26 gen
I giornali ne hanno parlato qualche giorno fa, e finalmente sono riuscita a metterci le mani sopra. Sto parlando di uno studio della Banca d'Italia, a cura di Concetta Rondinelli e Roberta Zizza, su Effetti (non) persistenti della fecondità sull'offerta di lavoro femminile, disponibile sul sito di Banca d'Italia (abstract in italiano e versione integrale in inglese)
Le due studiose di Bankitalia affermano che «In gran parte della letteratura economica, si stima una relazione negativa tra maternità e offerta di lavoro femminile: l’impegno per la cura dei figli sembrerebbe quindi costituire un ostacolo alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro.» Se questo poteva essere vero all'inizio degli anni Novanta, tutte le statistiche (sia nazionali sia internazionali) hanno ormai largamente confutato questo approccio. Tuttavia, dato anche il basso tasso di partecipazione delle donne italiane al mercato del lavoro (nel 2008 intorno al 47,2 e calato ulteriormente nel corso del 2009), rimane da stabilire se avere figli possa essere un deterrente all'occupazione delle donne.
Rondinelli e Zizza analizzano il rapporto tra fecondità e partecipazione al mercato del lavoro non a partire dalle statistiche sui primi anni di vita dei bambini, ma a partire da una serie di statistiche sulla fecondità delle donne intorno ai 40 anni. Inoltre, hanno analizzato l'impatto dell'infertilità sulla partecipazione al lavoro.
Incrociando questa serie di dati è emerso come avere figli non incida, nel lungo termine, sulle scelte lavorative delle donne. Al contrario, secondo questo studio emerge che avere figli costituisce un «leggero effetto spinta» verso l'occupabilità femminile.
Dall'esame incrociato delle tipologie di lavoro (full-time o part-time), dai tipi di contratto (a tempo indeterminato o altre tipologie) e dal tipo di occupazione emerge tuttavia come avere figli continua a costituire una «long-run penalty», una penalizzazione a lungo termine, sulla qualità del lavoro femminile, un refrain che chi si occupa di lavoro femminile conosce bene.
Due aspetti in particolare emergono dallo studio e mi sembrano degni di nota, oltre che spunti di riflessione e di ulteriori ricerche:
1. Da un'indagine sul gap tra figli desiderati e figli avuti (2008) emerge come, nella scelta di avere meno figli di quelli desiderati, i due fattori che incidono maggiormente (se si escludono le cause biologiche o fisiche) sono il reddito insufficiente (5,2%) e l'incompatibilità con il lavoro (5,3%). La mancanza, lontananza o il costo degli asili nido incide per lo 0,3%.
2. Anche da questo lavoro emerge come il titolo di studio sia una determinante fondamentale nel tasso di occupazione femminile (più elevato è il titolo di studio, più elevato il tasso di occupazione), mentre le due economiste legano il successo scolastico all'educazione impartita dalla madre. Questo approccio matrifocale risulta molto interessante, e il tema dell'educazione al lavoro all'interno della famiglia merita certamente più attenzione.
Trovate il testo integrale in inglese qui
Pubblicato il 26 gennaio 2011 - Commenti (0)
19 gen
Eccoci qui, a scrivere un altro blog.
Ancora? Sì
Inutile? No
Noioso? Speriamo di no.
Un blog su famiglia e lavoro sul sito del Cisf - Centro Internazionale Studi Famiglia ha tanti perché.
Prima di tutto perché il Nono Rapporto Cisf sulla Famiglia in Italia, nel 2005, affrontava (quasi) per primo il tema famiglia lavoro che, in questi ultimi anni, è diventato decisamente mainstreaming. Il titolo del Rapporto era, d'altronde, significativo: Dal conflitto a nuove sinergie. Consapevole di una fatica, tutta sulle spalle della famiglia, per quanto riguarda la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, il Rapporto gettava il sasso oltre lo stagno con proposte innovative, come il contratto relazionale, che oggi stanno entrando nella riflessione sulle nuove forme di contrattazione aziendale.
Dalla riflessione maturata con il Nono Rapporto è nata, con la collaborazione dell'Agenzia per la Famiglia del Comune di Parma, una Banca Dati di buone prassi di conciliazione famiglia-lavoro. Esperienze differenti, sia in grandi aziende, sia in enti pubblici, sia in piccole e medie imprese, che hanno saputo sicuramente dare una risposta positiva alle necessità dei dipendenti, senza arrivare però a fare sistema.
Infine, terzo e ultimo perché: perché abbiamo un appuntamento importante per il quale prepararci. Il settimo incontro mondiale delle famiglie, che si terrà proprio qui a Milano dal 28 Maggio al 3 Giugno 2012, avrà proprio a tema famiglia e lavoro: La famiglia: il lavoro e la festa è infatti il titolo scelto dal Santo Padre per questo evento.
Non sarà un blog inutile, dunque. Vogliamo invece che diventi luogo di scambio, riflessione e rilancio su un tema complesso che, soprattutto in questi ultimi anni e in seguito alla crisi economica, sta affrontando un passaggio epocale. E' cn le contraddizioni e le possibilità insite in ogni crisi, in ogni rottura, che vogliamo confrontarci.
E quindi, pronti via. Il cammino verso il 2012 è iniziato.
Pubblicato il 19 gennaio 2011 - Commenti (0)
|
|