Don Sciortino

di Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. E' laureato all'Università La Sapienza di Roma. E' autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

 
19
ott

L’uragano che spaventa il Messico

La violenta tempesta che la scorsa settimana ha spaventato il Messico

La scorsa settimana sulle calde acque del Pacifico, appena di fronte alle coste messicane, si è mosso l’ennesimo ciclone tropicale di questa annata piuttosto affollata, in cui al di sopra del Pacifico Orientale si sono già formati ben nove uragani (gli uragani sono i cicloni tropicali più intensi, quelli al cui interno i venti soffiano ad almeno 118 chilometri orari), contro gli otto dell’intero 2009 e gli appena 3 del 2010.

La violenta tempesta, ribattezzata Jova, intorno a metà della scorsa settimana ha messo in grande allarme popolazione e autorità del Messico: come testimoniato dall’immagine raccolta dal satellite Terra della NASA il ciclone tropicale martedì 10, durante il suo movimento di avvicinamento alle coste occidentali del Messico, ha sviluppato il classico “occhio del ciclone”, chiaro indizio di una tempesta di grande violenza ed elevato potenziale distruttivo. Durante quello stesso martedì Jova è divenuto via via più potente fino a raggiungere l’intensità di uragano di categoria 3 (in una scala che va da 1 a 5), accompagnato da piogge torrenziali e venti oltre 200 chilometri orari. Fortunatamente poco prima di raggiungere il continente americano il ciclone tropicale ha perso forza ed è stato declassato a uragano di categoria 2: una tempesta comunque temibile, ma che nel suo passaggio sul Messico è stata meno letale di quanto si temesse, causando “solo” 6 vittime, mentre i danni, almeno a una prima stima, ammontano a circa 200 milioni di pesos (al cambio attuale più o meno 15 milioni di dollari) e comprendono la distruzione di un ponte nei dintorni dell’importante porto commerciale di Manzanillo.

Pubblicato il 19 ottobre 2011 - Commenti (0)
18
ott

Medicine all'ora giusta con i ritmi circadiani


Sono molti i malesseri che tendono a seguire ritmi circadiani ovvero una cadenza prossima alle 24 ore. Ad esempio di notte chi ha subito importanti operazioni chirurgiche va più facilmente incontro a complicazioni, come pure aumenta la secrezione acida dello stomaco (attenzione all’ulcera, soprattutto tra le 22.00 e le 2.00) e compaiono più facilmente attacchi d’asma, intorno alle 4.00, orario in cui il corpo riduce al minimo la produzione di sostanze bronco-dilatatrici naturali. I rischi di ictus e infarto aumentano nelle prime ore del mattino, quando sale la pressione del sangue e sempre intorno alle 6.00 le persone diabetiche sono maggiormente a rischio di crisi ipoglicemiche poiché i livelli di insulina raggiungono i valori minimi.

Ma, dopo aver superato le insidie della notte, il momento del risveglio può rivelarsi poco piacevole per chi soffre di emicrania, che spesso si presenta in questa fascia di orario, e ancor di meno lo è per chi soffre di raffreddore da fieno, i cui sintomi (naso chiuso, lacrimazione, difficoltà a respirare) sono massimi al risveglio. Sempre tra le 7.00 e le 9.00 è maggiore il numero di casi di angina pectoris, rispetto alle altre ore del giorno.

Ma anche la seconda parte della giornata riserva le sue sorprese: tra le 17.00 e le 19.00 si possono manifestare i malesseri - come il mal di testa - legati all’aumento della pressione sanguigna, mentre le ultime ore della sera sono quelle più a rischio per le emorragie cerebrali.

Insomma un vero percorso a ostacoli! Ma anche l’aver scoperto questi “trabocchetti” può alla fine venire in aiuto per far fronte al “nemico”. Il fatto di conoscere i momenti critici di ogni malattia permette infatti di somministrare la terapia al momento più opportuno. La cronoterapia trova infatti molte applicazioni, specie nel campo oncologico: sembra infatti che cellule sane e cellule tumorali abbiano cicli cellulari – “orologi interni” che regolano la proliferazione delle cellule – diversi. L’intento in questo caso è quello di calibrare la cura, minimizzando i danni all’organismo, tenendo conto di questa diversità. Come dire cercare di costruire un’arma intelligente che sappia rilevare questo parametro per puntare unicamente sulle cellule nemiche…rendendo minimo il numero di vittime innocenti, le cellule sane.

