14
mag
Troppo spesso, soprattutto
qui nel Nordest, assistiamo
a suicidi per la crisi. Qualcosa
di inquietante. La vergogna,
le difficoltà, i creditori che
ti assalgono, le tasse sempre
più alte, le notti insonni...
tutto sembra andare in
frantumi. C’è chi perde il
controllo e non trova altra
uscita se non nella morte. Ma
io temo che ci sia anche una
mancanza di fede in Dio e di
fiducia nella famiglia. Chi si
toglie la vita crede davvero
di aiutare così i propri figli?
Un tempo si sentiva parlare
di fede, speranza e carità.
I nostri padri hanno
affrontato tante difficoltà, ma
ce l’hanno fatta. Con dignità.
Forse, oggi, dovremmo avere
uno stile di vita più sobrio
e solidale. E ricordarci di chi
non riesce a mettere insieme
pranzo e cena.
Annamaria
Estromettere Dio dal mondo
non rende il mondo migliore.
Una società senza valori è destinata
a sfaldarsi. Senza solide
radici, la pianta è soggetta a
soccombere alle intemperie. Come
avviene, oggi, per la grave
crisi che s’è abbattuta su cittadini
e famiglie. Chi non regge al
peso o alla vergogna di una vita
di lavoro che sfuma nell’impossibilità
di una ripresa o di
un rilancio, sceglie vie senza ritorno.
E non per colpe personali,
ma per le difficoltà economiche
che li strozzano. La crisi ci
sta cambiando. Nel bene e nel
male. Sarà un’opportunità se
sapremo rivedere i nostri stili di
vita. Verso una maggiore sobrietà
e solidarietà. Le difficoltà
si superano non isolandosi o
rinchiudendosi in sé stessi, ma
cercando assieme come uscire
dal tunnel verso la luce. Purtroppo,
oggi, stanno venendo meno
tante reti di protezione.
Pubblicato il
14 maggio 2012 - Commenti
(0)
02
mag
Ho cinquantotto anni e sono un cattolico praticante da sempre. Ho
appena finito di leggere la notizia che, in appena quattro mesi e
mezzo, ben ventitré imprenditori si sono tolti la vita per disperazione.
Una buona percentuale sono del ricco Nordest. Dati agghiaccianti.
Di fronte a una simile situazione, perché la Chiesa, che è chiamata
a difendere i più poveri e le persone in difficoltà, non alza nemmeno
un dito? Perché resta impassibile di fronte all’abuso di potere di chi
ci governa? Ce l’ho anche con quei politici cattolici che vanno a Messa
e poi, tranquillamente, pensano solo ai loro affari e interessi privati.
Hanno una bella faccia tosta! Sto perdendo fiducia in questa Chiesa
poco credibile, che non prende posizioni forti. D’altronde, le chiese
sono sempre più vuote e calano anche i cattolici praticanti.
Giovanni - Verona
“Padova, strangolato dai debiti impresario edile si uccide”; “Non riesce a
pagare gli stipendi, imprenditore si uccide”; “Gli affari vanno a picco, si uccide
il titolare di un minimarket”... Ogni giorno, sono queste le notizie che
fanno capolino, con più frequenza, sui giornali. Una vera escalation, che
non può lasciare indifferenti, ma deve scuotere le coscienze di tutti. Lo Stato
così sollecito nell’incassare i soldi dei cittadini, con qualche eccesso di intimidazione
per i più deboli, è sordo ai reclami di imprenditori che falliscono,
anche perché lo Stato non paga. La Chiesa è in prima linea, con Caritas e
parrocchie, in aiuto a famiglie e lavoratori in difficoltà. E si sprecano gli appelli
solidali. Non ultimo quello del cardinale Scola, per una maggiore attenzione
«al prolungarsi della crisi, con le sue drammatiche ricadute».
Pubblicato il
02 maggio 2012 - Commenti
(23)