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La dignità delle donne

Sono un’assidua lettrice di Famiglia Cristiana e, per la prima volta, mi permetto di far sentire la mia voce per esprimere tutta la mia indignazione nei confronti del manifesto che il parroco di Lerici ha osato affiggere nella bacheca della sua parrocchia. Come a volere giustificare gli uomini che si macchiano del delitto orribile e della violenza inaccettabile contro le donne alle quali magari avevano giurato in passato amore! Si può essere più misogini e maschilisti di così? Che questa “predica” inaudita e scandalosa venga da un pastore di anime, che dovrebbe sempre ricordare il comandamento dell’amore verso tutti, mi riempie di sdegno. E mi fa pensare che, forse, oggi molte donne si allontanano dalla fede perché non si sentono accolte da sacerdoti come il parroco di Lerici! È mai possibile che proprio un prete che dovrebbe testimoniare la misericordia di Gesù, soprattutto verso chi è più debole, si faccia invece promotore di un’iniziativa così disgustosa che offende la dignità di tutte le donne e invita, implicitamente, alla violenza, giustificando chi pretende di essere “padrone” della vita altrui, e sopprime senza pietà chi decide di tagliare un rapporto, che magari è diventato una schiavitù insopportabile? Possibile che proprio un discepolo del “buon Pastore” che cerca la pecora smarrita, che difende l’adultera e invita gli accusatori a un esame di coscienza prima di scagliare la prima pietra contro di lei, sia così incosciente da scusare e quasi incoraggiare quanti si rendono responsabili di tale inaudita ferocia? Mi chiedo: quale Vangelo annunciano e testimoniano parroci come quello di Lerici? Che cosa significa per loro il Comandamento: “Non uccidere”? E quello “nuovo” dell’amore, sintesi di tutto il Vangelo? Sinceramente, mi vergogno di quanto è successo. Penso che simili pastori non siano degni di avere cura di una comunità ecclesiale.

Agata S.

La condanna deve essere netta e chiara. Non si può addurre nessuna scusante. Non si può scherzare col fuoco, con “provocazioni deliranti”, quando in ballo c’è la vita di tante donne, vittime di brutale violenza. Ancor più grave se a farlo è un sacerdote, che dovrebbe mostrare il “volto misericordioso” della Chiesa. O un sito on-line, dal nome “Pontifex”, che dice di ispirarsi ai princìpi cristiani, e che ora genera confusioni confondendosi col Twitter di Benedetto XVI. «Parole prive di senso e di senno», quelle di don Corsi, parroco di una frazione di Lerici, hanno scritto tante donne. «Vicenda grave e triste», l’ha liquidata con estrema durezza il presidente dei vescovi italiani, il cardinale Bagnasco. «C’è una violenza diffusa che si abbatte, talora, in maniera drammatica sulle donne», gli ha fatto eco monsignor Vincenzo Paglia, neopresidente del Pontificio consiglio per la famiglia, avendo ben presente che in Italia, ogni due giorni, viene uccisa una donna in quanto donna. Per non dire delle altre violenze come stupri, discriminazioni e vessazioni varie. Aggiunge monsignor Paglia: «Non è possibile pensare che sia colpa delle donne stesse se tutto questo avviene. È, quindi, inequivocabile la condanna delle affermazioni di questo parroco». La Chiesa ha detto ben altre cose della donna, della sua dignità e del suo “genio” femminile. Come queste parole di Giovanni Paolo II: «Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna». Un innamorato non avrebbe detto di meglio.

d.a.

Pubblicato il 09 gennaio 2013 - Commenti (10)

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Postato da brunoi il 11/01/2013 14:35

Albo Abenavoli,troverei piu' appropriato da parte Sua firmarsi "un laico alla ricerca delle polemica" piuttosto che "un laico alla ricerca della verita'".In ogni Suo commento é palese la volonta'di attribuire alla Chiesa ogni genere di colpa.Comincia a stancare!

Postato da lettore02 il 11/01/2013 14:14

Signora Agata S. se vuole trovare un poco di conforto e speranza si rivolga a Suor Rita Giaretta – Casa Rut, perchè credo che l'elenco che le fa il direttore di FC non credo le dia sollievo; il sapere che don Corsi viene ripreso da svariati prelati, vescovi e anche cardinali non cambia di un acha il pensare molto diffuso nella Chiesa sulla donna angelo del focolare e quindi ogni scostamento da questo modello trova consensi a critiche più o meno elevate. Cito suor Rita Giaretta: "Credo che dentro questo mondo maschile, dove le relazioni e i rapporti sono spesso esercitati nel segno del potere, c’è un grande bisogno di liberazione». Parole, queste, che sento oggi con forza di rinnovare e di rivolgere non solo a don Piero Corsi, ma a tutto il mondo maschile, e soprattutto alla mia Chiesa, che purtroppo dal punto di vista istituzionale è ancora fortemente maschilista. Da don Sciortino mi aspettavo un passo in questa direzione, qualche cosa più che un accenno al genio femminile anche perchè quello è talmente generico che anche Pontifex.roma.it è pronto a sottoscriverlo, provi a proporre il sacerdozio per le donne, ad es. e vedrà che la distanza salta fuori. Per info: Suor Rita Giaretta citata da .famigliacristiana.it/canale/chiesa/noi-donne-oggi