Pubblicato il 18 ottobre 2011 - Commenti (0)
14
ott

L’autunno ora mostra i muscoli

Nell'immagine, le correnti fredde ( in blu) che tra venerdì e sabato si riverseranno dai Balcani verso l’Adriatico.
Nell'immagine, le correnti fredde ( in blu) che tra venerdì e sabato si riverseranno dai Balcani verso l’Adriatico.

Torna  definitivamente il fresco. Fino a 3-4 giorni circolavano voci ricorrenti circa un imminente ritorno di un’altra ondata di caldo dal sapore estivo, voci che, alla fine, si sono rivelate un flop.  E questo perche tali previsioni, più che il frutto  delle più recenti proiezioni dei modelli fisico-matematici più accreditati - come il modello europeo ECMWF (European Center  for Medium Weather Forecast) e il modello americano GFS (General  Forecast System) -  erano  il maldestro tentativo di una o più centri meteorologici di fare audience a tutti i costi.

E’ pur vero che  dopo la rinfrescata  portata sulla penisola dalla perturbazione giunta tra venerdì 7 e sabato 8 ottobre, le temperature sono tornate a risalire tra martedì e mercoledì appena passati, mantenendosi  però su valori massimi per lo più inferiori a 27 gradi. Per di più il rialzo termico, come previsto, è stato di brevissima durata  tanto che già ieri, giovedì 13,  una perturbazione atlantica , dopo avere raggiunto i Balcani, si è riversata sull’Italia con fresche correnti nord orientali, le quali porteranno un nuovo sensibile calo  delle temperature, con apice  tra sabato  e domenica prossimi. Il freddo sulle regioni adriatiche sarà reso più pungente dagli attivi venti di Bora. La perturbazione porterà anche rovesci, da venerdì 14 a domenica 16, sulle estreme regioni meridionali.

Ma ecco in dettaglio il tempo  fino lunedì 17 ottobre.

Venerdì 14: un po’ di nubi al Nordovest, Marche, Umbria, Bassa Toscana  e al Sud; sereno al Centro e sulla Sardegna; rovesci e qualche temporale su Alpi Marittime, Molise, Salento, Lucania, Campania, Calabria,  Sicilia est e Sud Sardegna, forti dalla sera su Salento, Messinese.  Nella sera ancora rovesci su bassa Calabria, Sicilia. Fori venti nord orientali su tutti i mari. Temperature in sensibile calo su regioni adriatiche e Valpadana.

Sabato 15: un po’ di nubi su Abruzzo, Salento Calabria, Sicilia; qualche rovescio su Salento, Bassa Calabria, Sicilia; ancora forti venti nord orientali sui mari. Un po’ freddo ovunque, con valori massimi per lo più inferiori a 21 gradi.

Domenica 16: un po’ di nubi solo su regioni ioniche, rilievi campani-lucani; molte nubi su Sardegna; bello  soleggiato sul resto d’Italia; qualche rovescio pomeridiano solo su Bassa Calabria; ancora ventoso per venti da nordest sui mari  del Sud. Ancora un po’ freddo ovunque con massime in genere ancora  inferiori  a21 gradi.

Lunedì 17: un po’ di nubi solo su Lazio, Est Sicilia. Soleggiato sul resto d’Italia. Venti ancora nord orientali ma deboli. Temperature in rialzo ma ovunque gradevoli.

Pubblicato il 14 ottobre 2011 - Commenti (0)
12
ott

Enorme nube di smog attorno a Pechino

cina_meteo

Inquinamento urbano e incendi di natura agricola sono la causa del fenomeno

Durante la domenica appena trascorsa a Milano le macchine sono rimaste ferme, bloccate dal divieto di circolazione imposto in seguito allo sforamento, la settimana scorsa, dei livelli di inquinamento.

