Sono stata a due convegni su famiglia e lavoro organizzati da due associazioni diverse, in due contesti territoriali molto differenti: a Rovigo, a un incontro organizzato dal MLAC - Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, e a Roma, alla presentazione dei risultati del progetto Famiglie in Centro, promosso dal Forum delle Associazioni Familiari del Lazio.
Al centro di entrambi gli incontri, il tema della crisi economica e le ripercussioni sulle famiglie, in particolare sul tema della conciliazione famiglia-lavoro. Da questi incontri è stato davvero interessante l'emergere di una domanda che raramente viene esplicitata, quando si parla di conciliazione famiglia-lavoro: cosa possono fare le associazioni? Quale il ruolo delle associazioni nell'ambito della costruzione di percorsi di conciliazione famiglia-lavoro?
Il mondo delle associazioni è fuor da ogni dubbio estremamente variegato: basti pensare che, per esempio, all'interno del Forum Famiglie convivono associazioni che si occupano in modo specifico di lavoro (ACLI, MCL) e associazioni che invece hanno tutt'altra mission, e la cui attenzione è focalizzata su altri temi. E tuttavia, forse è possibile tracciare una sorta di road-map sul ruolo delle associazioni rispetto al tema della conciliazione famiglia-lavoro.
1. Essere luoghi di vicinanza e di ascolto. I problemi legati alla conciliazione famiglia-lavoro non rientrano certo in quei temi solitamente classificati come temi di bisogno sociale conclamato (come può essere per esempio la disoccupazione). Tuttavia, non possiamo notare che in questi anni i problemi legati al tentativo di tenere insieme un lavoro sempre più precario e i compiti di cura sempre più impegnativi siano in costante aumento. Come abbiamo già ricordato, tra i motivi delle patologie correlate allo stress da lavoro sono compresi i problemi legati alla mancata conciliazione. Un recente articolo pubblicato su
La Stampa conferma questo dato, acutizzato dalla crisi economica. Secondo una recente ricerca Iref/Acli, il 67,7% delle persone con un lavoro a professionalità medio-bassa teme di perdere il lavoro, percentuale che aumenta al 72% se in famiglia si è l'unico percettore di reddito. L'aumento di ansia e stress è anche una delle patologie registrate durante l'esperienza di Famiglie in Centro.
Al di là dello scambio di battute tra amici, le famiglie e i lavoratori rimangono sostanzialmente abbandonati a se stessi nella gestione di questa "nuova ansia"; le associazioni, che per loro natura sono enti intermedi, hanno la possibilità di costituire un prezioso luogo di ascolto, e anche di consiglio e rimessa in moto. Quante volte, incontrando le persone, ci siamo sentiti dire che "la situazione è questa, e non ci si può far nulla"? Davvero non c'è modo di cambiare un mondo del lavoro che appare sempre più alienato e alienante, incapace di vedere i bisogni relazionali dei propri dipendenti?
2. Costituire Rete. Per fare questo, le associazioni hanno bisogno di conoscersi e scambiarsi esperienze, e questo mi sembra uno degli aspetti più importanti dell'esperienza di Famiglie in Centro a Roma, che ha mappato e messo in rete le attività delle varie associazioni. In questo senso, le associazioni possono diventare luoghi di ascolto qualificato e di rimessa in moto: pensiamo a quanto sia importante, nella costruzione di percorsi di conciliazione, solo un ascolto competente, un consiglio su come gestire un'astensione di maternità, l'indicazione di un servizio innovativo, una proposta alternativa. Questo implica anche la presenza e la possibilità di mettere in rete le diverse competenze e le differenti capacità delle associazioni, così come mettere in rete i problemi e le soluzioni possibili, che non sono mai semplici. Un problema di conciliazione è sempre un problema complesso (di scelte e aspirazioni personali, di vincoli contrattuali, di relazione, di costruzione di competenze, di capacità di negoziazione, di vincoli e cultura familiare...) e come tale andrebbe affrontato: ma nessuna realtà, al momento nel nostro Paese, è in grado di fornire questo tipo di approccio né di aiuto.
3. Dare voce. Il servizio troppo spesso silenzioso delle associazioni può diventare un prezioso strumento per dare voce ai "non problemi" (e cioè alle difficoltà che non emergono come emergenze, quali sono le difficoltà legate alla conciliazione), affinché le famiglie abbiano finalmente voce e consapevolezza. Questo però implica la necessità che il lavoro e il ruolo delle associazioni, anche per quanto riguarda il tema della conciliazione famiglia-lavoro, venga formalmente (e sostanzialmente) riconosciuto, nell'ottica di un empowerment delle famiglie e della possibilità che le famiglie diventino realmente attori nei processi di costruzione di percorsi di conciliazione famiglia-lavoro, accanto alle aziende e alle istituzioni, in un'ottica di alleanza e non di contrapposizione.
Pubblicato il
02 aprile 2012 - Commenti
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Eccoci qui, a scrivere un altro blog.
Ancora? Sì
Inutile? No
Noioso? Speriamo di no.
Un blog su famiglia e lavoro sul sito del Cisf - Centro Internazionale Studi Famiglia ha tanti perché.
Prima di tutto perché il
Nono Rapporto Cisf sulla Famiglia in Italia, nel 2005, affrontava (quasi) per primo il tema famiglia lavoro che, in questi ultimi anni, è diventato decisamente
mainstreaming. Il titolo del Rapporto era, d'altronde, significativo:
Dal conflitto a nuove sinergie. Consapevole di una fatica, tutta sulle spalle della famiglia, per quanto riguarda la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, il Rapporto gettava il sasso oltre lo stagno con proposte innovative, come il contratto relazionale, che oggi stanno entrando nella riflessione sulle nuove forme di contrattazione aziendale.
Dalla riflessione maturata con il
Nono Rapporto è nata, con la collaborazione dell'Agenzia per la Famiglia del Comune di Parma, una
Banca Dati di buone prassi di conciliazione famiglia-lavoro. Esperienze differenti, sia in grandi aziende, sia in enti pubblici, sia in piccole e medie imprese, che hanno saputo sicuramente dare una risposta positiva alle necessità dei dipendenti, senza arrivare però a fare sistema.
Infine, terzo e ultimo perché: perché abbiamo un appuntamento importante per il quale prepararci. Il
settimo incontro mondiale delle famiglie, che si terrà proprio qui a Milano dal 28 Maggio al 3 Giugno 2012, avrà proprio a tema famiglia e lavoro:
La famiglia: il lavoro e la festa è infatti il titolo scelto dal Santo Padre per questo evento.
Non sarà un blog inutile, dunque. Vogliamo invece che diventi luogo di scambio, riflessione e rilancio su un tema complesso che, soprattutto in questi ultimi anni e in seguito alla crisi economica, sta affrontando un passaggio epocale. E' cn le contraddizioni e le possibilità insite in ogni crisi, in ogni rottura, che vogliamo confrontarci.
E quindi, pronti via. Il cammino verso il 2012 è iniziato.
Pubblicato il
19 gennaio 2011 - Commenti
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