Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
13
ago

Sempre i soliti a remare

Ho sessant’anni. Sono mamma, moglie e nonna. Pensionata statale da diversi anni. Ho lasciato il lavoro in tempo per seguire la mia famiglia con tre figli, i genitori anziani e altri familiari alle prese con qualche malattia. Ieri sera, ho ascoltato alcuni politici in Tv che dicevano tante belle parole, propositi e rimedi per risanare il Paese e ridare fiducia ai mercati che, coi loro meccanismi perversi, ci stanno dissanguando. Ma non sono gli stessi che ci hanno portato a questo disastro? Dicono che ora ci aspettano i sacrifici. Ma noi ci siamo abituati da tempo. Loro, forse, no. Noi, come tantissime altre famiglie, abbiamo lavorato duramente, cresciuto i figli, aiutato i familiari, e fatto quadrare i bilanci di casa. Chi, invece, ha gestito la cosa pubblica, si è solo preoccupato dei propri privilegi: stipendi, auto blu, pensioni e vitalizi, servizi gratuiti ecc... Senza alcun controllo della spesa pubblica. Siamo tutti “nella stessa barca”, ma a remare sono sempre gli stessi.

Carla - Brescia

Sentire la vecchia politica, cioè quelli che ci hanno portato a un passo dalla Grecia, dare lezioni ai cosiddetti tecnici su come risanare i conti del Paese, fa davvero ridere. Se la situazione non fosse così tragica. Non basta invocare le elezioni come la panacea di tutti i nostri problemi. Né basta il semplice consenso popolare per diventare, automaticamente, saggi e competenti nella gestione della cosa pubblica. Ma come si fa ad affidare il Paese a politici che non sanno trovare nemmeno la soluzione per una nuova legge elettorale? O, per dirla tutta, agli stessi che hanno combinato la “porcata” elettorale, che sembra non avere più padri?

Pubblicato il 13 agosto 2012 - Commenti (11)
26
ago

16 anni senza vacanze

La rivista mi fa tanta compagnia. Soprattutto in momenti così difficili per le famiglie. Spesso, assieme a mio padre, commentiamo gli articoli e troviamo conforto nel sapere che ci sono persone che combattono contro tanta precarietà economica. Da anni, ho dovuto tagliare molte spese. Anche quelle necessarie.
Mi arrabbio quando sento che i nostri politici, “poverini”, hanno rinunciato alle vacanze per occuparsi di noi. O, meglio, per cercare cosa ancora sottrarci per risanare il debito del Paese. Sono sedici anni che non faccio una vacanza. La mia famiglia non se lo può permettere. Dovevo aiutare i figli negli studi e finire di pagare il mutuo, con il solo mio reddito di dipendente comunale. Ho imparato a non vergognarmi nell’accettare i vestiti usati di qualche mia amica. Per fortuna, c’è ancora mio padre che ci sostiene negli imprevisti. Non voglio mostrare ai figli la mia tristezza, ma ci sono giorni in cui sono afflitta. Continui a levare la sua voce contro chi, per mantenere i propri privilegi, continua a tartassarci. La sua voce ci dà coraggio. Mantiene viva la speranza che, un giorno, qualcosa cambierà.

Anna Maria P.

Non c’è rabbia nella tua lettera, cara Anna Maria, ma tanta dignità, che non è rassegnazione. Sono famiglie come la tua, con tanti sacrifici, che tengono in piedi il Paese. E che non meriterebbero una classe politica così inetta e incapace, come l’attuale. Nei frangenti in cui è il Paese, se un politico avesse ancora la spudoratezza di lamentarsi per le ferie interrotte, ci sarebbe davvero di che indignarsi. Soprattutto, pensando a chi, come te, da anni non fa ferie. Mi piacerebbe poter pubblicare la notizia di uno o più parlamentari che hanno provveduto a “pagarti”, di tasca propria, una vacanza. Sarebbe un atto di giustizia. Cari onorevoli, c’è qualcuno che vuole ripulirsi la coscienza?

Pubblicato il 26 agosto 2011 - Commenti (1)
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