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ott
La parola di Dio è sempre valida
Ho appena letto le critiche di due lettori alla
presentazione della nuova Bibbia a ritmo di rap
(FC n. 41/2010), e sono rimasta senza parole. Sono
andata sul vostro sito per ascoltare lo spot e non vi
ho trovato nulla di scandaloso. Certo, il rap è uno
stile musicale un po’ “graffiante”, sicuramente non
è melodioso, ma non tutti abbiamo gli stessi gusti
musicali. Insieme a mio marito,
da quattro anni seguiamo
in parrocchia un gruppetto di
giovanissimi. E ci rendiamo conto
che, se vogliamo raggiungere il loro
cuore, il nostro linguaggio deve
cambiare. Eppure, non siamo
vecchi: abbiamo 36 e 39 anni.
Non bisogna stravolgere il Vangelo,
ma dobbiamo avere presente a chi
l’annunciamo. Secondo me, più che discutere dei mezzi
che usiamo, dovremmo prima chiederci se ci sforziamo
davvero di capire il linguaggio dei giovani, più che
voler imporre il nostro.
Lettera firmata
Il messaggio del Vangelo è sempre valido per tutti, nel
tempo e a ogni latitudine. Ma essendo parola di Dio “incarnata”
ha bisogno d’essere comunicata col linguaggio degli
uomini d’oggi. Inoltre, un conto è parlare ai bambini,
altra cosa rivolgersi al mondo della cultura. Senza questo
sforzo, rischiamo d’essere “fuori dal mondo”, nel vero senso
della parola. La peggiore tentazione da rifuggire è perpetuare
tutto ciò che s’è fatto nel passato, ignorando che,
nel frattempo, il mondo ha subìto profondi cambiamenti.
Il nostro linguaggio nell’annunciare il Vangelo, spesso, è
incomprensibile. È un parlare da “iniziati”. E i giovani non
hanno lo stesso codice per capirci.
Pubblicato il 21 ottobre 2010 - Commenti (0)