Postato da Giuseppe (Pino) Verbari il 11/01/2013 13:38

Le voci del silenzio E’ il linguaggio cosiddetto “indiretto”, esiste e si fa sentire.Dove le trovi? Le trovi quando hai voglia di isolarti per fuggire dai frastuoni della vita, dalle menzogne, dalle falsità, per sostituire solo la verità alle bugie perché nel silenzio c’è solo verità e la pace. “Il silenzio è molto loquace”. Non c’è bisogno di parole per far capire quello che solo gli occhi esprimono Lo trovi nell’arte, nel linguaggio dai segni, nella disperazione di chi non può esprimersi. Il silenzio è passione, amore, riflessione e tant’altro. Mah!, nel silenzio, c’è anche chi vuole e non può esprimersi con le persone. Non lo comprendono Nella solitudine di chi non può esprimersi c’è il ponte della disperazione tra se e il mondo esterno che non lo capisce. La difficoltà di esprimersi, di dar voce ai propri pensieri, in sintesi di capire ed essere capiti provoca l’insorgere di sentimenti di rabbia, scoraggiamento, depressione, desiderio di morire Chi sono costoro?Sono in tanti; tanti sfortunati e non tutti per libera scelta. I carcerati, i sordomuti, i clandestini, cioè, tutti coloro che dialogano con i “sordi e ciechi” come lo siamo tanti di noi che preferiamo non sentire e non vedere. Il silenzio è anche “congiura”; guerre, terrorismo, mafia, sono anch’esse silenzio Il silenzio è quello che avvertono tutti coloro che cercano anche collaborazione per un fine utile e non la trovano Quante cose non si sanno e non si fanno. La natura e le circostanze si divertono. Tanti sono le vittime del silenzio Bisogna “Farsi voce per chi non ha voce” ed è questo l’impegno di chi come l’ Associazione Culturale MITHOS di Catanzaro lancia questo progetto, sabato 19 gennaio 2013 ore 16.00 presso la Sala Consiliare dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, che, nella persona del suo Presidente, Wanda Ferro, si dimostra, come in precedenza, molto sensibile a tutte le iniziative morali e culturali. Ecco, questa è un’ occasione per apprezzare un’ unica iniziativa che racchiude in se valori morali e culturali di non facile definizione. Giuseppe (Pino) Verbari

Postato da Andrea Zilio il 10/01/2013 17:31

Stento a capire. Perché scrivo per capire, non per insegnare. Affatto. Invece qui c'è troppa saccenza nei post. Ci si nasconde dietro citazioni di Maestri della Chiesa, e sulla scia si dicono banalità. Mi fermo solo su "brunoi". E' vero che don Leccisi è il coccio che si frantuma nella lotta tra la Chiesa Cattolica e i tradizionalisti di Lefevre? Ma, non avevate detto che stavano rientrando nella Chiesa? Non ci ho mai creduto, perché le chiese sono le uniche che, pur avvicianandosi, mai si riconciliano. E' storia.

Postato da masperi.umberto@yahoo.it il 10/01/2013 15:58

Il "contenuto" della vicenda non merita ulteriori aggettivi di condanna ( è come se fosse necessario dire che uno che sostiene che la terra non sia rotonda merita di essere ' criticato' su quanto dice). Merita invece il coraggio di una considerazione ( punctum dolens per alcuni uomini di chiesa; ma vale per tutti, me compreso): il problema psicologico. Un sacerdote che dice certe cose: psicologicamente in quale stato si trova? Un sacerdote ( ma quanti ce ne sono!) che non sa, dopo aver sbagliato ( e tutti facciamo errori ogni giorno), chiedere perdono :in quale, ecc. ecc.? Così possiamo seguire anche il riferimento di un commentatore, di sotto: un messia politico che ci sta tempestando oggi, dopo aver fatto ciò che tutti sanno ( e che minimizzava con la battuta che ... "non era un santo!" ):in quale stato psicologico,ecc.ecc.?Figurarsi,poi, se saprebbe chiedere perdono!! Sono passati pochi giorni, da quando abbiamo riletto quel :" perdona loro perchè non sanno quello che fanno". MA per un uomo di chiesa, come per "quelli del sito", smettiamola di porla sulla correttezza dal punto di vista “ religioso”: OCCORRE essere prima di tutto genuinamente "umani". Prima dei ... principi “cristiani” vengono i ... principi “umani” ( come ha sempre dimostrato quel grande papa, che ci manca tanto, con la sua umiltà,genuinità,semplicità, e tutta la lista di aggettivi che conoscete bene e che indicano : UMANITA' ).

Postato da branda il 10/01/2013 15:45

Anche se il blog Pontifex non è di estrazione cattolica, come dice Brunoi, si esprime spesso (se non sempre) come se lo fosse. Sarebbe il caso che le Gerarchie se ne dissociassero apertamente! Mentre a me sembra che spesso tengano i piedi in due staffe...

