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Parolacce, di casa in TV

Gentile direttore, ormai in Tv il turpiloquio è di casa. Fiorello, in un lungo servizio del Tg1 con gli amici dell’edicola, ha sproloquiato sulla giovane coppia reale inglese in attesa di un bimbo. Il comico Crozza, in apertura di Ballarò, ha sfoggiato il meglio del suo repertorio con gesti e allusioni sessuali. Le risate in sottofondo del conduttore sembravano dare man forte alla decadente esibizione del comico. Anche Grillo nelle piazze non risparmia a nessuno le sue battute. Alla politica e ai problemi della gente serve tutto questo turpiloquio? Non è, forse, un pessimo segnale per i giovani, già così circondati dal poco rispetto per l’intimità e dalla finzione nei rapporti umani?

Gabriele S. - Reggio Emilia

Come al solito, vi fate notare per l’intolleranza nei confronti dei vostri avversari politici, cercando la sintonia con i comici che imperversano sui media. La Littizzetto e altri sono i vostri referenti. Certo, schivate le parole sconce, solo perché non potete permettervelo. “Dinosauro”, vista la storia, è una parola che appartiene a voi, che pretendete ancora di fare politica. Il potere temporale della Chiesa è il vostro passato. Tutto questo non c’entra con Gesù, che è amore e il contrario del moralismo. La carità cristiana non vi appartiene. Siete intolleranti senza rimedio.
M.D.C.

Non c’è nulla di peggio dell’intolleranza dei cosiddetti “tolleranti”. Vorrei precisare, ancora una volta, che non abbiamo avversari, tantomeno referenti politici. A maggior ragione tra i comici. Grazie a Dio, godiamo della libertà di parola e giudizio. E ci sforziamo di esercitarla con responsabilità. Anche quando qualche nostro giudizio suscita il risentimento di qualcuno. Non mi piace la volgarità, nel modo più assoluto. Non mi dà fastidio solo in Tv, ma anche tra amici, in clima cameratesco. I continui riferimenti sessuali della Littizzetto (complice il “finto scandalizzato” Fabio Fazio) spesso sono insopportabili. Ma nel merito delle questioni, ad esempio sull’avidità dei politici che si fanno rimborsare anche i “lecca-lecca” e i “gratta e vinci”, come darle torto? Anzi. L’indignazione, talora, è più che necessaria. C’è un limite a tutto. Quel limite che la “casta” politica ha superato da tempo, ripetutamente.

Pubblicato il 31 dicembre 2012 - Commenti (10)
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Postato da LucianoT il 03/01/2013 21:03

Più che giudizi morali (pardòn, in questo caso "moralistici") sull'abuso della "parolaccia" e della volgarità in televisione, sarebbe utile dare al turpiloquio il valore che esso ha, cioè meno di zero. Se per far ridere, sorridere, fare satira si ritiene necessario, ogni due vocaboli, proferire una volgarità, questo indica mancanza di fantasia, di contenuti, di "sostanza": si può essere pungenti, veramente satirici, senza necessariamente usare banali doppisensi o le cosiddette "parolacce". E poi, non nascondiamoci che la maggior parte del pubblico si sbellica di grasse risate all'ennesima battuta volgare dei soliti noti; probabilmente abbiamo la "satira" che ci meritiamo. Riguardo il limite che la casta politica ha da tempo superato, stupisce che tutti se ne stiano accorgendo solo ora, solo nel momento in cui la crisi ha toccato e continua a toccare le nostre "tasche": adesso e solo adesso si parla di (im)moralità della classe politica. Perché non anche nei decenni passati, quando loro già si adoperavano per farsi gli affari propri? Solo adesso parliamo di moralità, adesso che i soldi non bastano più? Sono queste le genuine ed autentiche istanze moralizzatrici?

Postato da martinporres il 03/01/2013 14:20

Non voglio alimentare inutili polemiche, ma vorrei fare notare al Signor Aldo Abenavoli che non si può mettere Berlusconi ovunque, con il risultato, involontario, di fare il suo gioco (del berlusca).