Se è vero che quello dell’inquinamento urbano è un problema serio per numerose nostre città, fortunatamente però l’emergenza non raggiunge ancora i livelli tipici di alcune grandi metropoli poste all’altro capo del Mondo. E’ ad esempio il caso di Pechino, una delle città più inquinate del Pianeta: nella capitale cinese di frequente le concentrazioni di sostanze tossiche nell’aria raggiungo livelli addirittura cinque volte superiori ai valori definiti nocivi per la salute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ne è un chiaro esempio ciò che è successo la settimana passata, come testimoniato anche dall’immagina scattata dai satelliti della NASA lo scorso venerdì 7 ottobre: un’enorme nube di smog, costituita di pulviscolo, ceneri e gas tossici, ha difatti avvolto una grossa fetta di territorio cinese nei dintorni di Pechino. L’enorme nuvola inquinata, diffusa dal vento, si è difatti sparpagliata su una vasta regione a sud della capitale, coprendo un tratto di costa lungo oltre 100 chilometri, dalla Baia di Bohai ai litorali affacciati sul Mar Giallo. La densità della sporcizia presente nell’aria era tale da nascondere addirittura alla vista del satellite alcuni tratti di costa! L’enorme nube di smog, come spesso accade nei dintorni di Pechino, è stata generata sia dalle grandi quantità di sostanze inquinanti prodotte dalla città che dagli incendi appiccati a scopi agricoli dai contadini delle campagne tutt’attorno la capitale.

Pubblicato il 12 ottobre 2011 - Commenti (0)
11
ott

La tempesta perfetta

Un evento reale descritto nel film “The perfect Storm”

Tra fine ottobre e novembre le condizioni climatiche sono in rapida evoluzione in tutti gli Stati Uniti Orientali. Difatti in tale periodo gelidi venti occidentali, provenienti dal Canada, iniziano, regolarità, a fare rapide incursioni nelle grandi pianure degli USA. In contrapposizione, più a Est, l’Oceano Atlantico è ancora molto caldo, e talvolta su queste acque si formano ancora uragani di fine stagione. Il contrasto masse d’aria così differenti - quella fredda dal Canada e quella più calda sopra la superficie oceanica - è appunto la miccia che talvolta innesca violente tempeste al largo del Nord America.Queste tempeste, note come “Nor’Easters” (così chiamate per gli intensi venti Nord Orientali che si abbattono sul continente) hanno una pessima fama tra i pescatori della regione.

 Tuttavia, è bizzarra la concomitanza di eventi che portò alla formazione della “tempesta di Halloween”, un ibrido tra le più violente tempeste delle medie latitudini e i temibili cicloni tropicali. Chiamata la “tempesta perfetta” dai meteorologi del National Weather Service, il cataclisma affondò il peschereccio Andrea Gail, e da tale evento ha preso poi spunto il noto film “The perfect Storm”.

Tutto iniziò il 28 ottobre 1991 quando un vasto fronte freddo che stava scivolando lungo il nordest degli USA generò una depressione extratropicale a qualche centinaio di chilometri al largo della Nuova Scozia. Nel frattempo l’uragano Grace, che si era formato appena il giorno prima e inizialmente in movimento verso nordovest, fece una repentina deviazione verso est. La sera del 29 ottobre, l’uragano Grace, giunto nei pressi delle Bermuda, venne risucchiato dalla depressione extratropicale, la quale subì così una ulteriore intensificazione: già il giorno successivo risultava ormai impossibile distinguere ciò che rimaneva di Grace dal resto del sistema. Nelle ore che seguirono la depressione si mosse verso Sud, continuando a guadagnare energia, e raggiungendo nel pomeriggio del 30 ottobre il massimo di intensità, con un minimo di pressione di 972 mb e venti da 215 chilometri orari. La forte differenza di pressione tra l’area anticiclonica sul Canada (massimo di 1043 mb) e il centro di bassa pressione, diede origine a venti violenti che misero a soqquadro i mari e le coste orientali degli USA, tanto che il 30 ottobre molte imbarcazioni furono investite da raffiche di 180-210 km/ora, mentre le boe sonda del NOAA registrarono onde alte fino a 13 metri. I danni maggiori però vennero provocati dalle eccezionali ondate e dalle elevate maree che sommersero ampi tratti di costa: onde tra 1 e 10 metri furono osservate dalla Carolina del Nord fino alla Nuova Scozia, e nel New Jersey si registrò uno dei più alti livelli di marea del secolo scorso. Presumibilmente, proprio in questa prima fase di crescita della tempesta, si consumò la tragedia dello Andrea Gail: il peschereccio, con i suoi 6 membri di equipaggio affondò nella notte tra il 28 e il 29 ottobre, investito dal nucleo della tempesta.

