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Il diabete è ormai una malattia endemica nel mondo e per mantenere sotto controllo i valori degli zuccheri nel sangue (glicemia) è importante seguire una dieta sana ed equilibrata.
Infatti, quando la glicemia diventa instabile è consigliabile alimentarsi con cibi che regolano il glucosio. Ci sono alimenti che aiutano a regolarizzare la glicemia e possono essere utili a livello mentale e muscolare.
Ad esempio, la farina d’avena: è un potente regolatore della glicemia perché, per essere digerita occorre molto tempo.
L’orzo spesso sostituisce il caffè a colazione ed è un altro alimento da abbinare all’avena. I broccoli e gli spinaci sono utili a chi soffre di irregolarità della glicemia, perché contribuiscono a mantenerne l’equilibrio.
Il salmone e le carni magre, sono ottimi. Il salmone perché contiene molti omega-3 e omega-6 e può contribuire a ridurre picchi e cali della glicemia. E la frutta? Si tratta di un dilemma che affligge i diabetici ma la frutta non è vietata, basta scegliere quella a basso indice glicemico (Ig) che ha maggiore fibra; questa aiuta a sentirsi più pieni e a prevenire rapide oscillazioni del livello di glucosio nel sangue: infatti, più fibra c’è, minore è il picco glicemico raggiunto dopo la digestione. Inoltre, gli alimenti che hanno alti livelli di Ig possono lasciare una sensazione di fame e una certa insoddisfazione, che potrebbe portare a mangiare troppo. Le mele hanno un Ig di 38 e 4 grammi di fibra. Una tazza di ciliegie ha un Ig di 41 e 2 grammi di fibra; le pere di tipo medio hanno un Ig di 38 e 4 grammi di fibra; le prugne, medio-grandi hanno un Ig di 39 e 4 grammi di fibra. Infine,
le fragole, circa mezza tazza, hanno un Ig di 41, e 2 grammi di fibra.
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16 febbraio 2011 - Commenti
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L’acne è una dermatosi che colpisce soprattutto i giovani e in molti casi tende a scomparire da sola dopo un certo numero di anni; se non è curata, può lasciare profonde cicatrici sulla pelle e può anche provocare disturbi psicologici, in particolare nei giovani.
Uno studio condotto all’Università di Oslo ha dimostrato che esiste una certa associazione tra un’alimentazione ricca di zuccheri e l’insorgenza dell’acne nella pubertà, soprattutto per quanto riguarda l’indice glicemico dei cibi. Sicuramente la pelle sta bene quando l’intestino funziona bene e la flora intestinale è al meglio, perciò un’alimentazione ben equilibrata e ricca di cibi o bevande vegetali non può far altro che aiutare tutto l’organismo, pelle compresa. Nelle persone geneticamente predisposte, dice il dottor Vincenzo Bettoli, dell’Ambulatorio acne dell’Ospedale di Ferrara, un eccessivo consumo di cibi con alto indice glicemico, come pane bianco, patate, miele e ovviamente zucchero, può essere fattore di peggioramento dell’acne e bisogna tener conto anche della contemporanea presenza di proteine e grassi che fanno variare la velocità di assorbimento intestinale.
Tutto è legato alla presenza di una sostanza (Igf1) che ha recettori in tutto l’organismo che spesso scambia con l’insulina, prodotta proprio in risposta al cibo ingerito. La Igf1 nella pelle stimola la proliferazione di sebociti cheratinoici e genera grassi nonché alcuni ormoni androgeni. In particolare si è visto che la concentrazione di Igf1 è più alta nelle donne con l’acne. Per cui bisogna mangiare più cibi integrali, una giusta dose di proteine animali, ma soprattutto vegetali, e come condimento, meglio l’olio extravergine di oliva.
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04 gennaio 2011 - Commenti
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04
gen
Quanto ci piace mangiare i dolci! Ma ciò che è zuccherato, certo, appaga il palato ma poi si trasforma in grasso, sia nel sangue sia nelle cellule predisposte, cioè gli adipociti. Tutto ciò si deve a un particolare ormone, l’insulina, la cui funzione primaria è la trasformazione degli zuccheri in energia sotto forma di glicogeno. Ha, però, anche la funzione di immagazzinare gli zuccheri in eccesso e quando non possono più essere trasformati direttamente in energia, li trasforma in riserve di grasso. Infatti, l’uso eccessivo e prolungato nel tempo di zuccheri e carboidrati raffinati provoca uno squilibrio cronico del metabolismo insulinico, per cui anche la minima quantità di carboidrati viene trasformata in grasso.
Ecco perché le persone metabolicamente resistenti all’insulina (nelle quali lo squilibrio ormonale è ormai molto avanzato), ingrassano anche consumando quantità normali o moderate di alimenti. Come si può risolvere questo dilemma? Solo attraverso un
cambiamento alimentare radicale, che sostituisca carboidrati non raffinati (tipo pasta e vari cereali) a quelli raffinati (come il saccarosio); che riduca al minimo l’uso degli zuccheri e che introduca acidi grassi essenziali al posto di quelli saturi; e che, infine, utilizzi proteine derivanti più da pesce che da carne o da uova e formaggi. L’uso regolare di questi cibi rende tutto questo molto più facile perché fornisce all’organismo una serie di nutrienti essenziali, riduce l’appetito e facilita lo smaltimento dei grassi accumulati.
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04 gennaio 2011 - Commenti
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