27
giu
Leggo Famiglia Cristiana da tempi immemorabili. Ho lavorato in una grande azienda, con molta soddisfazione morale ed economica. Pensavo a una vecchiaia serena, con una decente pensione, frutto dei soldi accantonati. La realtà è ben diversa. I miei figli sono disoccupati e insoddisfatti. Se va bene, avranno qualche lavoro a tempo determinato. Per anni abbiamo "mangiato cipolle" per dare loro un futuro. Se accendo la Tv, vedo le solite facce che hanno portato l'Italia alla rovina. In alternativa, c'è il demagogo di turno, che incanta la gioventù. Perciò mi unisco a lei nel dire: «Caro Monti, osi di più contro i vincoli dei partiti. L'Italia migliore sarà con lei».
Pietro T.
Quando i sacrifici hanno un senso, come dare un futuro ai propri figli, è più facile chiederli e ottenerli. Ma ci vuole credibilità. E, soprattutto, buoni esempi da parte di chi li "impone". È proprio quel che manca, in questi momenti di crisi, dove tutti sono chiamati a stringere la cinghia. I politici continuano il balletto dell'irresponsabilità, sull'orlo del cratere. Con una rinnovata vocazione allo sfascio. Puntano il Governo e lo minacciano, come se in tasca avessero pronta una soluzione. Purtroppo, brancolano nel buio. Intenti solo a salvaguardare la carriera e gli spazi di potere. Quel che non gli difetta, da sempre, è il ricorso al ricatto. Pazienza se i loro interessi non coincidono con il bene del Paese e dei cittadini. Si lamentano dell'antipolitica che avanza. E temono d'esserne travolti. Ma non si accorgono che ad alimentarla sono i loro irresponsabili comportamenti.
Pubblicato il
27 giugno 2012 - Commenti
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10
mag
Ieri sera, ho visto una trasmissione
Tv a quiz. Dopo il brillante finale
dei due concorrenti, mi sono
sentita amareggiata. Sono contenta
per loro, che sono due bravi
ragazzi. Ma perché tutti quei soldi
in palio? Io e mio marito abbiamo
insieme una pensione di mille euro
al mese. Nostro figlio, laureato da
due anni, vive ancora con noi. Tutti
i giorni, fa tre ore di macchina per
andare a lavorare, per 800 euro
al mese. Ma se pensiamo a tanti
nostri amici e conoscenti senza
lavoro, anche nella ricca Brianza,
ci riteniamo fortunati. Ma quelle
cifre in Tv ci offendono. Con
i tempi che corrono, non basta
come giustificazione dire che quella
è una Tv privata e dei propri soldi
può farne quel che vuole!
Elisa
Che cosa non si fa per l’audience! Montagne di soldi
in premio, ormai, imperversano in tutti i programmi
Tv. Per premiare banali risposte, scontate o suggerite
dai presentatori o dal pubblico. Non è un buon apporto
alla crescita della cultura. Semmai, si illudono
le persone. Quasi che partecipare ai quiz fosse la strada
migliore per fare soldi. Non è certo un bell’esempio
per tanti giovani che si sacrificano e si impegnano nello
studio. Purtroppo, la corsa ai quiz con ricchi premi
ha invaso anche la Tv pubblica.
Pubblicato il
10 maggio 2012 - Commenti
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13
gen
Loro sempre più su e noi sempre
più giù. È proprio così. La “casta”
beneficia di servizi pubblici crescenti,
impensabili per un qualsiasi cittadino.
Scorte, auto blu, viaggi, segretarie,
palestre... E chi più ne ha, più ne
metta. Tutto a spese dei contribuenti.
Per noi, invece, servizi ridotti all’osso:
dalla sanità ai trasporti. E se capita
un piccolo imprevisto, come la
nevicata di venerdì 17 dicembre
scorso, siamo i primi a farne le spese.
Abbandonati al proprio destino, sotto
la bufera, senza alcun soccorso.
Noi dobbiamo “tirare la cinghia” e
arrangiarci. Loro hanno tutto il diritto
di vivere al meglio, per presentarsi
agli appuntamenti che contano
in perfetta forma.
Stefano B. - Lucca
La “casta” potrà vantare un briciolo di
credibilità quando darà davvero il
“buon esempio”, tirando anch’essa la
cinghia. Come tutti. Nel caso di chi amministra
la “cosa pubblica”, vuol dire rinunciare
a privilegi e ridurre sprechi. Ostentare
il lusso quando la gente fatica a sopravvivere
o muore di stenti, è indegno e
immorale. Così come sono devastanti i
cattivi comportamenti là dove si fanno le
leggi, ma si fatica a rispettarle. Così, impunemente,
un ministro fa il “pianista” e
vota per il collega assente. Ci si insulta e
azzuffa senza ritegno. Più che l’onestà e
il rispetto, prevale la furbizia. Peggio:
l’arroganza del potere.
Pubblicato il
13 gennaio 2011 - Commenti
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