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nov
La mia vita disperata
Sono un giovane con tanta voglia di
mettere su famiglia, ora che il Signore
mi ha fatto incontrare la compagna della
mia vita. Vorrei avere dei figli e costruire il
mio piccolo nucleo. Purtroppo, sono senza
lavoro. Mi arrabatto con tutto ciò che trovo:
lavoretti di muratore, giardiniere o altro.
Non ho potuto studiare. Ho solo la terza
media. I miei genitori, emigrati dal Sud,
erano persone con poca cultura. Non mi
hanno dato la possibilità né la spinta
allo studio. Di recente, è morto mio padre
e ora devo anche pensare a mia mamma,
sempre più anziana. La disperazione
è la mia compagna quotidiana. La classe
politica se ne frega di noi giovani. Non
ci danno possibilità di lavoro, mentre
continuano ad aumentarci le tasse
e a tagliare i sussidi. Le scrivo per avere
una parola di conforto. Ma anche
con la speranza che qualcuno possa darmi
una mano.
Davide F.
Una parola di conforto, da parte mia, c’è
tutta. So che per te, caro Davide, che vuoi metter
su famiglia, sarebbe più importante una
concreta proposta di lavoro. Questa rubrica
non è un ufficio di collocamento. Non è nelle
mie possibilità garantire un lavoro a qualcuno.
Tanto meno illudere con facili promesse.
Ma se la tua storia, così semplice e sincera, suscitasse
l’interesse di chi potrebbe darti una
mano, ne sarei immensamente felice. Per te,
per la compagna della tua vita e per la tua famiglia
in divenire. D’altronde, non chiedi la
luna quanto a prospettive. I lavori manuali
pare siano molto ricercati. Si tratterebbe di fare
incontrare domanda e offerta. Quando i
nostri politici legiferano sul futuro del Paese,
mi piacerebbe avessero presenti storie come la
tua. E si facessero carico dei giovani come fossero
i propri figli. In fondo, tra tanto cinismo
e opportunismo, sono anch’essi padri e madri.
In qualche angolo del cuore dovrebbe albergare
ancora un briciolo di umanità.
Pubblicato il 26 novembre 2012 - Commenti (3)