Pubblicato il 11 ottobre 2011 - Commenti (0)
07
ott

Venerdì arriva l'autunno. Stop al caldo estivo

L’aria fredda Nord Atlantica ( in blu) nel  primo pomeriggio di venerdì, dopo aver raggiunto le Alpi, nel pomeriggio di venerdì inizia a propagarsi in parte verso l’Alto Adriatico, in parte verso il Mar di Corsica e in, parte, scavalca le Alpi,  giungendo su Piemonte e Lombardia.
L’aria fredda Nord Atlantica ( in blu) nel primo pomeriggio di venerdì, dopo aver raggiunto le Alpi, nel pomeriggio di venerdì inizia a propagarsi in parte verso l’Alto Adriatico, in parte verso il Mar di Corsica e in, parte, scavalca le Alpi, giungendo su Piemonte e Lombardia.

L’autunno sta per mettere fine in maniera definitiva al tempo bello e soleggiato ma anche al caldo anomalo estivo che insistono sulla penisola quasi ininterrottamente da più di 2 mesi Infatti alla fine di giovedì 6 ottobre un intenso ed esteso nucleo di aria fredda proveniente dalla Groenlandia si porterà a ridosso delle Alpi per poi propagarsi, tra venerdì 7 e sabato 8 ottobre, a tutta l’Italia.
Il nucleo di aria fredda sarà accompagnato, oltre che da rovesci e temporali, anche da forti venti su tutti i mari e persino da nevicate oltre 1000 metri in prossimità delle Alpi di confine.
Ma il dato di maggiore rilievo sarà il brusco e sensibile calo delle temperature fino a sconfinare nel freddo, specie nella giornata del 9 ottobre.
Poi le temperature torneranno a salire un po’, mantenendosi però su freschi valori autunnali .
Ma ecco in dettaglio il tempo previsto sulla penisola da venerdì 7 a lunedì 10 ottobre.

Venerdì 7: al mattino rasserena su regioni di Nordovest per l’arrivo di venti di Fohen; sereno al mattino anche su Abruzzo, Molise, Puglia, regioni ioniche; nubi sul resto d’Italia con rovesci e temporali su Est Lombardia, Venezie, Emilia, Romagna, regioni tirreniche, Marche, Umbria, Ovest Sardegna, Trapanese. Al pomeriggio rovesci e temporali su Friuli, Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Molise, Umbria, Lazio, Campania, Calabria tirrenica e Nord Sicilia. Nella sera rovesci su Abruzzo, Molise, Foggiano, Campania, Calabria tirrenica, Ovest Sicilia, Val d’Aosta. Nevicate sulle Alpi di Confine e Alto Adige oltre 1200 metri. Ventoso su quasi tutti i mari.

Sabato 8:
sereno su quasi tutto il Centronord; rovesci e temporali al mattino e pomeriggio su Medio-bassa Puglia, Lucania, Salernitano, Calabria e Sicilia; deboli nevicate sulle Alpi di confine; ventoso su tutti i mari per venti settentrionali.

Domenica 9:
nubi su medio Adriatico e al Sud; sereno sulle altre regioni. Rovesci su Marche, Abruzzo, Puglia, Bassa Calabria, Lucania, Nord Sicilia. Nevicate su Alto Adige oltre 1200 metri. Freddo al mattino al Centronord. Forte Maestrale su quasi tutti mari. Sensibile ulteriore calo delle temperature tranne le regioni di Nordovest.

Lunedì 10: nubi su Medio Adriatico, Dolomiti e Venezie, ma senza piogge. Sereno sulle altre regioni. Ventoso sui mari del Sud e sulle Isole per venti settentrionali.

Pubblicato il 07 ottobre 2011 - Commenti (0)
06
ott

Filippine flagellate dai tifoni

tifone_filippine

Nell’arco di pochi giorni due violenti tifoni hanno investito in rapida successione l’Arcipelago

Nel periodo compreso fra settembre e ottobre con una certa frequenza le Filippine si ritrovano a fare i conti con i danni causati dal passaggio di violenti cicloni tropicali. Tuttavia negli ultimi giorni l’atmosfera si è particolarmente accanita su questo popoloso Paese, scatenando nelle acque tutt’attorno all’Arcipelago due potenti tifoni. Tra il 27 e il 28 settembre difatti il tifone Nesat, qui fotografato dal satellite Aqua della NASA, ha sferzato Luzon, la principale isola dell’Arcipelago Filippino (su cui sorge anche la capitale Manila), con piogge torrenziali e venti a oltre 190 chilometri orari: le improvvise inondazioni provocate dal suo passaggio hanno causato decine di vittime, soprattutto nell’area di Manila, demolito numerose costruzioni e danneggiato pesantemente i raccolti, con la perdita di oltre 30000 tonnellate di riso.

