Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
21
set

Una buona azione per aiutare il Paese

Ogni giorno, giornali e Tv parlano di questa pesante Manovra, che dovrebbe aiutare il Paese, in un momento così critico per tutti. Vorrei lanciare un appello a imprenditori, politici e ricchi calciatori. E chiedere loro di fare una “buona azione” per aiutare il Paese, che ha dato loro tantissimo.
 Per una volta, vendete un quadro, un gioiello, una macchina, un bene per voi non indispensabile, e regalatelo alla comunità. Aiutate i fratelli meno fortunati. Passerete alla storia per aver salvato il Paese. Non nascondetevi dietro a un dito. Non aspettate che siano gli altri a versare il sangue, quanto basterebbe una goccia del vostro sudore. Sono una casalinga, con la pensione minima. Io posso dare solo un modesto contributo.

Bianca Z.

Senza solidarietà e coesione il Paese non si salva. Ognuno deve dare il proprio contributo, secondo le possibilità. Anche una goccia serve a formare l’oceano. Ancor di più i fiumi che hanno una portata infinitamente superiore.
Purtroppo, oggi, si vuol fare il mare solo con le gocce e non si incanalano corsi e sorgenti d’acqua. In Italia, una minoranza del dieci per cento possiede quasi la metà della ricchezza nazionale. Basterebbe un loro contributo consistente, per evitare di infierire sui lavoratori dipendenti o tagliare servizi sociali indispensabili alle famiglie e alle categorie meno abbienti.

Pubblicato il 21 settembre 2011 - Commenti (1)
17
mag

Forbice sempre più larga tra ricchi e poveri

Quando leggo il “Caso della settimana” su Famiglia Cristiana, provo una morsa al cuore per queste persone in gravi difficoltà. Queste sono costrette a chiedervi un aiuto perché non hanno altri mezzi e risorse. E, soprattutto, perché lo Stato è assente. Spesso i “casi” riguardano giovani vedove senza un lavoro, con figli piccoli.

Che non possono aspettarsi quasi nulla dalla legge, in merito alla pensione di reversibilità o alla restituzione dei contributi già versati dal coniuge. Dalle donne impegnate in politica mi aspetterei qualche proposta concreta al riguardo. Da parte mia, ho un piccolo suggerimento: perché non erogare un sussidio alle vedove che non lavorano? A chi potrebbe obiettare da dove prendere i fondi, rispondo che basterebbe tagliare i privilegi e le corpose pensioni dei politici.

Tina

Quanto a privilegi e pensioni d’oro non ci facciamo mancare proprio nulla. È uno scandalo insopportabile la sperequazione tra chi prende al mese decine dimigliaia di euro a fronte dei quattrocento-cinquecento euro di tantissimi pensionati. Bisognerebbe intervenire e tagliare in alto. Con urgenza. Molti non ce la fanno più a vivere. E, al tempo stesso, si sta allargando sempre più la forbice tra ricchi e poveri nel nostro Paese. Un dato economico, passato quasi inosservato, dovrebbe farci riflettere: oggi, in Italia, il dieci per cento delle famiglie detiene il cinquanta per cento della ricchezza nazionale. Purtroppo, avviene nel Paese quanto il Vangelo applica ad altri contesti: «A chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha». Che fare per una maggiore equità e giustizia? Si può intervenire in tanti modi. Purché lo si faccia. E non solo a parole.
D.A.

Pubblicato il 17 maggio 2011 - Commenti (1)
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