04
set
Riconoscersi in questa Chiesa?
Faccio fatica a riconoscermi in questa
Chiesa. La deriva, prima civica poi etica,
non sembra scuotere i suoi rappresentanti.
Pensano più a difendere i propri privilegi
che a sostenere le famiglie che soffrono,
disperate per il futuro dei figli. Non voglio
generalizzare, ma questa è la situazione.
I vostri richiami sono sempre stati puntuali
e precisi sulla “carità di Stato”, denunciata
come offensiva della dignità delle persone.
La Chiesa ha due millenni di vita e ha
attraversato stagioni difficili. Oggi, la
minaccia più grave è l’indifferenza. C’è
il rischio che il cristianesimo si trasformi
in religione civile, senza più la forza della
profezia. Abbiamo perso il concetto di Chiesa
come “popolo di Dio”, del Vaticano II. Siamo
in un vicolo cieco. Compromesso dopo
compromesso.
Giordano M.
Al di là di alcune accuse generiche sulla Chiesa,
sento nelle tue parole una nostalgia di
quell’ottimismo che il Vaticano II aveva suscitato,
cinquant’anni fa. Quando rilanciava la profezia
nella Chiesa. E, soprattutto, nella riscoperta
della comune dignità di tutti i fedeli, in quanto
“popolo di Dio”, partecipi dello stesso battesimo
e della stessa missione, pur con compiti differenti.
I laici non sono subordinati al clero, né cristiani
di seconda scelta. Così come la vocazione
missionaria è impegno di tutti.
Pubblicato il 04 settembre 2012 - Commenti (5)