Ma una volta passato questo primo violento tifone i filippini non hanno avuto neanche il tempo di contare danni (che comunque si stimano in circa 90 milioni di dollari) e vittime che ecco un'altra terrificante tempesta, il tifone Nalgae, affacciarsi sui mari a ovest di Luzon: così sabato 1 ottobre, appena due giorni dopo il passaggio di Nesat, la principale isola filippina ha dovuto affrontare le devastazioni di un altro violentissimo ciclone tropicale che ha scaricato sul suo territorio abbondanti e intense piogge accompagnate da venti a quasi 200 chilometri orari. Fortunatamente la città di Manila è stata in gran parte risparmiata dalla violenza di questo secondo ciclone tropicale: nell’attraversare le Filippine difatti il tifone Nalgae ha seguito, rispetto al suo predecessore, una traiettoria più settentrionale, con il nucleo della tempesta che è passato a una certa distanza dalla popolosa capitale.

Pubblicato il 06 ottobre 2011 - Commenti (0)
04
ott

Gennaio 2000: palle di ghiaccio dal cielo

Nel mese di gennaio del 2000 prima la Spagna e poi l’Italia furono oggetto di una strano fenomeno: la caduta di palle di ghiaccio dal cielo, anche con cielo sereno. Anzi paradossalmente, nelle giornate di bel tempo, le palle di ghiaccio cadute in Italia sono aumentate giorno dopo giorno: 14 il 24 gennaio, 43 il 25, 108 il 26, 135 il 27 gennaio. Quale la causa? Sia in Spagna che in Italia il fenomeno all’inizio è stato provocato senza dubbio dal ghiaccio accumulatosi sugli aerei durante l’attraversamento di piovose perturbazioni. Rimane un mistero come le bombe di ghiaccio siano cadute anche nei giorni sereni. La spiegazione più convincente potrebbe essere la seguente.

La notizia dei grossi blocchi di ghiaccio caduti dal cielo avrebbe sollecitato, a cascata, la malata fantasia di molti soggetti (ricordate l’epidemia della mania di lanciare sassi dai cavalcavia?) e quindi sono iniziati a cadere blocchi di ghiaccio anche a cielo sereno, magari lanciati dai balconi di casa oppure portati in volo con un aereo leggero e poi buttati giù sulla testa degli ignari passanti. Del resto negli stessi giorni su un sito Internet vi era una dettagliata descrizione di come confezionare a casa palle di ghiaccio e in una trasmissione radiofonica di RAI2 del 27 gennaio 2000, sono state confessate una ventina di burle… ghiacciate.

Pubblicato il 04 ottobre 2011 - Commenti (0)
30
set

Che tempo farà fino a lunedì 3 ottobre

Ecco la robusta lata pressione che in questi giorni seguiterà ad abbracciare anche l’Italia.
Ecco la robusta lata pressione che in questi giorni seguiterà ad abbracciare anche l’Italia.

Ancora caldo  fuori stagione. Ma fino a  quando?


Durante quasi tutta la prima settimana di ottobre farà  bel tempo  su tutta l’Itali ma  insisterà ancora anche il caldo fuori stagione sul Centronord della penisola, ove le temperature massime sono state, negli ultimi 20 giorni, 3-5 gradi sopra la media del periodo.  E questo tutto per merito – o demerito! -  di una robusta alta pressione centrata sull’Europa centro-occidentale ed allungata verso Sud fino all’Italia. Per un cambiamento radicale della attuali condizioni del tempo bisognerà attendere probabilmente fino al 6-7 ottobre.

Ma ecco in dettaglio il tempo che farà fino a lunedì 3 ottobre:


Venerdì 30 settembre: poche nubi sulle Isole maggiori; soleggiato sul resto d’Italia.


