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nov
Libertà di parola o di offesa?
Apprezzo i suoi editoriali
e le sue risposte. Non mi
ha soddisfatto, però, quanto
ha scritto su Putin e le
ragazze Pussy Riot. È giusto
pretendere rispetto per
il sentimento religioso
di tutti. Ma nella lettera
del lettore traspariva una
certa soddisfazione per la
condanna delle ragazze. Ora,
tra il rispetto dei sentimenti
religiosi e la difesa di uno
Stato autoritario c’è una
bella differenza. Si corre
il rischio di essere percepiti
come alleati del potere.
Non credo che la protezione
di un regime dittatoriale sia
la migliore difesa dei valori
religiosi. Sarebbe una strada
pericolosa. L’abbiamo già
sperimentata in passato.
La Chiesa non ha bisogno
di protezioni politiche.
Il rispetto le viene dalla
sua azione accanto ai poveri.
La libertà è un bene troppo
prezioso per essere barattato.
Francesco D. - Trento
Voglio chiarire subito che
aver evidenziato che le Pussy
Riot offendevano il sentimento
religioso, oltretutto in un luogo
sacro come la basilica Santo
Salvatore a Mosca, non
vuol dire giustificare condanne
eccessive o regimi autoritari.
Molti mezzi di informazione
hanno, giustamente, stigmatizzato
il duro intervento
della polizia. E hanno appoggiato
la battaglia per la libertà
di pensiero in un Paese poco
favorevole a chi dissente e contrasta
il potere. Ma la libertà
di parola non è libertà di offesa
del sentimento religioso. Sono
d’accordo con te, invece, sul
fatto che la Chiesa deve fondare
la sua autonomia non su appoggi
politici. Ma sul suo messaggio
di verità.
Pubblicato il 22 novembre 2012 - Commenti (10)