P.
Ho tanti amici fumatori, ma non ne condivido l'abitudine. Soprattutto quando diventa un'ossessione. Qualcosa che si brama più dello stesso cibo. A parte i danni per la salute, la dipendenza dal fumo porta a ignorare i diritti degli altri. Forse, non per cattiveria, ma per pessima abitudine. Così, non solo si ammorba l'aria che respiriamo, ma si insozza l'ambiente in cui viviamo. Come le cacche dei cani, è difficile liberarsi dai mozziconi di sigaretta buttati dappertutto. Con totale disprezzo di ogni luogo. È cosa indecente vedere automobilisti, fermi al semaforo, che ne approfittano per svuotare il portacenere per terra. Come se quell'asfalto non appartenesse a nessuno. Tra i tanti modi per valorizzare le bellezze naturalistiche di cui l'Italia è ben dotata, il primo è il nostro civile comportamento. L'ambiente pubblico è di tutti. E tutti hanno l'obbligo di tenerlo pulito come la propria casa.
Pubblicato il 12 luglio 2012 - Commenti (1)
12 lug
Nei "Fatti del giorno" (Famiglia Cristiana n. 26/2012) ho letto un trafiletto dal titolo: "Sotto processo per un furto da 1 euro". Un giovane rischia qualche mese di carcere per il furto di un misero pezzo di cioccolato. Quel che mi lascia esterrefatto è che avvocati, pubblici ministeri e cancellieri dovranno occuparsi del "caso" per una vicenda di un misero euro. Ma quanto costerà smuovere i principi del foro? A quanto ammonteranno le spese processuali? Se, oggi, fosse vivo Cesare Beccaria, l'autore di Dei delitti e delle pene, sono sicuro che scenderebbe in piazza contro la pena che verrà inflitta a chi si è macchiato di un veniale peccato di gola. Mentre i "mariuoli" di alto livello, che hanno frodato centinaia di migliaia di euro, non subiscono nessun processo né rischiano il carcere. Quella "bella signora" con la bilancia in mano che rappresenta la giustizia, non dovrebbe dare a ciascuno secondo il suo comportamento?
Aldo B.
L'eccesso è sempre deplorevole. Anche nel campo della giustizia. I giudici hanno un margine di discrezionalità per decidere se, in qualche caso, il buonsenso debba prevalere sul rigore eccessivo, che rischia di tramutarsi in ingiustizia. Purtroppo, capita che si è severi con i deboli e tolleranti con i potenti. Rischia più chi, per fame, ruba qualcosa da mangiare in un supermercato rispetto a chi froda allo Stato cifre enormi. D'altronde, evasione e corruzione sono la più pesante tassa che i cittadini subiscono. Con grave danno dei poveri e dei più bisognosi.
Pubblicato il 12 luglio 2012 - Commenti (1)
04 lug
Ho appena sentito la notizia che il Vaticano ha assunto un esperto (americano) in "strategie comunicative". Ora, nel mio piccolo, mi chiedo: che bisogno c'è che la Santa Sede assuma un esperto per comunicare? E che cosa deve comunicare? Non è più che sufficiente che il Vaticano parli usando le stesse parole pronunciate dal suo fondatore, circa duemila anni fa, crocifisso per i nostri peccati? Non basta che parli e pratichi l'amore per il prossimo, il perdono, e l'accoglienza? Mi scusi l'ignoranza, ma ritengo che, piuttosto che assumere un esperto in "strategie comunicative", sarebbe stato più opportuno lasciare che a comunicare fossero le migliaia di missionari che, ogni giorno, affrontano il rischio della morte, in quelle missioni dove testimoniare il Vangelo mette a repentaglio la vita.
Francesco - Vicenza
Non confondiamo le acque. Un conto è la testimonianza dei cristiani. Altra cosa è comunicare quanto avviene nella Chiesa. Molti problemi dei cosiddetti "corvi" si sarebbero potuti evitare. Senza fonti dirette, i giornalisti attingono dove capita. E non sempre per la Chiesa il risultato è soddisfacente. Ci vuole professionalità anche nel comunicare. Meglio prevenire che dover precisare quanto scrivono i giornali.
Pubblicato il 04 luglio 2012 - Commenti (16)
04 lug
Sono prossimo ai quarant'anni. Ho molti pensieri che si affollano nella mia testa. Volendo tracciare un bilancio della mia vita, trovo poco di positivo. Alla mia età dovrei già avere una famiglia, un lavoro stabile e una vita serena, dedicata al futuro dei miei figli. In realtà, al di là del mio ottimismo e nonostante i miei studi brillanti, ho un lavoro precario. Se sarò fortunato, me lo rinnoveranno ogni due anni. Gli amici di vecchia data li sento solo per le festività: hanno tutti famiglia. Oggi, un uomo sopra i quarant'anni, per essere un buon partito, deve essere benestante. Io parto svantaggiato su tutto. Non ho ancora trovato la persona giusta per me. E ne soffro. Ma non dispero. Prima o poi, troverò una persona di "sani princìpi".
Gabriele
Spero per te, caro Gabriele, che l'incontro con una persona di "sani princìpi" avvenga più prima che dopo. La tua lettera è un misto di ottimismo e rassegnazione. Di visione realistica della vita, mista a pessimismo e con una speranza per il futuro. Forse, rispecchi la tanta confusione che c'è in giro. A ogni livello. Ma una scossa bisognerà pur darsela. Il tuo "limbo" non può durare in eterno. E persone di "sani princìpi" ce ne sono molte di più di quanto tu pensi. Non basta solo il benessere per essere un "buon partito".
Pubblicato il 04 luglio 2012 - Commenti (3)
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