Sabato 1 ottobre:  sereno o poco nuvoloso su tutta l’Italia.


Domenica 2 ottobre: ancora sereno o poco nuvoloso ovunque.


Lunedì 3 ottobre: prosegue il bel tempo su tutta la penisola.


Temperature ancora sopra la media, specie sulle regioni centro-settentrionali.

Pubblicato il 30 settembre 2011 - Commenti (0)
28
set

Il Polo Nord si scioglie




La Calotta Polare Artica quest’anno si sta rimpicciolendo come mai avvenuto prima negli ultimi decenni

Ogni anno durante il semestre caldo, da marzo a settembre, i ghiacci del Polo Nord gradualmente si sciolgono e la Calotta Polare Artica si rimpicciolisce fino a raggiungere, proprio in questo mese, la sua minima estensione. Ebbene da quando nel 1979 i satelliti della NASA hanno cominciato a osservare dall’alto lo stato di salute dei ghiacci polari la Calotta Artica, complice il riscaldamento del Pianeta, si è rimpicciolita sempre più e proprio quest’anno potrebbe toccare un preoccupante record.

L’immagine scattata lo scorso 9 settembre dal satellite Aqua della NASA, e resa pubblica mercoledì scorso, mostra difatti un Circolo Polare Artico in molte zone sgombro da ghiacci, come non era mai avvenuto nella prima metà di settembre, e anche il Passaggio a Nordovest, lo stretto braccio di mare che attraverso le isole più settentrionali del Canada collega Atlantico e Pacifico, risulta praticamente sgombro da ghiacci e quindi insolitamente navigabile. In particolare gli studiosi del NSIDC (National Snow and Ice Data Center) hanno stimato che l’estensione della banchisa artica lo scorso 9 settembre fosse di appena 4,33 milioni di chilometri quadrati, cioè già in tale data 2,38 milioni di chilometri quadrati inferiore alla minima estensione mediamente raggiunta dalla Calotta Artica nel corso dell’ultimo ventennio del XX secolo: e il ghiaccio ha continuato a sciogliersi anche nelle ultime settimane! Forti anche di questi dati, sia gli scienziati del NSIDC che gli studiosi dell’Università di Brema, altro istituto impegnato nel costante monitoraggio del Polo Nord, sono perciò concordi nel sostenere che quest’anno la Calotta Polare Artica si rimpicciolirà quanto mai prima nel corso dell’ultimo trentennio, sbriciolando il precedente record del 2007.

Pubblicato il 28 settembre 2011 - Commenti (0)
27
set

Autunno e buon umore

Con settembre è iniziato, dal punto di vista meteorologico, l’autunno, una stagione che molti considerano come la migliore dell’anno perché in genere non si è costretti a fare i conti con gli eccessi termici, in un verso o nell’altro, dell’estate e dell’inverno. Dopo la calura estiva, il clima ora offre via via più giornate con clima gradevole tanto che la mitezza dell’aria e il sole meno cocente favoriscono nei più una migliore vita all’aria aperta, soprattutto nelle ore centrali della giornata che, invece, in estate, sono quelle più pericolose, specie per i bambini sotto i 5 anni, per gli anziani e per i sofferenti di malattie cardiovascolari. Per di più non vi è il rischio di incorrere nel mixing costituito dal trio radiazione solare intensa-elevata temperatura-elevata umidità (condizione assai frequente in estate, specie in Valpadana) che, contrariamente a quanto fino a pochi anni fa si credeva, tende a diminuire, e non a rafforzare, le difese immunitarie dell’organismo. E fin qui abbiamo descritto le virtù dell’autunno.

Ma anche questa stagione riserva molte spine per i meteoropatici. Infatti i frequenti cambi di tempo, tipici di questa stagione, portano ad altrettanto frequenti mutamenti di umore nei soggetti neurolabili e negli anziani i quali così da un giorno all’altro passano secco da stati di euforia a stati di malinconia. Per fortuna tali effetti negativi di cambiamento della stagione sono meno frequenti e intensi di quelli determinati dalla primavera. Gli stati passeggeri di malinconia e depressione provocati dai frequenti cambiamenti del tempo vengono in genere accentuati dalla progressiva riduzione del numero di ore con la luce solare e, di conseguenza, da una minore produzione da parte dell’organismo, della serotonina, l’ormone del buon umore.

