Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
08
feb

Così si “lincia” un prete

Chi è il “moralista della domenica”? È quel prete d’oratorio che aveva scritto una lettera a Famiglia Cristiana, per denunciare i comportamenti libertini del precedente presidente del Consiglio. Il “moralista della domenica” è questo parroco, naufrago della Concordia, che aveva detto ai parrocchiani che si assentava per un ritiro spirituale. E, invece, era in crociera, tra i lussi dei teatri, i canti e i balli di bordo. A me, che un prete se ne vada in crociera, non importa assolutamente nulla. Però, poteva dirlo. E, soprattutto, evitare di fare il super moralizzatore dei presunti vizi altrui. Ma tant’è: censori e puritani hanno tanti scheletri da nascondere. Purtroppo, i naufragi non sono sufficienti per smascherarli tutti! 

                                                                                                                          Roberto P.

Vivo a Besana in Brianza. Per me don Massimo non è “il prete della crociera”. È il mio don Max. Un sacerdote in gamba, responsabile di quattro oratori e della pastorale giovanile di due grandi comunità, insegnante di religione alle scuole medie. Una persona che ti contagia col suo entusiasmo, con la sua simpatia e le omelie mai banali. Uno che si dà sempre da fare per tutti. È stata, forse, la sua impulsività a tradirlo. A farlo inciampare in quella “balla” degli esercizi spirituali. Che, probabilmente, serviva a proteggerlo dai soliti snervanti pettegolezzi sul suo sacrosanto diritto di andare a farsi una vacanza dove e come gli pare. Certo, avrebbe dovuto fregarsene di tutti. E dire chiaro che andava a farsi un viaggio, visto che la sua assenza andava giustificata (anche a scuola). Ha sbagliato a mentire? Sì, ovvio. Come sbagliamo tutti. E veniamo perdonati da chi ci vuole bene, senza tante storie. Per sua sfortuna, il suo è diventato un caso nazionale. E si sprecano i commenti, i giudizi e le idiozie. Alla faccia delle vittime della Concordia. E dei brutti momenti di don Max e della sua anziana mamma per il naufragio. Dopo i quotidiani, a Besana è arrivato pure il Tg5, manco ci fosse stato un omicidio plurimo. La nostra gente ha le sue quote di maldicenza e di bontà. Ma sono sicura che tutti faremo quadrato attorno a don Max. Per proteggerlo da questo “delirio”. “Pace e bene”, direbbe lui. 

                                                                                                                                 Sara S.

Quando c’è da dare addosso al prete, molti non si risparmiano. Anzi, lo zelo è eccessivo. Anche se la verità dei fatti è l’ultimo degli interessi. A maggior ragione se giornali e politici hanno un conto in sospeso con don Massimo. Perché, a suo tempo, aveva osato criticare il “principe”. Con una lettera indirizzata a Famiglia Cristiana, in cui denunciava i comportamenti libertini dell’allora presidente del Consiglio. Non è parso vero a molti di avere ora un appiglio per rifarsi contro don Massimo. Per diffamarlo e delegittimarlo. Come fosse il peggior assassino. O come se, nella vicenda della Concordia, avesse più colpe del comandante Schettino. È bastata un’ingenua battuta, un’innocua bugia a quattro ragazzi dell’oratorio (non un avviso ufficiale alla comunità), per metterlo in croce. E per coprirlo delle più infamanti accuse. Dal lusso alle donne di compagnia. In realtà, don Massimo è andato in crociera con la mamma ottantenne, una zia e una coppia di suoi parrocchiani. Non si è camuffato. Non ha nascosto la sua identità tra i crocieristi, ma ha celebrato Messa assieme al cappellano della Concordia. Per il futuro, invito don Massimo e i suoi parrocchiani (anche quelli con la lingua lunga) ad aggregarsi alle crociere di Famiglia Cristiana. Sì, perché anche noi andiamo, abitualmente, in crociera con i nostri lettori. Tre anni fa, per la ricorrenza dell’Anno paolino, eravamo in mille e quattrocento. Presenti diversi preti, suore e religiosi. L’anno scorso, sulle “orme di san Paolo”, eravamo circa ottocento. Il tempo a bordo non lo trascorriamo tra lussi e balli. Sì, i canti ci sono. Ma accompagnano le celebrazioni eucaristiche. A teatro ci andiamo, ma per le catechesi e gli incontri con i lettori.Masi sa, chi è mosso da pregiudizi, difficilmente cerca la verità. Come insegna il caso del “prete della crociera”.

Pubblicato il 08 febbraio 2012 - Commenti (42)
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati