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Il caffè fa dimagrire ma meglio non esagerare
Il caffè può influenzare la digestione dei carboidrati? Pare proprio di sì! Da parecchio tempo, infatti, noi nutrizionisti abbiamo evidenziato il potere protettivo del caffè nei confronti del diabete di tipo 2. Ma quali sono i meccanismi che consentono di prevenire
questa patologia? Secondo una ricerca dell’Inran, il caffè pare sia proprio in grado di inibire uno degli enzimi intestinali deputati alla digestione dei carboidrati. Questa azione potrebbe determinare un rallentamento nell’assorbimento del glucosio e attenuare così
il picco glicemico che si osserva dopo il consumo di un pasto, contribuendo alla riduzione
del rischio di diabete di tipo 2.
Lo studio si è svolto con l’utilizzo di due approcci sperimentali: uno bioinformatico e uno in vitro. Mediante tecniche di simulazione al computer, è stata valutata la capacità dei composti fenolici presenti nel caffè di legare, e quindi, inibire, gli enzimi coinvolti nel metabolismo dei carboidrati. Le simulazioni sono state poi confermate dallo studio in vitro che però ha lasciato qualche dubbio nello studio sull’uomo, tant’è che la dottoressa Fausta Natella, ricercatrice Inran responsabile del progetto, ha dichiarato che, nonostante gli studi dimostrino che un consumo abituale e moderato di caffè riduca il rischio di diabete di tipo 2, non è ancora noto con quale meccanismo la bevanda possa agire.
Si è ipotizzato che il caffè interferisca con il processo di digestione dei carboidrati, ipotesi che è stata confermata dai dati sperimentali ottenuti in vitro, e vanno confermati da uno studio in vivo condotto sull’uomo. Se questo fosse il meccanismo con cui il caffè agisce, si dovrebbe consigliare di bere una tazzina subito dopo i pasti. Facendo attenzione, però, a non abusarne e a non superare le 4-5 tazzine al giorno.
Pubblicato il 04 gennaio 2011 - Commenti (0)