Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
14
mag

La crisi dell'uomo e la crisi di Dio

Troppo spesso, soprattutto qui nel Nordest, assistiamo a suicidi per la crisi. Qualcosa di inquietante. La vergogna, le difficoltà, i creditori che ti assalgono, le tasse sempre più alte, le notti insonni... tutto sembra andare in frantumi. C’è chi perde il controllo e non trova altra uscita se non nella morte. Ma io temo che ci sia anche una mancanza di fede in Dio e di fiducia nella famiglia. Chi si toglie la vita crede davvero di aiutare così i propri figli? Un tempo si sentiva parlare di fede, speranza e carità. I nostri padri hanno affrontato tante difficoltà, ma ce l’hanno fatta. Con dignità. Forse, oggi, dovremmo avere uno stile di vita più sobrio e solidale. E ricordarci di chi non riesce a mettere insieme pranzo e cena.

Annamaria

Estromettere Dio dal mondo non rende il mondo migliore. Una società senza valori è destinata a sfaldarsi. Senza solide radici, la pianta è soggetta a soccombere alle intemperie. Come avviene, oggi, per la grave crisi che s’è abbattuta su cittadini e famiglie. Chi non regge al peso o alla vergogna di una vita di lavoro che sfuma nell’impossibilità di una ripresa o di un rilancio, sceglie vie senza ritorno. E non per colpe personali, ma per le difficoltà economiche che li strozzano. La crisi ci sta cambiando. Nel bene e nel male. Sarà un’opportunità se sapremo rivedere i nostri stili di vita. Verso una maggiore sobrietà e solidarietà. Le difficoltà si superano non isolandosi o rinchiudendosi in sé stessi, ma cercando assieme come uscire dal tunnel verso la luce. Purtroppo, oggi, stanno venendo meno tante reti di protezione.

Pubblicato il 14 maggio 2012 - Commenti (0)
02
mag

Quando la crisi uccide

Ho cinquantotto anni e sono un cattolico praticante da sempre. Ho appena finito di leggere la notizia che, in appena quattro mesi e mezzo, ben ventitré imprenditori si sono tolti la vita per disperazione. Una buona percentuale sono del ricco Nordest. Dati agghiaccianti. Di fronte a una simile situazione, perché la Chiesa, che è chiamata a difendere i più poveri e le persone in difficoltà, non alza nemmeno un dito? Perché resta impassibile di fronte all’abuso di potere di chi ci governa? Ce l’ho anche con quei politici cattolici che vanno a Messa e poi, tranquillamente, pensano solo ai loro affari e interessi privati. Hanno una bella faccia tosta! Sto perdendo fiducia in questa Chiesa poco credibile, che non prende posizioni forti. D’altronde, le chiese sono sempre più vuote e calano anche i cattolici praticanti.

Giovanni - Verona

“Padova, strangolato dai debiti impresario edile si uccide”; “Non riesce a pagare gli stipendi, imprenditore si uccide”; “Gli affari vanno a picco, si uccide il titolare di un minimarket”... Ogni giorno, sono queste le notizie che fanno capolino, con più frequenza, sui giornali. Una vera escalation, che non può lasciare indifferenti, ma deve scuotere le coscienze di tutti. Lo Stato così sollecito nell’incassare i soldi dei cittadini, con qualche eccesso di intimidazione per i più deboli, è sordo ai reclami di imprenditori che falliscono, anche perché lo Stato non paga. La Chiesa è in prima linea, con Caritas e parrocchie, in aiuto a famiglie e lavoratori in difficoltà. E si sprecano gli appelli solidali. Non ultimo quello del cardinale Scola, per una maggiore attenzione «al prolungarsi della crisi, con le sue drammatiche ricadute».

Pubblicato il 02 maggio 2012 - Commenti (23)
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