Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
23
ago

Immaturi a 43 anni e con figli grandi

Ho quarantatré anni e sono una mamma divorziata. I miei figli sono grandi, uno ha quasi vent’anni e l’altro diciassette. Le scrivo perché sono delusa dalle persone con cui sono a contatto, sia nella vita privata sia al lavoro. Prima mi fidavo ciecamente di tutti, ora non più. Per tre anni e mezzo ho frequentato un uomo della mia età, e mi sono illusa. Accettavo le sue condizioni, pur di non perderlo. Lui voleva sempre avere ragione, io ero sempre quella che sbagliava. Per mia fortuna, a fine giugno, mi ha lasciata e non si è più fatto sentire. Adesso c’è un ragazzo, più giovane, che vorrebbe conoscermi meglio. Ma ho paura e continuo a rimandare. Lui ha qualche problema: due anni fa, è stato vittima di un brutto incidente in macchina. Nel mondo del lavoro sono circondata da gente falsa e invidiosa. Le colleghe sono sempre pronte a giudicarti e a farti del male. Nonostante i miei anni, non so che fare. Vorrei chiedere consiglio ai miei genitori. E, naturalmente, anche a lei.

Maria Teresa F.

In questo caso, cara Maria Teresa, più che gli altri, il vero problema sei tu. È il tuo modo di tessere relazioni, nel privato e nel mondo del lavoro, a essere immaturo. Senza personalità. Sei succube degli eventi, senza mai prendere la tua vita in mano. Ti lasci vivere e non decidi nulla, non assumi alcuna responsabilità. Accusi e scarichi tutto sugli altri. Rinunci anche alle tue idee, pur di elemosinare briciole di amore da un uomo che, all’improvviso, scompare dalla tua vita. E non sai neppure perché. Se a quarantatré anni devi ricorrere ai genitori, come una ragazzina ai primi passi e amori, è tempo per te di un serio esame di coscienza. E di darti una scossa. Per non passare da una delusione all’altra. Abbi il coraggio delle tue scelte, anche a rischio di sbagliare. Nessuno può sostituirsi a te. Soprattutto all’età che ti ritrovi. Cercare una balia non aiuta a crescere.

Pubblicato il 23 agosto 2011 - Commenti (4)
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Più senso di responsabilità sul lavoro

Tutti, oggi, rivendicano i propri diritti. Dai precari ai disoccupati. Mai nessuno, però, che parli di doveri. Mia figlia, dopo sette anni come precaria, finalmente è stata assunta a tempo indeterminato. Le sue prime parole, però, mi hanno sconvolta: «Finalmente», ha detto, «potrò stare a casa in malattia, avrò le ferie e le festività pagate. E, forse, farò un altro figlio». L’ho sgridata, anche se è già grande. Mia cognata, che lavora nella ristorazione, si è punta un dito con un forchettone, e il medico le ha dato dieci giorni di malattia. Fosse capitato a me, casalinga, sarebbe bastato un po’ di disinfettante, un cerotto e via. Quando la smetteremo d’essere viziati? Per risollevare il Paese in crisi, tutti dovremmo rimboccarci le maniche. E smetterla di lamentarci. Chi deve pagare le tasse, paghi! Chi deve lavorare, lavori! Cominciamo a tenere pulite le nostre città ed evitare, davanti al mondo, la vergogna dei cumuli di immondizie!
Una nonna

Grazie nonna, di questo forte appello alla responsabilità personale e a comportamenti etici adeguati. Il mondo si cambia a partire da noi stessi. Finiamola con le lamentele, aspettando che siano sempre gli altri a intervenire. È tempo, davvero, di rimboccarsi le maniche, assumendosi le proprie responsabilità. A cominciare da chi sta più in alto. Il senso di irresponsabilità, nel mondo del lavoro come altrove, è un peccato grave perché danneggia altri, che ne pagano le conseguenze. Chi froda è un ladro, non un furbo.

Pubblicato il 19 gennaio 2011 - Commenti (6)
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