25
giu
Una persona è più di un piercing
Ho vent'anni e sono un abituale lettore. Mi è capitato di leggere sulla rivista un commento di don Mazzi, che non condivido assolutamente. Parlando di statistiche e percentuali sulle piaghe sociali, dice che il tredici per cento dei giovani fa sesso, ha un piercing da qualche parte e ha rubato qualche oggetto. Trovo questi dati vicini alla realtà, ma non accetto che chi ha un piercing sia messo sullo stesso livello di chi fa uso di droga. Io ho un piercing e non sono un drogato. Anzi, faccio volontariato con un ragazzo disabile. Non mi va d'essere accomunato ai drogati, solo per un fatto estetico. Sarebbe come criticare qualcuno per un taglio di capelli strano. La persona è qualcosa di più del suo aspetto esteriore.
Davide
Sono sicuro che don Mazzi non voleva mettere sullo stesso piano droga e piercing. Stava solo facendo un elenco di alcuni fenomeni, senza alcuna comparazione. Giudicare una persona soltanto dall'apparenza esterna porta a considerazioni fuorvianti o errate. Dietro "stranezze" esteriori si nascondono spesso sensibilità impensate a prima vista. Qualcuno, caro Davide, può aver giudicato anche te negativamente, guardando il tuo piercing. Senza conoscerti e ignorando il tuo impegno di volontario con un ragazzo disabile. Come in tante altre cose, a prevalere dovrebbe essere sempre il buonsenso. Tenendo in gran considerazione anche gli aspetti che riguardano la salute. Qualche rischio a "bucare" la pelle (questo il significato del termine "piercing") bisogna pur metterlo in conto. Personalmente, gli eccessi mi danno fastidio. Come l'esibizione dei tatuaggi dei calciatori. Non c'è più un solo centimetro del loro corpo esente da figure e scritte. Mi chiedo: che senso ha tutto ciò?
Pubblicato il 25 giugno 2012 - Commenti (0)