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ott
I cattolici aprano gli occhi
Nel giorno in cui, a Lecce, una ragazzina e quattro lavoratrici,
che cucivano magliette in uno scantinato per meno di quattro
euro all’ora, morivano travolte dalle macerie, qualche alto
rappresentante delle istituzioni non solo ignorava l’accaduto,
ma si esibiva garrulo in una nuova performance di pessimo gusto.
Con le peggiori volgarità nei confronti delle donne, per trovare il
nome al proprio “partito padronale”. Da parte dei cattolici del suo
schieramento ci si sarebbe aspettata una levata di scudi. Macché,
solo i soliti sorrisetti ebeti e qualche sottile distinguo, annacquato
nel banale, per non disturbare il manovratore! Non c’è bisogno di
commenti. Pur avendo ben presente la carità evangelica, mi sento di dare una bella “tirata d’orecchie” a questi “cattolici”. Cos’altro deve
accadere perché ci sia un sussulto di dignità? Come si può tollerare d’essere
così malamente rappresentati nel mondo? A volte, come ha detto il Papa
in Germania, i non credenti sono meglio di tanti “cattolici della mutua”.
Giuseppe F. - Milano
Già, cos’altro deve accadere perché i cattolici, soprattutto quelli impegnati in politica,
aprano finalmente gli occhi? Il male è male, chiunque lo commetta e da qualunque
parte venga. E bisogna dirlo con chiarezza e a voce alta. A costo di pagarne
le conseguenze. Sminuirne la gravità o spostare l’attenzione su altri obiettivi è una
forma di grave corresponsabilità. Peggio ancora, quando si vuole accomunare tutti
nello stesso mucchio. Tutti colpevoli, nessuno colpevole. Così hanno reagito alcuni
politici cattolici dopo il forte richiamo del cardinale Bagnasco contro «comportamenti
licenziosi e relazioni improprie di attori della scena pubblica, che la collettività
guarda con sgomento». Adorano
e seguono il “principe”
più di quanto non facciano con
nostro Signore e il Vangelo.
Una foglia di fico a stili di vita
riprovevoli. È troppo grave il
momento perché ci sia spazio
per ambiguità ed equivoci. Fino
a che punto deve degradarsi
l’immagine dell’Italia nel mondo,
prima di indignarsi e reagire
a tanta indecenza?
Pubblicato il 26 ottobre 2011 - Commenti (22)