03
apr
Scuole statali e paritarie
Ho sedici anni e frequento la seconda
liceo presso una scuola statale. Prima
frequentavo un istituto paritario cattolico
che, come tanti altri, ha dovuto cessare
la sua attività. Quando sono arrivato nella
nuova scuola, assieme ad altri studenti,
non siamo stati accolti nel migliore
dei modi. Ci prendevano in giro perché
provenivamo da una scuola religiosa.
Ci siamo scontrati anche con gli insegnanti,
che non accettavano i nostri metodi
di lavoro. Abbiamo constatato molta
superficialità. Svolgono il loro ruolo non
come una missione. Sembra che lo facciano
solo per lo stipendio. L’insegnante deve
avere carisma, deve essere un’autorità
morale, saper andare al di là delle nozioni.
Oggi si elogia tanto la scuola statale,
ma non ha niente di più di quella cattolica.
Anzi, spesso sembra avere smarrito il suo
“scopo”.
Tommaso M.
Non giova a nessuno la contrapposizione
tra scuola statale e paritaria. Entrambe svolgono
un ruolo pubblico. E come tali devono essere
considerate. E anche sostenute dallo Stato.
Considerare private le scuole cattoliche è
concezione errata, perché il loro servizio è pubblico.
Spero si possa arrivare, quanto prima, a
riconoscere questo dato. Anche per evitare che
molte altre scuole cattoliche, come la tua, caro
Tommaso, siano costrette a chiudere per impossibilità
di sostenere i costi. I genitori devono
poter avere la libertà di scegliere la migliore
offerta formativa, senza dover pagare una
seconda volta se mandano i figli in una scuola
paritaria. Il nodo «senza oneri per lo Stato»,
scritto nella Costituzione, si scioglierebbe se solo
si badasse al bene degli studenti e delle famiglie
e non alle ideologie. Quanto agli insegnanti,
essi devono essere consci della responsabilità
che hanno e del delicato compito che
svolgono nella società. Nelle loro mani si formano
i cittadini del domani.
Pubblicato il 03 aprile 2012 - Commenti (1)