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nov
In questo periodo di tagli all’occupazione, lavori
precari, aumento di tasse e tariffe, il peso della crisi
si sta scaricando sulle famiglie. Ma nessuno fa nulla
di concreto per aiutarle. Solo chiacchiere. Il Presidente
del Consiglio che è buon cattolico, e il ministro per
la Cooperazione internazionale e l’integrazione, con
delega per la famiglia, fanno ben poco. Nonostante
l’impegno della Chiesa, non ci sono proposte concrete
a sostegno della famiglia. Anche i sindacati e i politici
fanno finta di nulla. Si è appena svolto il Festival
della famiglia 2012 a Trento, cui ha partecipato
anche lei. Mi auguro che abbia sollecitato il Governo
a prendere misure concrete per le famiglie, con equità
e giustizia. Un’ultima cosa, infine: perché nella rubrica
“In tutta confidenza” non intervistate anche persone
“normali” come un disoccupato, anziani, studenti
e casalinghe? Anche loro avrebbero storie interessanti
da raccontare. A mio parere, sarebbe più in coerenza
col giornale.
Luigi C.
Se sei un lettore abituale, avrai notato che non manchiamo
occasione per richiamare l’attenzione di chi ci governa
a sostenere la famiglia. E a considerarla come la
cellula fondamentale della società. Da cui non si può prescindere,
pena il declino del Paese. Non abbiamo atteso
il Festival della famiglia di Trento per intervenire al riguardo.
Ogni giorno per noi è buono. Fino a quando
una mentalità “amichevole” verso la famiglia non prenderà
piede nel Paese. Ma concretamente. Non solo a parole
o con promesse. Cambiando tema, poi, di storie di persone
“normali” ne puoi trovare diverse sulla rivista. In
modo più approfondito di quanto avviene, con brevi domande,
nella rubrica “In tutta confidenza”.
Pubblicato il
27 novembre 2012 - Commenti
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14
apr
È da un po’ di tempo che volevo scriverle. Mi sono decisa solo ora a farlo, dopo aver letto, qualche numero fa, la lettera di quel signore single e la sua risposta. Non voglio dilungarmi molto, vorrei solo esprimere la mia perplessità sull’atteggiamento della Chiesa nei confronti di queste persone. Per essa sono semplicemente inesistenti. Ha cura pastorale e iniziative specifiche per i bambini, i giovani, le coppie, le famiglie, gli anziani... Ma per i single mai niente. Come se non contassero, non esistessero. Caro padre, ora io sono coniugata, ma fin verso i quarant’anni sono stata single. E, sebbene fosse stata una mia scelta, da credente e praticante ero molto amareggiata per l’indifferenza della Chiesa verso le persone come me. Se poi uno è single non per scelta, immagino che l’amarezza sia ancora maggiore. È, forse, un peccato essere soli? Non credo. Ma se anche lo fosse, la Chiesa dovrebbe cercare le “pecorelle smarrite” e ricondurle a sé nell’ovile, non ignorarle e abbandonarle. I single sono una categoria numerosa. A Milano hanno addirittura superato il numero degli sposati. La Chiesa non può permettersi di trascurare questi suoi figli! La ringrazio dell’attenzione e della pazienza. Matilde
Di recente ho pubblicato diverse lettere in cui coppie senza figli si lamentavano della poca attenzione che società e Chiesa dedicano loro. Si sentivano, nella considerazione generale, come famiglie di serie B. Ora, tramite te cara Matilde, è il turno dei single a far sentire la propria voce e a richiedere più attenzione da parte della Chiesa. Voglio subito precisare che sotto il termine single si raccolgono varie situazioni, che vanno da chi è solo per scelta a chi lo è per necessità o anche a seguito della perdita del proprio coniuge. Ogni situazione è diversa dall’altra. Non esiste un’unica categoria. È giusto che tu chieda alla Chiesa più attenzione. Ma se è facile radunare i bambini o le coppiedi fidanzati, più complesso risulta mettere assieme la “categoria” dei single. Forse, bisognerebbe facilitare il compito ai nostri preti. Magari con contatti più diretti e personalizzati. Parliamone.
Pubblicato il
14 aprile 2010 - Commenti
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