Pubblicato il 27 settembre 2011 - Commenti (0)
23
set

Che tempo farà fino a lunedì 26 settembre

Nuvole in arrivo dal Nord Africa: un attacco con scarse conseguenze

 

Un ammasso nuvoloso, in agguato, venerdì,  su Marocco-Algeria,  sabato 24 settembre  raggiungerà  le Isole maggiori,  per poi spostarsi, domenica 25, sulle regioni centro- meridionali. Tuttavia  le nubi porteranno… molto fumo ma  poco arrosto perché saranno accompagnate da  rare piogge. Solo Lunedì le piogge diverranno più diffuse limitatamente alle estreme regioni meridionali.

Ma ecco in dettaglio il tempo fino a  lunedì.

Venerdì 23
un po’ di nubi su Venezie, Emilia, Romagna, Lombardia orientale, Levante ligure, Puglia,  rilievi di Abruzzo-Molise-Campania-Lucania- Isolati temporali pomeridiani sui rilievi abruzzesi. Bel tempo sul resto dell’Italia.
Sabato 24 un po’ di nubi su Prealpi, Ovest del Piemonte, Appennino centro-meridionale. Molte nubi su Sardegna,  e, dal pomeriggio, anche su Sicilia, Ponente ligure.  Isolati  temporali pomeridiani  su Alpi Piemontesi,  rilievi abruzzesi e Calabro-lucani. Bel tempo sul resto d’Italia.
Domenica 25 un po’ di nubi su Alpi centro-occidentali, Basso Piemonte. Nuvoloso su Lazio, Abruzzo, Molise e su tutto il Meridione.  Sereno sul resto d’Italia. Isolati temporali pomeridiani  su rilievi campani, Calabro-lucani, Bassa Calabria, Est Sicilia, Alpi centro-occidentali.
Lunedì 26 molte nubi su Abruzzo, Molise e al Sud. Sereno sulle altre regioni. Molti temporali su  medio-bassa Puglia, Lucania, Calabria ed est Sicilia.


Temperature

Fino  a lunedì temperature massime diurne ancora ovunque gradevoli e su valori inferiori a 30 gradi

Pubblicato il 23 settembre 2011 - Commenti (0)
22
set

Tifone Roke: in Giappone piove sul bagnato

tifone roke

Dopo il passaggio del tifone Talas, che a inizio settembre ha portato in diverse zone del Giappone piogge torrenziali accompagnate da numerose frane e inondazioni, il Paese del Sol Levante ha dovuto far fronte a una nuova temibilissima tempesta, il tifone Roke, che come testimoniato dall’immagine scattata dal satellite Aqua della NASA già martedì 20 si è pericolosamente avvicinato all’Arcipelago Giapponese.
Nelle prime ore di mercoledì 21 settembre il violento tifone ha quindi investito Honshu, la più grande isola dell’Arcipelago (la stessa su cui sorge Tokio), accompagnato da venti che soffiavano a oltre 160 chilometri orari e con raffiche che hanno sfiorato addirittura i 200 chilometri orari.

Il passaggio di questo intenso ciclone tropicale ha causato in Giappone un generale stato d’allerta e in particolare nella città di Nagoya il timore per la possibile esondazione di due diversi fiumi ha spinto le autorità a ordinare l’evacuazione di circa 80000 persone e a consigliare un analogo comportamento a un altro milione di cittadini.
Fortunatamente la violenta tempesta, oramai indebolita, si sta adesso allontanando dal Giappone, dove però ha causato almeno 8 vittime e provocato numerosi danni e disagi, compresa la chiusura di molte importanti fabbriche e il blocco per diverse ore di una delle linee ferroviarie più congestionate al Mondo, quella di Tokio.
Il passaggio di cicloni tropicali sul Giappone non è tuttavia evento insolito: più della metà delle piogge che mediamente cadono ogni anno sull’Arcipelago Giapponese sono difatti portate dalle tempeste tropicali e dai tifoni (così vengono chiamati in Giappone i cicloni tropicali più violenti) che tra fine estate e inizio autunno attraversano l’Arcipelago.

