04
gen
Per mettere in vendita un alimento oggi è necessario far conoscere i singoli ingredienti e la loro composizione nutrizionale, comprese le calorie fornite. Il Parlamento europeo recentemente si è espresso sulle etichette e ha dato l’ok ai profili nutrizionali con l’obbligo dell’indicazione delle quantità di grassi, acidi grassi saturi, zuccheri e sale e si richiedono però anche indicazioni su proteine, carboidrati, fibre, grassi trans-naturali e artificiali. Tali informazioni devono essere indicate su 100 grammi o milligrammi e, per assicurarne la leggibilità, devono avere caratteri di dimensione e stile precisi.
I vari deputati hanno proposto anche l’estensione dell’etichettatura obbligatoria sul Paese d’origine, oggi in vigore solo per alcuni alimenti, a tutti i tipi di carne, pollame, prodotti lattiero-caseari, e altri composti da un unico ingrediente. Per carne, pollame e pesce, l’etichettatura sul Paese d’origine deve essere disposta anche quando sono utilizzati come ingrediente in cibi trasformati.
CARNE E POLLAME, CONTA IL LUOGO DI ORIGINE
Per la carne e il pollame, l’indicazione di origine può essere fornita in rapporto a un unico luogo solo nel caso in cui gli animali siano nati, allevati e macellati nello stesso Paese. Per le carni e gli alimenti contenenti carne, il Paese di origine è definito come il luogo nel quale l’animale è nato, è stato allevato per la maggior parte della sua vita ed è stato macellato.
Pubblicato il
04 gennaio 2011 - Commenti
(0)
04
gen
Spesso alcuni cibi sono accusati di provocare cefalea o emicrania e ci sono persone che individuano con precisione quale alimento o categoria scatena il terribile mal di testa. Per esempio, gli additivi alimentari come i conservanti (il più utilizzato è il mono-sodio- glutammato che conferisce il sapore salato oltre a favorire la conservazione) e poi i coloranti, gli addensanti e gli aromi. La cefalea come reazione avversa agli alimenti, non è da confondere con le allergie alimentari vere e proprie, che invece sono riconducibili ad allergeni capaci di provocare effetti veramente drammatici, fino allo shock anafilattico. Il meccanismo che provoca la cefalea di origine alimentare è un fenomeno di vasodilatazione
che può essere seguito (o preceduto) anche da una vasocostrizione. La circolazione intracranica risente notevolmente di queste variazioni pressorie, reagendo con un dolore abbastanza resistente ai comuni farmaci analgesici.
Altre sostanze che provocano mal di testa sono la feniletielenamina, che si trova nei formaggi stagionati e nel cioccolato e l’istamina, propria di: pesci, pomodori, uova, fragole, crostacei, eccetera. Anche la tiramina è implicata e si trova in: formaggi fermentati e stagionati, estratto di lievito, conserve di pesce. Queste molecole possono provocare alcuni effetti come: orticaria, contrazione della muscolatura liscia vasale, cefalea, tachicardia, ipotensione, arrossamento del volto, aumento della secrezione acida gastrica.
Pubblicato il
04 gennaio 2011 - Commenti
(0)