Un articolo molto interessante, e molto provocativo, esce oggi su Inc., edizione online di Inc Magazine, dedicato a imprenditori e organizzazioni di business.
Margaret Heffernan, autrice di programmi televisivi e imprenditrice, riflette su una delle questioni più spinose nell'organizzazione aziendale: la gestione dell'orario di lavoro dei propri collaboratori.
La riflessione parte da un colloquio di lavoro, nel quale una noeassunta chiede a Mrs. Heffernan "A che ora vuole che cominci?" e lei, spiazzandola, le dice che può cominciare quando crede. Chiosando che non c'è peggior perdita di tempo, che stare a contare quante ore lavorano i propri dipendenti - in genere autori TV, producer, e team creativi legati alla produzione di audio e video.
In una cultura puramente anglossassone, quello che conta non è l'orario di lavoro ma il risultato ottenuto. Lo stesso approccio, mutatis mutandis, la Heffernan adotta per il congedo di maternità: ogni famiglia deve essere in grado di gestire liberamente il proprio congedo parentale e decidere, dopo la nascita del bambino, quando e quanto tempo dedicare al lavoro.
Molte le obiezioni che possono essere mosse a questo approccio totalmente destrutturato (potete leggere l'articolo nella versione integrale in inglese
qui), a partire dal fatto che la Heffernan gestisce un team creativo e un'impresa di dimensioni relativamente ridotte. E tuttavia, quanti manager gestiscono gruppi di lavoro sostanzialmente ridotti con un'ottica del tutto differente? E quanto differente è l'approccio nell'organizzazione?
La Heffernan afferma una cosa particolarmente interessante, a mio avviso, riguardo ai propri dipendenti e che è fonte di riflessione per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro in Italia: "Trattare i propri dipendenti come persone adulte aumenta grandemente la possibilità che si comportino proprio come tali". Questo approccio chiama in causa il tema della responsabilità non solo degli imprenditori, ma anche dei dipendenti: è possibile creare circoli virtuosi di reciproca responsabilizzazione?
Foto: Flickr
Pubblicato il 13 febbraio 2012 - Commenti (0)