Postato da aldo abenavoli il 03/01/2013 13:21

Un ultimo commento e poi mi fermo. E’ vero che chi è senza peccato scagli la prima pietra ma in questo modo le colpe di Stalin possono essere equiparate a quelle di chi lascia la macchina in seconda fila per 5 minuti: entrambi hanno violato la legge (anzi Stalin sarebbe incolpevole in quanto lui la sua legge la ha rispettata !!) . Questo si chiama relativismo che se non erro è uno dei più grandi disvalori del cristianesimo. Non vi è dubbio signor Brunoi che la sinistra sia litigiosa tanto è vero con il primo Governo Prodi ha gettato alle ortiche una occasione irripetibile non per se stessa ma per il paese. E’ anche vero che se non ci fosse stata una opposizione preconcetta da parte della maggioranza “moderata”, guidata dalla Confindustria, dalla CEI e dal Corriere della Sera, il governo Prodi non sarebbe caduto (a proposito lo sapevate che il pareggio del bilancio, che ora dobbiamo perseguire a costo di lacrime e sangue, era stato sfiorato nel 2000, ultimo anno della esperienza del centrosinistra?!). Credo signor Brunoi sia arrivato il momento di smetterla di rinfacciarci l’ origine delle nostre culture altrimenti dobbiamo arrivare alla conclusione che Monti, il quale siede nella parte destra del Parlamento, è responsabile delle camere a gas mentre Bersani che siede alla sinistra è un fanatico dei gulag. E veniamo al tema della laicità che secondo me è il punto dirimente. So bene che la Chiesa non impone ma propone; solo che se la proposta è accompagnata da toni ultimativi e minacciosi, come sembra sia prerogativa di questo papato, allora la proposta viene vista come una imposizione e genera per reazione una ondata di odio crescente. Se invece la proposta resta rispettosa, nella forma e nella sostanza, delle prerogative dello stato, che è fondato unicamente sui principi della Costituzione, allora la religione può essere se non amata quanto meno rispettata anche dagli atei. Lei immagini, signor Brunoi, il cambiamento radicale di prospettiva se davanti a una donna che decide di abortire, invece di dirle: se lo fai ti aspetta il carcere le dicessimo: la legge ti consente di abortire ma se non lo fai mi prenderò cura di tuo figlio. unlaicoallaricercadellaverita.myblog.it

Postato da brunoi il 02/01/2013 22:12

aldo abenavoli, lei scrive che la Chiesa pretende che la propria morale possa divenire legge universale con l'appoggio della legge di stato. Non mi risulta che la Chiesa abbia mai preteso di vietare per legge i rapporti pre-matrimoniali o di non mangiare carne al venerdi,ma quando propone (non impone) di difendere la vita dei nascituri o il matrimonio fondato sul matrimonio tra un nuomo e una donna ,quelli non sono principi religiosi,ma valori umani che anche gli atei dovrebbero difendere.Oppure in nome della laicita'vogliamo rinunciare ai valori basilari di una societa'? MI auguro possa davvero essere un laico alla ricerca della verita' Per quanto riguarda il cavaliere io non l'ho mai sostenuto,ma converra' con me che se in Italia avessimo avuto una opposizione meno litigiosa e meno nostalgica di una ideologia fallimentare la gente non l'avrebbe mai votato e non avrebbe creduto alle sue fandonie Buon anno anche a Lei.

Postato da branda il 02/01/2013 16:38

A proposito di turpiloquio, mi domando cosa ne pensino i miei fratelli cattolici e Don Sciortino degli sproloqui del sito pontifex. Lo avete mai visto? Non lo trovate scandalosamente anticristiano e demoniaco?

Postato da aldo abenavoli il 02/01/2013 16:29

Finalmente dopo tanto bussare qualcuno apre. Non tanto il signor martinporres il quale mi accusa di ripetere sempre le stesse cose senza tuttavia contrapporre alcunché alle mie osservazioni petulanti e insistenti. Mi riferisco al signor brunoi il quale se non altro ha il merito di non tirarsi indietro. Se si va a leggere qualche commento del mio blog apparirà subito evidente la profonda delusione che rappresenta la mia cultura di riferimento che, tanto per non far nomi, fa capo al PD. La gravità della crisi avrebbe imposto misure ben più gravi e severe a partire, come Brunoi osserva giustamente, dagli stipendi dei burocrati statali tra i quali includo senza alcuna remora quei presentatori televisivi che, in quanto orientati a sinistra, dovrebbero dire qualche cosa di sinistra a proposito dei loro compensi. Mi chiedo tuttavia se le pecche anche gravi che possiamo riscontrare nello schieramento “progressista” siano tali da giustificare la adesione acritica e convinta a quella cultura che ancora trova la sua espressione nel Cavaliere, persona profondamente malata alla quale nessuno trova il coraggio di dire che è il caso di smetterla. Se non mi credete andate in un motore di ricerca a visionare il seguente video: “Berlusconi e la vigilessa” e poi paragonate il video ai 2 milioni di euro che prende Fazio. Dopo avere attentamente valutato le diverse culture che si contrappongono nel nostro paese occorre affrontare direttamente il tema che più interessa una rivista cattolica come Famiglia Cristiana. Mi riferisco alla laicità. A questo proposito la mia proposta, che in questa risposta mi limito a tratteggiare è la seguente: i laici, credenti e non, abbandonino qualsiasi tentativo di adattare la religione cattolica alle loro personali esigenze, e questo soprattutto nel campo della morale sessuale,e contestualmente la Chiesa si astenga dal pretendere che la propria morale possa divenire universale con l’appoggio della legge dello stato. Se riusciremo a dare una risposta esauriente a questa questione, il resto, stipendi di Fazio incluso, viene da se. Nel frattempo un augurio di buon anno a martinporres, brunoi al direttore e alla redazione di FC. unlaicoallaricercadellaverita.myblog.it

