27
apr
La pornografia non è una cura
E’ la prima volta che le scrivo per un quesito che mi tormenta da tempo. La Chiesa condanna la pornografia? Se sì, perché alcuni preti o frati consigliano la visione di film porno a persone che hanno dei problemi sessuali? Glielo chiedo, con grande amarezza, perché l’ennesimo religioso consultato da mio marito, l’ha autorizzato alla visione di questo genere di spettacoli. Be’, si dà il caso che io, come moglie, non sia d’accordo su questa “terapia”. Anzi, ho detto a mio marito che vivere sotto lo stesso tetto di chi ricorre a questa “cura” mi disgusta. In passato ho sopportato un’astinenza sessuale forzata per suoi problemi di depressione. Si è rivolto a medici, psicologi, psichiatri e religiosi. Ma solo da questi ultimi ho avuto le maggiori delusioni.
Rita
Singolare quanto mi racconti a proposito di tuo marito alle prese con una “cura” che, a mio parere, è peggio del male da cui vuole guarire. Non so chi siano i religiosi (frati e preti) cui si è rivolto per i suoi problemi sessuali, ma credo che sia incappato proprio male. E, forse, non è materia di loro competenza. Meglio seguire i consigli di medici, psicologi o psichiatri competenti e affidabili. Non c’è alcun dubbio, però, che la Chiesa condanna la pornografia. E in modo netto. Nonostante, ormai, essa pervada ogni momento della nostra vita, e i ragazzi ne abbiamo facile accesso, anche tramite Internet. Ciò contribuisce a banalizzare, ancor di più, la sessualità, il vero amore e qualsiasi impegno serio e duraturo per il matrimonio. Per non dire della donna mercificata, come puro oggetto di piacere.
Pubblicato il 27 aprile 2010 - Commenti (6)