02
ago
Su alcuni giornali ho letto
diversi articoli che esaltavano
il Dalai Lama e la sua visita alle
popolazioni emiliane colpite dal
terremoto. Fin qui tutto bene.
Quel che più mi ha disturbato,
invece, è stato il confronto
critico con Benedetto XVI. Alla
semplicità del Dalai Lama veniva
contrapposto il corteo di polizia,
carabinieri, autorità locali e
nazionali che accompagnavano il
Papa. A mio parere, è una critica
pretestuosa. Fatta da persone
che hanno sempre il fucile
puntato sul Papa e la Chiesa.
Ogni pretesto è buono per
sparare. Come si fa a mettere
sullo stesso piano un privato
cittadino qual è il Dalai Lama,
con una figura dalla caratura
internazionale come il Papa?
Siamo grati al Dalai Lama per
il suo gesto di beneficenza,
ma non facciamo confronti
improponibili.
Mario V.
Il confronto non è soltanto improponibile,
come dici tu, caro Mario.
È, soprattutto, pretestuoso. Viziato
da sentimenti anticlericali. E fatto
da persone che, se possono parlare
male della Chiesa e del Papa, non
si lasciano sfuggire l’occasione. Sono
le stesse persone che, all’occorrenza,
si sarebbero lamentate se il
Papa non si fosse recato a visitare
le genti colpite dal terremoto. I confronti
sono sempre antipatici, ma
c’è un abisso tra la presenza del Papa
e quella del Dalai Lama. Non dimentichiamo
che Benedetto XVI è
anche il “capo” di quella Chiesa che
non solo ha avuto vittime tra i terremotati,
ma ha anche messo in campo
aiuti e volontari per alleviare le
sofferenze delle popolazioni.
Pubblicato il
02 agosto 2012 - Commenti
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