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Quando gli amici tradiscono

Non è da molto che leggo Famiglia Cristiana. Ma da quando l’ho scoperta mi ci sono affezionata. Trovo nelle sue lettere una risposta a tanti miei perché. Ho quattro figli e un marito meraviglioso. Frequentiamo spesso la parrocchia e facciamo volontariato. Ci siamo creati una bella compagnia di amici e passiamo insieme molte domeniche. Spesso aiutiamo famiglie bisognose sia con cose materiali sia con un sostegno morale, ove necessario. Fino a poco tempo fa, seppur tra tanti sacrifici, la mia era una vita serena. Purtroppo, nel giro di due anni mi è crollato il mondo addosso. In breve tempo, la mia famiglia è stata colpita da tre lutti: mia madre e due miei giovanissimi fratelli. Tutto preceduto da una terribile malattia. Per stare vicina ai miei cari, in quel periodo mi sono allontanata dai figli e da mio marito. Loro hanno capito e mi hanno sostenuto. Così non è stato, invece, da parte degli amici e della parrocchia. Non una visita né una telefonata. Sono profondamente delusa. Ma come, aiutiamo gli stranieri a integrarsi e poi non ci accorgiamo del vicino di panca? Come spiegare questo comportamento ai miei figli? Ho sempre parlato loro di condivisione, soprattutto nel dolore. E non solo nelle belle mangiate e chiacchierate.

S.G. - mamma quarantenne

I veri amici si scoprono nel momento del bisogno. Il dolore è la cartina di tornasole che mette a nudo verità e sincerità di tanti rapporti. Anche familiari. È triste assistere al dileguarsi di amici e parenti, quando una presenza o una buona parola sono la migliore medicina per chi, gravemente provato da malattie, si sente mancare gli affetti più cari. Non ci sono ragioni, sia pure in sé valide, a giustificare questi gravi peccati di omissione. “Pietà” e “compassione” verso chi è più debole devono prevalere su impegni, occupazioni. E anche rancori familiari. Per non dire che “visitare gli ammalati” è una di quelle opere di misericordia su cui, noi cristiani, saremo giudicati. Come ci dice il Vangelo.

Pubblicato il 09 maggio 2012 - Commenti (2)

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Postato da sorgeilsole il 11/05/2012 13:58

Cara S.G. non devi meravigliarti. Molto spesso gli ambienti parrocchiali sono cosi'. Ministri di Dio piccoli piccoli che pensano solo a raccogliere fondi per le piu' disparate iniziative con un contorno di pochi parrocchiani la cui principale occupazione è quella di non far avvicinare altri alle cose che fanno. Mia madre,deceduta lo scorso maggio dopo essere stata colpita dall'Alzheimer, fervente cattolica, era una persona che credeva in quello che faceva e collaborava, senza alcun secondo fine, a varie attività parrocchiali, dalla pulizia della chiesa alla preparazione delle bende per i lebbrosi,dal gruppo missionario a...... a tante altre cose. Tutte le mattina si recava a messa accostandosi ai sacramenti. Il parroco aveva mille attenzioni per lei, cosi' utile in parrocchia. Ma il parroco era uno di quelli "piccoli piccoli".Mia madre si è ammalata ed il parroco si è semplicemente dimenticato di lei, cosi' come hanno fatto quelle altre persone con le quali mia madre collaborava in parrocchia. Solo una volta il parroco si è ricordato di lei. Un'ora dopo che con una persona a lui vicina mi ero lamentato di lui , ha telefonato a casa di mia madre dicendo che voleva venirla a trovare. L'abbiamo fatto entrare in casa solo per rispetto di mia madre. Questo parroco ,negli anni, ha comperato immobili per la chiesa, li ha ampliati, anche ultimamente nel fare la benedizione delle case ha lasciato una lettere nella quale chiedeva ai parrocchiani un ulteriore contributo di alcune centinaia di migliaia di euro per ristrutturare altri locali. E questo quando, ed anche nella sua parrocchia, c'è gente disoccupata che non sa come comperare il cibo per i proprio figli,ci sono anziani che non hanno di che curarsi. Cara S.G. a volte questa è purtroppo la realtà, ma non deve scoraggiarci. Oltre questi preti "piccoli piccoli" ce ne sono altri veramente grandi nella loro semplicità,nella loro naturalezza. Da tempo ho smesso di frequentare,per questo, la mia parrocchia, vado altrove, ho una profonda amicizia con altri sacerdoti. Una cosa soltanto mi rammarica: vedere come le autorità ecclesiastiche lascino spazio a questi preti "piccoli piccoli" quasi che il loro attaccamento ai beni terreni,alla ricerca continua di denaro anche a scapito del vero svolgimento del loro ministero sia una cosa voluta dall'alto, quasi che qualcuno ,nella gerarchia, abbia dimenticato che Gesu' cappio' i mercanti dal tempio. Cara S.G....un sorrriso.

Postato da degrel0 il 11/05/2012 11:07

Gentile Signora S.G.,Lei non è la prima nè sarà l'ultima ad avere questo tipo di delusione.A mie spese ho imparato che il bene lo si deve fare in casa,nell'ambito della propria famiglia.Gli altri modi sono solo autocompensazioni.

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Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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