Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
16
gen

I laici e l'8 per mille

Adesso che è terminata la campagna pubblicitaria dell’otto per mille al clero, lasciateci dire che lo spot non ci è piaciuto. Siamo laici impegnati nel volontariato come tantissime altre persone, e ci è sembrato spudorato, prima ancora che offensivo, che il clero voglia apparire come l’unico soggetto che si occupa di chi è meno fortunato. Ancora una volta, disconoscendo o sottovalutando l’apporto dei cristiani laici nella Chiesa. Se dobbiamo basarci sulla nostra esperienza diretta, non ci sembra che l’occupazione principale del clero sia l’assistenza diretta ai meno fortunati. Ma sappiamo che non è il loro compito principale. Ci è sembrato che la Cei abbia posto l’accento sull’opera sociale dei preti, perché questo tocca le coscienze e i portafogli dei donatori. Nello spot si respira un clima cupo. Non si dà l’idea della gioia del cristiano. Il prete è solo. Ma che ne sarebbe di lui senza una comunità?

Alessandro e Margherita P. - Livorno

Ho visto sulla rivista una pubblicità che mi ha sconcertata. Su uno sfondo tutto nero, a piena pagina, risaltava la parola “Nessuno”, ripetuta tre volte. E sotto, in piccolo, la domanda: «Se non ci fossero i sacerdoti, al fianco di molti, chi ci sarebbe?». Come a dire che, senza i sacerdoti, non ci sarebbe nessuno a testimoniare l’amore di Dio verso il prossimo. La realtà è ben differente. E sono tantissime le persone che si dedicano al volontariato. Nel silenzio e nellagratuità. Perché questo bisogno di dirsi “unici”, quasi fossero una “casta”? Mi è parso un autogol.

Marisa S. - Verona

Osservazioni più che pertinenti. Ma non credo che chi ha realizzato quella pubblicità volesse mettere in “santa” competizione clero e laici, per verificare chi è più vicino ai poveri. L’amore per il prossimo, nella Chiesa, non è compito appaltato a qualcuno. Riguarda tutti, perché il giudizio finale verterà solo sulla carità (vedi Matteo 25). Il termine “Nessuno” non intendeva essere esclusivo. Né ignorare il vasto impegno dei laici nel volontariato. Certo, si è puntato sui preti, perché loro erano lo scopo della campagna promozionale. Ma, forse, si è data un’idea di Chiesa ancora clericale e gerarchica. Distante dal concetto di “popolo di Dio”, che il Concilio ci ha fatto riscoprire.

Pubblicato il 16 gennaio 2013 - Commenti (9)
27
mar

La forza di un gesto

Il motivo di questo mio scritto è un fatto, semplice e straordinario, di cui sono stata testimone. Nella nostra parrocchia c’è una signora, Giovanna, che ha impegnato tutta la sua vita tra catechesi ai bambini e aiuti ai nostri missionari attraverso varie iniziative, come mercatini e “cene povere”. Lei ha sempre un occhio di riguardo per chi è in difficoltà. Una persona capace di sorprenderti con piccoli regali. L’8 marzo scorso, durante un incontro missionario, si è presentata con le mimose per tutte le donne presenti. Mimose che aveva raccolto dalla pianta del suo giardino. Ci ha raccontato, commossa, di aver ricevuto anche lei un rametto di mimosa per la festa della donna. Gliel’ha offerto un ragazzo albanese, che Giovanna era andata a trovare in ospedale. Ci ha confessato che era la prima volta, nella sua vita, che riceveva una mimosa. Non le va più via dalla mente l’immagine di quel ragazzo che, in ospedale, le va incontro con un gran sorriso e il rametto di mimosa in mano.

Marilena B. - Trento

Piccola e umile storia da “fioretti” di san Francesco. Leggendola mi è venuto in mente anche il passo evangelico della guarigione dei dieci lebbrosi da parte di Gesù (Luca 17,11-19). Solo uno dei miracolati torna indietro per ringraziare il Signore. Era uno straniero, un samaritano. Qualcosa di simile è capitato a Giovanna. In tanti anni di dedizione alla parrocchia, nessuno s’è mai ricordato di lei, che invece ha sempre avuto un pensiero e un dono per tutti. Morale della favola: la bontà non fa rumore, passa quasi inosservata. Teniamo gli occhi aperti per saperla apprezzare. E apriamo il cuore perché, ogni tanto, sappiamo anche ricambiare i doni che riceviamo.

Pubblicato il 27 marzo 2012 - Commenti (0)
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