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lug
Se la moglie è trattata come una prostituta
Ho letto, con disappunto, la lettera dove noi
mogli veniamo accusate, quando rifiutiamo
un rapporto sessuale, di essere la causa per cui
i mariti “vanno a donne”. Dunque, la moglie
sarebbe una prostituta che non si paga? Serve
solo per badare alla casa e per sfogare le voglie
del consorte? Sono sposata da cinque anni, ma
non sono mai stata considerata e trattata come
un oggetto. Mio marito ha sempre accettato
i miei rifiuti. Ne abbiamo parlato con serenità,
come facciamo con gli altri problemi di coppia.
A quegli uomini che si lamentano delle mogli
non disponibili per il sesso 24 ore su 24, chiedo:
avete mai provato a tornare a casa, dopo una
pesante giornata di lavoro, e mettervi a badare
alla casa? Fatelo: sparecchiare la tavola o buttare
la spazzatura sono gesti molto apprezzati dalle
mogli. O temete che sia compromessa la vostra
cosiddetta virilità?
Elena
Una malintesa (e antiquata) concezione della virilità porta a
distinzioni di compiti che, oggi, non hanno più ragione d’essere (qualora l’avessero mai avuta in passato). Ad esempio,
pensare che a occuparsi dell’educazione dei figli dovesse essere
solo la donna. All’uomo competeva, invece, portare i soldi in casa.
E non bisognava chiedergli nient’altro. Guai, se al ritorno
dal lavoro, mentre in ciabatte si stravaccava davanti alla Tv, lo
si assillava con i problemi dei ragazzi. Che se la sbrigasse la
mamma. D’altronde, non lavorando, che stava a fare tutto il
giorno? Anche se il maschilismo resiste e stenta a morire, la situazione
sta cambiando. Sempre
più donne lavorano fuori casa,
dividendosi tra famiglia e professione.
La condivisione dei compiti
domestici e dell’educazione dei
figli s’è ottenuta più per necessità
che per scelta. L’importante è
non arretrare da questo cammino
di conquiste.
Pubblicato il 26 luglio 2010 - Commenti (0)