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Il male va sempre condannato

Sono una nuova lettrice di Famiglia Cristiana, spinta ad abbonarmi dal tanto bene di cui ho sentito parlare. Le dico che non sono stata delusa. Anzi, vi leggo con vero interesse, ricevendone una grande ricchezza. Vorrei fare alcune riflessioni, dopo aver letto il numero di questa settimana. Primo: il fatto di andare a Messa non sempre fa di una persona un buon cristiano. Se non si esce cambiati è inutile andarvi. Secondo: il male è male e va riconosciuto sempre come tale. Non c’è giustificazione, né si può dire «Chi è senza peccato scagli la prima pietra», dimenticando che Gesù dice anche «Va’ e non peccare più». Terzo: come credente mi fa male pensare che un posto di lavoro si possa barattare con prestazioni di vario genere.
Anna M. - Pavia

Le tue osservazioni sono pertinenti e condivisibili. Ci richiamano al dovere della coerenza. Non basta dirsi cristiani se la nostra vita contraddice il Vangelo. Il messaggio evangelico va preso nella sua interezza e scomodità. Non possiamo continuare con una religione “fai da te”. Come fossimo al supermercato, dove ognuno sceglie quel che più gli piace o fa comodo. Il male va sempre condannato. Senza indugi. Né vanno fatti sconti ai potenti. A tutti bisognerebbe ricordare il monito del Signore: «Guai a chi dà scandalo».

Pubblicato il 09 marzo 2011 - Commenti (12)

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Postato da Libero Leo il 28/03/2011 22:49

Per Stefano Pelloni. E' difficile e poco prudente fare nomi. Comunque, mi sembra che quasi tutti i sedicenti giornalisti siano politicizzati e, consapevolmente o inconsapevolmente, si autocensurino e non pubblichino notizie negative per la loro parte politica, o positive per la parte avversa. Ormai la politica viene prima di tutto; prima della verità, prima della morale, prima della religione. Cito un esempio di autocensura. Se si confronta l'Italia con gli altri Paesi, emerge chiaramente che la giustizia è forse il settore in cui l'Italia più si distingue in negativo. Oltre il 30% di innocenti sono in carcere; molti sono dimenticati in carcere. Processi lunghissimi con molte assoluzioni dopo anni ed anni di patimenti. Molti sono stati indotti al suicidio anche per il "tintinnar delle manette". Giudici che non sempre appaiono imparziali in quanto manifestano la parte politica a cui appartengono. PM e giudici che sono colleghi (e spesso amici) e, quindi, appaiono alleati contro gli avvocati della difesa. Errori di magistrati che rimangono impuniti nonostante che un referendum avesse condannato questa impunità. Segreti d'ufficio che non vengono mantenuti, né si tenta di impedirli; ecc., ecc.. Di fronte a questa innegabile realtà vi sono giornalisti che non scrivono una sola riga per raccontarla. Non si pretende che si indignino, come sono abituati a fare per il gossip o altri fatti meno importanti e non provati. Ma i veri giornalisti dovrebbero raccontare questi fatti, che sono causa di gravissime sofferenze. Tuttavia bisogna comprenderli. In un contesto in cui la politica viene prima di tutto, forse la loro passione politica li acceca e non consente loro di vedere e trattare questi fatti incontestabili, che potrebbero sminuire l'effetto della loro lotta politica. Forse non si rendono conto che, così facendo, vengono meno al loro dovere di veri giornalisti. Ma ormai, forse a causa del contesto culturale in cui ci troviamo, sentono di dover essere più politici che giornalisti.

Postato da dino avanzi il 25/03/2011 13:39

Condivdo pienamente, in questi giorni ho sentito dire dai vari inquisiti: sono peccatore quindi sono cristiano. Penso che le parrocchie e le comunità cristiane dovrebbero fare della seria catechesi sulla vita eterna e la risurrezione della carne, sull'inferno, sul purgatorio, sul Paradiso . Anche Formigoni, per giustificare certi comportamenti, diceva "chi è senza peccato scagli la prima pietra". beh, se permette......
Dino 51

Postato da Stefano Pelloni il 24/03/2011 18:49

Sono d'accordo. Io aggiungerei anche quelli che strumentalizzano principi in sè giusti e condivisibili per finalità improprie. Se la sentirebbe di fare qualche nome?! Se lei ci sta, ci sto anch'io.

