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Diamo fiducia ai nostri giovani
Caro don Antonio, a me non fanno pena i ragazzi,
ma gli adulti incapaci di trasmettere quei valori
che sono alla base del vivere civile. Ai nostri figli, oggi,
non facciamo mancare nulla. Ma spesso non abbiamo
tempo per loro. Siamo troppo impegnati a correre
nel nostro vivere quotidiano. E ciò riguarda anche
i sacerdoti. Non ci fermiamo mai a cercare di capire
cosa loro sentono dentro. Siamo bravi a criticarne
i comportamenti, ma non ci chiediamo se anche noi
abbiamo delle responsabilità. Vorrei dire a quei lettori
che le scrivono per contestare i giovani, che la maggior
parte di questi hanno ideali e valori. E si danno da
fare. Sono molto meglio di quanto crediamo. Conosco
laureati che non si vergognano di fare i camerieri.
E poi non credo che le passate generazioni fossero
tutti degli angioletti. Qui da noi, in Veneto, giravano
tutti col coltello in tasca e bruciavano i pagliai.
Diamo più fiducia ai giovani. Magari con qualche
sorriso in più.
Guido B. - Romano d’Ezzelino (Vi)
A ogni tempo il suo affanno. A poco giova il confronto
col passato, se è solo per una classifica qual è la generazione
migliore. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Fin
dall’inizio del mondo, da Caino e Abele. Una tavoletta assira
del 2800 avanti Cristo dava per imminente la fine del
mondo «perché la corruzione e l’insubordinazione sono diventate
cose comuni e i figli non obbediscono più ai genitori
». Ciò detto, va colto l’invito di Guido ad avere più fiducia
nei giovani. Con più ottimismo. E a puntare su di loro
con coraggio. Sono il nostro investimento per il futuro. E
sono molto meglio di come vengono rappresentati. I mass
media parlano solo degli eccessi dei pochi, ma ignorano
l’impegno dei molti. Basterebbe dare un’occhiata al mondo
del volontariato. O alla preziosa opera di tanti giovani
che impegnano il loro tempo, con generosità, per assistere
ammalati, poveri o bambini handicappati. Purtroppo, la
foresta che cresce fa poco rumore.
Pubblicato il 19 ottobre 2012 - Commenti (4)