Postato da ltumaini il 10/01/2013 10:37

Avrei voluto scrivere due parole al meschino parroco di Lerici, ma non ne ho avuto il tempo e ora voi me ne offrite l'occasione: vorrei ricordargli che Gesù Cristo il messaggio della resurrezione (che è l'essenza della nostra fede) l'ha affidato alle donne. Secondo: nella sua lettera scrive che le donne si credono autonome. Nessuno, nè uomo nè donna è autosufficiente: abbiamo tutti bisogno di tutti... la vita è una continua lezione di umiltà e di ricerca di amore; certo che noi donne di ometti come quel parroco non sentiamo certo la mancanza! Laura Tumaini

Postato da Andrea Annibale il 09/01/2013 16:40

C’è un notevole tasso di “analfabetismo emotivo”, prima ancora che di “analfabetismo morale”. Cioè, il problema psicologico precede il problema morale anche se i due vanno a braccetto. Se la famiglia diventa un luogo in cui “l’inferno sono gli altri” (Sartre), dobbiamo interrogarci tutti sul perché questo avviene. Non dimenticherò mai un film del 1973 di Ingmar Bergman, “Scene da un matrimonio” dove è ben presente la tensione amore-odio nella coppia. In fondo, un uomo o una donna possono dire di fregarsene della morale cristiana e possono accompagnare questa posizione da un atteggiamento di violenza psichica o fisica verso i figli o, trattandosi di uomini violenti, verso la moglie. La psicologia dovrebbe istruirci sui meccanismi universali, cioè comuni ad ogni essere umano, dell’aggressività. Il sogno di Dio verso l’uomo è intriso di dolcezza e di tenerezza che sono ancelle dell’amore. Ora, quando San Paolo dice di amare la moglie come Cristo ha amato la Chiesa (Efesini 5, 25), adotta un modello in cui l’uomo dovrebbe proteggere la moglie e custodirla, come Caino doveva custodire Abele. Sembra implicare anche una superiorità del marito verso la moglie tanto che lo stesso cristianesimo è caduto nell’accusa di maschilismo (che è diverso dalla misoginia). E’ un’accusa fondata? Probabilmente, come cristiani, siamo chiamati a valorizzare maggiormente il genio femminile, ma non dimentichiamoci che la donna ha trovato la sua emancipazione principalmente nell’Occidente cristiano più che in ogni altro luogo. Il maschilismo è diffuso un po’ ovunque nel mondo. La società non può fare a meno di modelli antropologici validi che favoriscono un convivenza civile, umana, ordinata e, per i credenti, evangelica. Personalmente credo anche che non dobbiamo far mancare la preghiera per questo sacerdote che ha sbagliato e per tutte le vittime della violenza maschile. Preghiamo, inoltre, che gli uomini siano pronti ad accettare il rischio dell’amore di coppia, ad accettare le responsabilità conseguenti, sino, se il caso, a dare la vita per la moglie come esorta a fare San Paolo, che è l’esatto contrario della misoginia. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

Postato da aldo abenavoli il 09/01/2013 15:59

La sparata del parroco di Lerici è incomprensibile. Innanzitutto ci sarebbe da chiedersi dove sono tutte queste donne che girano scollacciate per le strade delle città, visto che neanche nelle spiagge si riescono a vedere. Poi c’è da chiedersi per quale motivo una signora in abiti succinti debba necessariamente essere eliminata, visto che è molto più semplice chiamare la buon costume. Mi domando infine dove erano parroci, vescovi e cardinali davanti alle esibizioni delle bambine procaci dell’uomo della Provvidenza n2. Hanno forse protestato costoro ovvero si sono subito allineati in cambio dei 30 denari utili per tirare a campare? Dunque quale è la ragione di questo improvviso rigurgito moralista, visto che fino ad un passato recente il tutto veniva cancellato dal perdono cristiano? Forse la risposta sta nel fatto che l’uomo della Provvidenza, da quando Dino Boffo ha violato il patto di acciaio tra la Chiesa e la destra, ha lasciato intendere che la tutela della famiglia dalla insidia delle coppie di fatto non rientra più nei suoi progetti. In realtà c’è una linea sottile che unisce il parroco talebano e il sovrano della “mignottocrazia” ed è il disprezzo condiviso per donne, schiave del focolare domestico per il primo e carne fresca da gustare per il secondo. La condivisione di fondo di questi “ valori” induce a ritenere che la Santa Alleanza, al momento alquanto incrinata, potrebbe riproporsi sotto nuove forme. Questo almeno fino a quando la Provvidenza, quella vera, non tornerà a fare visita dalle nostre parti. unlaicoallaricercadellaverita.myblog.it

Postato da brunoi il 09/01/2013 15:25

per chi non lo sapesse il blog Pontifex non rispecchia il pensiero dalla Chiesa cattolica e si ispira al movimento tradizionalista di Levebvre.L'articolo che Don Corsi aveva affisso nella bacheca della sua parrocchia era stato estrapolato dal quel sito.In ogni caso il,Vescovo della Spezia ha smentito il Parroco di Lerici imponendogli le scuse.

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Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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