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Il disprezzo per il pudore

Sono una cinquantenne, insegnante, sposata con due figli, cattolica praticante, abbonata a Famiglia Cristiana, e lettrice da quand’ero bambina. Pochi giorni fa, ho letto l’intervista a una delle escort che si sono arricchite “vendendosi” il corpo. Di fronte a tanto degrado, dove sono gli organizzatori del Family Day? Non si rendono conto di quanto sia pericoloso il messaggio che tutto è in vendita, tutto si può comprare? Paradossalmente, leggi contro la famiglia tipo Pacs e Dico forse non avrebbero portato un tale sovvertimento di valori nella società, come sta avvenendo con questi stili di vita sfacciatamente immorali. Sono disgustata. Ritengo che la Chiesa non possa tacere.

Giovanna C. - Reggio Emilia

Dalla Chiesa, a dire il vero, non sono mancate parole di verità. Anche forti. Rammento l’omelia di monsignor Mariano Crociata, nel luglio del 2009, per la festa di santa Maria Goretti: «Qui non è in gioco un moralismo d’altri tempi», disse il segretario della Cei, «è in pericolo il bene stesso dell’uomo. Assistiamo a un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile che invera la parola lussuria… salvo poi, alla prima occasione, servirsi del richiamo alla moralità, prima tanto dileggiata a parole e con i fatti, per altri scopi, di tipo politico, economico o di altro genere». Parole “profetiche”. Purtroppo, una voce quasi isolata in un coro per lo più muto. Hanno scalfito, ma non inciso come avrebbero dovuto. Forse, c’è ancora qualche “prudenza diplomatica” di troppo.

D.A.

Pubblicato il 24 settembre 2011 - Commenti (1)

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Postato da Libero Leo il 02/10/2011 16:19

Si può comprende che gli uomini di chiesa parlino di moralità soprattutto con riferimento a problemi di sesso. Ma ci sono comportamenti immorali che sono assai più gravi. Ad esempio nel campo della giustizia e dell'informazione. Chi ha modo di frequentare i palazzi di giustizia e non legge senza preconcetti solo i giornali dominanti (ove non si osa parlare della malagiustizia) conosce bene la mancanza di pudore, di sobrietà e di riservatezza di alcuni magistrati. E conosce anche il prevalere della ideologia e della politica sulla verità e sulla giustizia. Basti pensare che circa il 40% dei carcerati è innocente, e che è elevatissima la percentuale dei detenuti dimenticati in carcere, che poi risultano innocenti. E nel campo dell'informazione oggi è quasi introvabile un vero giornalista, cioè un giornalista che non si autocensuri omettendo o minimizzando notizie che potrebbero favorire i suoi avversari politici. Ormai si pubblica con risalto solo ciò che conviene alla propria parte politica. Ormai la politica viene prima della giustizia, viene prima della verità e, per qualche sacerdote, viene prima anche della religione: in un sito gestito da un sacerdote la politica precede la religione sia nei menù, sia negli argomenti trattati. Verrebbe proprio da dire che ormai non c'è più religione. Ha ragione don Sciortino: forse c'è qualche "prudenza diplomatica di troppo" nel criticare la giustizia e l'informazione.

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Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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