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Insonnia, la tisana fa male?
Un italiano su cinque soffre d’insonnia. Noi medici abbiamo sempre consigliato un cambio di abitudini, ma spesso abbiamo prescritto farmaci ipnotici che favoriscono il sonno. Da qualche anno, però, c’è un’alternativa che all’apparenza è più naturale e quindi meno dannosa dei farmaci, ma i risultati e le complicanze collaterali non danno ragione a chi sostiene questa teoria.
L’Agenzia del farmaco francese ha autorizzato 19 piante che combattono l’insonnia, riferendosi più che a una valutazione scientifica testata, a un uso “tradizionale”. Vista la mancanza di ricerca scientifica approfondita, in Italia il servizio di Farmaco vigilanza ha messo sotto controllo queste sostanze e non si è trovato molto d’accordo con l’agenzia francese.
È stata definita, ad esempio, l’esclusione della pianta Ballora nigra perché sospettata di danneggiare il fegato per la presenza di alcuni alcaloidi che si trovano, con la stessa azione epatotossica, in un’altra pianta: il Camedrio. Un altro prodotto molto utilizzato nel passato e che è stato proibito è l’Euphytose, che al tempo conteneva anche la pianta Ballora e poi Biancospino, Guaraná, Valeriana e Cola. Un’altra pianta sotto controllo è l’Anemone pulsatilla che contenendo protoanemonina, un composto notoriamente tossico a livello neurologico e nefrologico, presenta un rischio alto che ne fa escludere l’uso per addormentarsi. Nelle altre 16 erbe rimanenti non ci sono rischi anche se resta dubbia l’azione ipnotica delle stesse. Non ci sono controindicazioni per Melissa, Fiori d’arancio, Tiglio e Verbena; mentre per Passiflora, Luppolo e Valeriana si riferisce che l’azione è quasi nulla o quantomeno molto discutibile.
Pubblicato il 04 gennaio 2011 - Commenti (0)