Postato da brunoi il 01/01/2013 22:35

aldo abenavoli, ci dica qualcosa a proposito del conduttore Fabio Fazio che ritengo figlio di quella cultura a Lei gradita e che non si vergogna di riscuotere dalla Rai uno stipendio di 2 milioni di euro all'anno.Con quale faccia Fazio si permette di parlare di giustizia e di dare lezioni agli altri? Come puo'la Rai elargire stipendi cosi esosi (con i soldi del nostro canone) per una trasmissione "faziosa" e volgare (vedi Litizzetto).

Postato da martinporres il 01/01/2013 13:19

Per Aldo Abenavoli, sempre la stessa solfa su l'acqua giù il brodo. Vi sono tante culture del nulla.

Postato da aldo abenavoli il 31/12/2012 13:48

Anche a me la Litizzetto e Crozza stanno cominciando a stancare e qualche volta anche a stufare. E tuttavia, se vogliamo definire un criterio condiviso, in modo che la satira non superi mai quel limite dettato dal buon senso, dobbiamo prima interrogarci sulla origine della cultura che ha fatto da riferimento e da nutrimento alla esplosione del fenomeno televisivo, che sembra incapace di sopravvivere senza l’ inevitabile contorno di volgarità e doppi sensi che lo accompagnano quotidianamente. Questa cultura ha un nome e cognome ben preciso e una data di nascita che non è il 1968, come qualche furbo potrebbe insinuare, ma quella più recente del 1994. Inoltre questa cultura non avrebbe potuto affermarsi senza il consenso esplicito di quella religione che oggi tardivamente cerca di prenderne le distanze. Questa cultura ha ancora un forte consenso, perché chi avrebbe il potere e il dovere di intervenire per dire una parola di verità, si astiene dal farlo perché ne è stato complice o connivente e quindi potrebbe essere chiamato a rispondere per concorso di colpa. Sono anni che chiedo a Famiglia Cristiana un atto di coraggio per rescindere in modo radicale il cordone ombelicale che lega la religione cattolica a questa cultura del nulla, utilizzando lo stesso metro di severità che è stato riservato alla cultura marxista, atea e materialista dal punto di vista filosofico, ma che nel nostro paese si è presa cura dei più deboli, mostrando in questo modo una sintonia con il Vangelo sicuramente più convincente rispetto alla finta adesione di tanti finti credenti che si sono serviti della Chiesa per i loro fini personali. Se il coraggio chi non lo ha non se lo può dare, è inutile prendersela con Litizzetto e compagni, sicuramente demodé, ma ancora una delle poche voci libere di quel dono straordinario che nonostante tutto rimane lo strumento televisivo. Dono che naturalmente va usato con raziocinio e discernimento soprattutto da chi su questo strumento ha creato una delle più gigantesche fortune della terra. unlaicoallaricercadellaverita.myblog.it

Postato da Andrea Annibale il 31/12/2012 11:49

Già Fabrizio De André parlava di quelli che si sentono come Gesù nel Tempio. Sì, qualcuno crede di essere come Gesù Cristo e lancia i conseguenti ammonimenti, scaglia pietre e pontifica su tutto e su tutti. Eppure, se vogliamo la pace, dobbiamo costruirla innanzitutto tra noi cristiani, all’interno della Chiesa. Nessuno detiene la verità assoluta sul Vangelo, tranne la maggioranza dei Vescovi assieme al Papa. D’altra parte, chi crede di essere come Gesù è l’Anticristo. Non bisogna seguire questo esempio. Don Sciortino ammoniva tempo fa ricordando un passo di San Paolo (Galati 5, 15) “Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!”. Immagino, per le discordie. Perciò, la pace nella Chiesa passa attraverso la riconciliazione. Il 2013 sia un anno di riconciliazione nella Chiesa, nella famiglia. Questo è il mio umile augurio. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

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Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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