08
nov
Vi sono riconoscente per l’editoriale dal
titolo: “Il governo si sbilanci a favore
della famiglia” (FC n. 43/2012). Sono padre
di cinque figli e nonno di nove nipoti. Da
anni sto conducendo, sui giornali e in radio,
una battaglia a favore della famiglia. Che è
sempre stata tenuta in scarsa considerazione
da tutti i governi: politici e tecnici.
Dimenticata ma anche sfruttata come
migliore “ammortizzatore sociale”. Su un
altro giornale leggo anche lo sconforto di
un padre di otto figli per i perversi effetti
della legge di stabilità sulla sua famiglia.
Le tantissime lamentele sono arrivate anche
a Mario Monti. Ora si parla di possibili
cambi nella legge, ma a saldo invariato.
Il presidente del Consiglio se vuole sanare
i conti dello Stato tassi i mega redditi,
non le famiglie. Ormai, siamo allo stremo.
Introduca, piuttosto, il tanto invocato
“quoziente familiare” o “fattore famiglia”
a tutela delle famiglie numerose. Il Governo
deve rendersi conto che la ripresa
economica ci sarà solo se cresce la famiglia.
Bruno M. - Milano
Il Governo, a parole, ci crede. Tant’è vero
che lo slogan con cui è stato promosso il Festival
della famiglia, che si è tenuto la settimana
scorsa a Riva del Garda, era proprio questo:
“Se cresce la famiglia, cresce la società”.
Purtroppo, sono i fatti che mancano. Anzi, al
momento sembra che si vada in direzione opposta,
con un aggravio delle condizioni familiari
per via di tasse e costo della vita. A essere
maggiormente penalizzate sono le famiglie
numerose, a causa di una miopia politica di
Stato e fisco. Badano solo al reddito e non distinguono
mai la composizione del nucleo familiare.
Sul tavolo ci sono diverse proposte
per una maggiore equità fiscale, a cominciare
da quelle del Forum delle famiglie. Manca
solo il coraggio di metterle in atto.
Pubblicato il
08 novembre 2012 - Commenti
(3)