Postato da Libero Leo il 24/03/2011 16:36

Per Stefano Pelloni.Non so quali siano per lei i giornali insospettabili. I giornalisti che per me sono accecati dalla passione politica sono quelli che vedono la realtà semplicemente dicotomica: tutto bianco bianco da una parte, e tutto nero dall'altra. E' facile riconoscerli perchè la loro passione politica li costringe a dire di Tizio solo tutto il male possibile, tacendo il male anche degli avversari di Tizio, perchè tornerebbe a vantaggio di Tizio. Se Caio è amico di Tizio, lo criticano. Ma se poi diventa nemico di Tizio, improvvisamente non lo criticano più.

Postato da Stefano Pelloni il 22/03/2011 16:31

Si riferisce forse anche a certi giornali "insospettabili"?

Postato da Libero Leo il 22/03/2011 13:41

Per Giorgio Traverso. Chi sono i 'mercanti nel tempio', che, secondo lei, non dovrebbero essere perdonati? Ho letto una interpretazione in base a cui sarebbero coloro che usano il tempio, la chiesa e la religione per i loro scopi personali. Ad esempio, coloro che strumentalizzano la religione per i loro vantaggi economici e politici. Perciò è molto facile trovarli tra coloro che mescolano religione e politica. Sarebbe bene tenere ben distinta la religione dalla politica. Ma in questi tempi sembra proprio impossibile. Tutti vogliono parlare di politica per indignarsi, criticare, rivendicare, in cerca di contrapposizione più che di dialogo. Ma anche costoro vanno compresi e perdonati perchè spesso, accecati dalla passione politica, non si rendono conto di quel che fanno.

Postato da giorgio traverso il 18/03/2011 23:17

A me,sembra che invece c'è perdono per tutto. E' vero che siamo tutti peccatori, però chi sbaglia deve subirne le conseguenze. Anche la chiesa, in certe occasioni, si è dimostrata troppo indulgente. Gesù Cristo perdonò i suoi carnefici, ma non i mercanti nel tempio.
giorgio traverso

Postato da Libero Leo il 17/03/2011 00:01

Rispondo a Paolo Ruffatti. Il capo dello stato a cui fa riferimento la notizia che ho ricordato è quello italiano; non quello tedesco. Con la mia non volevo certo iniziare una delle solite sterili polemiche di contrapposizione, nelle quali non saprei da che parte collocarmi. A me interessava solo illustrare con un caso pratico a quali conclusioni si giunge accogliendo ed applicando la coerenza, "il male va sempre condannato" ed il "guai a chi dà scandalo", a cui fa riferimento don Sciortino. Per coerenza bisognerebbe indignarsi col capo dello stato così come ci si indigna con gli altri 'potenti'. Sono molto curioso di vedere la coerenza applicata ad un caso pratico. Personalmente non sono d'accordo col moralismo categorico che mi pare traspaia da quanto scrive don Sciortino. Non lo ritengo evangelico. Mi pare che Gesù ci abbia insegnato cose ben diverse dalla indignazione, dalla critica, dalla rivendicazione, dal moralismo e dal giustizialismo. Se ci si inoltra lungo la strada del moralismo e del giustizialismo categorico, si entra in una spirale in cui, prima o poi, si incontra qualcuno che ci accusa in quanto è più moralista e giustizialista. E ci si allontana sempre più dal Vangelo.