Pubblicato il 22 settembre 2011 - Commenti (0)
21
set

In settembre è più facile perdere i capelli

Settembre è il periodo dell’anno in cui si perdono più facilmente i capelli. Le cause? L’aggressività del clima estivo verso la nostra chioma e i quotidiani maltrattamenti a cui la sottoponiamo durante il periodo delle vacanze. In effetti i cocenti raggi solari dell’estate, la salsedine dell’acqua del mare, il cloro nell’acqua delle piscine e l’uso indiscriminato, più volte al giorno, di shampoo, danneggiano seriamente i capelli, rendendoli fragili, opachi e secchi. In particolare, la prolungata esposizione ai raggi solari estivi comporta anche l’assorbimento di una forte dose di raggi ultravioletti i quali riescono ad intaccare e distruggere la cuticola, ovvero la guaina di cellule di cheratina che protegge la corteccia, ossia la parte interna e vitale del capello, il quale pertanto, non solo perde al sua lucentezza, ma subisce anche un progressivo indebolimento fino alla rottura. I sintomi premonitori del cattivo stato di salute della nostra chioma sono la comparsa delle doppie punte, il rigonfiamento dello stelo, la comparsa della forfora, il prurito e una eccessiva untuosità.

Cosa fare? E’ bene in questi casi ricorrere ad un check out della nostra chioma con due esami noti con il nome di tricogramma e mineralogramma. Il tricogramma permette di conoscere se vi è equilibrio nel capello tra la fase di nascita e sviluppo (che, in un capello sano, dovrebbe durare il 90% circa della intera vita del capello), quella di decadenza e quella di caduta. Il mineralogramma rivela la presenza o l’insufficienza di sali minerali e di metalli fondamentali per i capelli (zinco, ferro, magnesio, manganese, fosforo, selenio). Comunque in questo ambito il vostro dermatologo vi potrà suggerire in questi casi le terapie più idonee.

Pubblicato il 21 settembre 2011 - Commenti (0)
20
set

La condensazione del vapore acqueo

La quantità di vapore saturo che condensa nel raffreddamento da espansione di una massa d’aria umida in ascesa, dipende dalla temperatura. Ad es., 1 kg d’aria satura che nell’ascesa si raffreddi da 20 a 10 °C, condensa circa 7 gr di vapore, mentre 1 kg d’aria satura che passi da 10 a 0 °C condensa appena 3,5 gr di vapore. La quantità di vapore condensato dipende anche dalla velocità d’ascesa della massa d’aria satura: quanto più essa sale veloce, tanto più sarà il surplus di vapore saturo condensato in un secondo. Ecco perché la quantità di piogge al suolo in un secondo – intensità delle precipitazioni – raggiunge valori notevoli quando una massa d’aria umida, divenuta satura, è abbastanza calda e animata da forti correnti ascendenti. Tali condizioni sono responsabili di nubifragi o alluvioni e si riscontrano nei temporali estivi dopo un periodo di afa, oppure nelle veloci masse d’aria caldo-umide dal Nord Africa, costrette a scavalcare le barriere montuose, quali l’Appennino ligure-toscano o le Prealpi lombardo-piemontesi.

Ogni giorno evaporano 1000 miliardi circa di tonnellate d’acqua. Il vapore liberato da oceani, mari, laghi, fiumi e vegetazione viene trasportato in alto da correnti di varia natura: moti convettivi sopra aree soleggiate, sollevamento forzato sopravvento a ostacoli orografici, sollevamento forzato da parte di fronti, ascendenza ove vi è un ciclone tropicale o extra-tropicale. Nell’ascesa l’aria si raffredda di 1 °C ogni 100 metri, fino a raggiungere la saturazione. A questo punto ci aspetteremmo che, qualora l’ascesa prosegua, l’ulteriore raffreddamento causi l’unione delle molecole di vapore eccedente generando così goccioline di nube (droplet). In realtà il processo non è così spontaneo, perché la neonata goccia tende a disintegrarsi per evaporazione. In particolare, in condizioni di saturazione, due molecole di vapore potrebbero restare unite solo per un centomilionesimo di secondo; in una goccia di 3 molecole la terza dovrebbe incontrare le altre in tale lasso di tempo e il terzetto risulterebbe 100 volte più stabile, e così via. Nelle nubi però ogni goccia contiene 500 miliardi circa di molecole di vapore. Come è possibile metterle insieme? Ne riparleremo.

Pubblicato il 20 settembre 2011 - Commenti (0)
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