Postato da Stefano Pelloni il 16/03/2011 19:29

Giusto, il "dovere della coerenza" è un principio incontestabile, ed è evidente che "il male va sempre condannato". Attenzione però che questa sacrosanta affermazione di principio non diventi, molto più prosaicamente, il paravento dietro cui celare la volontà di attacco ad una sola parte politica, quella che non piace. Perchè altrimenti si tratterebbe solo di ipocrisia. Se il male va condannato "sempre", esistono miriadi di situazioni che attendono solo un piccolo squarcio di luce che le elevi alla dignità dell'attezione pubblica. Mi permetto umilmente di notare che non ho udito, in queste settimane, una sola parola di denuncia sullo scandalo delle donne quotidianamente umiliate, violentate nel corpo e nell'anima, offese, minacciate, e oltraggiate che vediamo in ogni momento della giornata ai bordi delle nostre strade. Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, ma anche tutte le vittime. Io vorrei che un decimo dell'attenzione e dello spiegamento di mezzi che la Procura di Milano ha riservato a Berlusconi fossero riservati alla liberazione di queste schiave. Che schiave lo sono veramente e che portano quotidianamente un fardello di dolore, e non delle arrampicatrici sociali. E non denunciare questo scandalo, diventa complicità.

Postato da Paolo Ruffatti il 13/03/2011 22:43

Caro Sig Libero Leo, non ho capito dal suo fraseggiare se il capo dello stato in questione sia quello tedesco o quelli italiano. Se fosse quello italiano, vorrei che lei, attento lettore, riportasse anche la notizia che il nostro Presidente Napolitano ha risparmiato, sul budget assegnato al Quirinale per il 2010 svariate decine di milioni di €, mentre la Brambilla (ne prendo una a caso) che aveva un budget di 15 milioni ne ha spesi dieci volte tanto (anche questo riportato dai giornali), mettendo a capo dell'ACI e altre aziende pubbliche amici fidanzati ecc, tipo Alemanno (lui a centinaia al colpo). Lasciamo perdere il potente massimo e la sua cricca: che come ti giri trovi di tutto! Cerchi di guardare le travi e lasci perdere la pagliuzza, per favore!

Postato da Libero Leo il 11/03/2011 22:59

Ottimo è il richiamo al "dovere della coerenza", nonchè la conclusione di don Sciortino che qui riporto: "Il male va sempre condannato. Senza indugi. Né vanno fatti sconti ai potenti. A tutti bisognerebbe ricordare il monito del Signore: «Guai a chi dà scandalo».". Fatta questa premessa, vorrei fare presente la notizia apparsa sui giornali, che riguarda il capo dello stato. Qualche hanno fa una TV tedesca lo accusò (con evidente ed inequivocabile documentazione) di 'fare la cresta' sulle note spese a carico del parlamento europeo. Si dirà: è poca cosa. Ma è comunque un furto ed una azione che dà scandalo. In base alla coerenza richiamata da don Sciortino ed alla sua conclusione sopra riportata, mi sembra inevitabile che si debba stigmatizzare e condannare il comportamento del capo dello stato così come si condanna il comportamento di altri 'potenti'. E' l'occasione per dimostrare coerenza ed imparzialità. Rimango in attesa di vedere indignazione e critica nei confronti del capo dello stato, analoghe a quelle già manifestate nei confronti di altri 'potenti'.

Postato da giuseppina fogli il 10/03/2011 21:26

"Il male va sempre condannato" e mi domando anche se vada sempre perdonato, anche quello che ti viene fatto all'interno della tua stessa famiglia anche se allargata, anche quello che vuole calpestare i tuoi diritti di figlia a favore di altri sempre figli, anche quello che ti ha tolto dall'amore di un padre dall'età di 6 anni e ti ha visto crescere cercando i capire quali fossero le tue colpe da dover scontare una sofferenza così grande. Oggi ho vissuto più di metà della mia vita e vorrei perdonare per potermi liberare di ogni forma di rancore per quella famiglia allargata che nonostante la morte di nostro padre continua a "togliermi", vorrei farlo per poter guardare il futuro con gli occhi di mio figlio, ingenui e fiduciosi, per poter essere finalmente libera di "amare". Quella famiglia allargata vive ad Alba e nelle mie visite periodiche ho sempre fatto visita alla chiesa di San Paolo, vorrei poter avere un dialogo con Lei affinchè mi potessi aiutare a liberare il mio cuore. Lina di Comacchio

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Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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