Don Sciortino

di Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. E' laureato all'Università La Sapienza di Roma. E' autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

 
22
nov

Previsioni meteo dal 23 al 26 novembre

Nuvole e nebbie ma senza piogge

Le condizioni del tempo fino lunedì saranno interessate dal passaggio di tre deboli perturbazioni atlantiche: la n. 6  di novembre giunta giovedì 22  sulla penisola e che venerdì 23 insisterà ancora sulle regioni meridionali; la perturbazione n.7 di novembre che tra sabato 24 e domenica 25 porterà nuvole su tutta l’Italia e infine la perturbazione n.8 in arrivo lunedì 26 novembre sul Nord Italia. In compenso le temperature saranno intorno ai valori medi previsti per questo periodo dell'anno.
Ma ecco nei dettagli l’evoluzione del tempo, giorno per giorno:

Venerdì 23

Poco nuvoloso o nuvoloso sulle regioni meridionali, su Abruzzo, Molise e Alpi centro-occidentali. Sereno sul resto d’Italia ma con nubi in lento aumento sulle regioni di Nordovest dal pomeriggio.  Al mattino nebbie diffuse su Lombardia, Veneto, Emilia, Valli del Centro, litorale del Lazio, Salento, Nordovest della Sardegna.

Sabato 24

Poco nuvoloso o nuvoloso su Alpi centro-orientali, Venezie, Emilia, Romagna, Marche, Calabria, Sicilia, Sardegna; molto nuvoloso o coperto sul resto d’Italia. Nebbie locali nella pianura padano-veneta  e nelle zone interne del Centro.

Domenica 25

Bel tempo sulle regioni centrali  e sulle Isole ma con molte nebbie di notte  e al mattino. Molte nuvole al Nord con qualche pioviggine sulla Liguria. Poco nuvoloso o nuvoloso su Puglia, Lucania, Campania e Calabria.

Lunedì 26

Molto nuvoloso o coperto sul Nord Italia, tranne l’Emilia e la Romagna. Pioviggini sulle regioni di Nordovest.  Sereno o poco nuvoloso al Centrosud ma con nebbie di notte e al primo mattino nelle valli interne del Centro.

Pubblicato il 22 novembre 2012 - Commenti (0)
21
nov

Ottobre caldo ma non caldissimo


A livello planetario nella top ten degli ultimi 133 anni

Quello del 2012 è stato, a livello globale, un ottobre decisamente caldo, anche se non è stato battuto nessun record. In base ai dati raccolti dalle oltre 5000 stazioni sparse in tutti i continenti e dai satelliti che orbitano attorno al Pianeta, ottobre 2012 ha fatto infatti registrare una temperatura media di circa 0,62 gradi superiore al valore tipico del XX secolo, e tutto ciò ne ha fatto il quinto mese di ottobre più caldo dal 1880 a oggi (l’ottobre più caldo degli ultimi 133 anni rimane invece quello del 2003).
Come mostra anche l’immagine, ricostruita dagli studiosi della NOAA proprio grazie ai dati in loro possesso, durante il mese si sono registrate temperature medie superiori alla norma (aree colorate in rosso) soprattutto in Canada Orientale, New England, zone interne dell’America Latina (specie fra Paraguay, Argentina Settentrionale e Sudovest del Brasile), Nord Africa, Europa Orientale, Medio Oriente, Siberia Orientale, Australia Occidentale e gran parte dell’Antartide. In particolare il mese nel suo complesso è stato insolitamente “caldo” soprattutto nell’Emisfero Meridionale, dove negli ultimi 133 anni solo in un’altra occasione, ovvero nel 1997, si erano osservate temperature medie più alte di quelle registrate in questo 2012. Anche in Italia questo ottobre è stato più caldo del normale, di circa un grado, ma nell’ultimo decennio questa circostanza si è ripetuta con certa frequenza e in almeno altre 3-4 occasioni le temperature medie sono state anche più elevate.

Pubblicato il 21 novembre 2012 - Commenti (0)
20
nov

Cambia il vento, gelo più frequente

Le variazioni della circolazione atmosferica nella regione artica, oltre ad aver favorito uno scioglimento senza precedenti della Calotta Polare Artica potrebbero anche rendere molto più aspri gli inverni in Europa e Nord America.

 Queste almeno sono le conclusioni di una ricerca (“The Recent Shift in Early Summer Arctic Atmospheric Circulation”) pubblicata a inizio ottobre sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters.

Lo studio, cui ha partecipato un team di ricercatori provenienti dalla Rutgers University del New Jersey, dalla University of Sheffield e dal Joint Institute for the Study of the Atmosphere and Ocean di Seattle, è stato condotto esaminando il vento osservato nella regione al confine con il Circolo Polare Artico nel periodo fra il 2007 e il 2012 e confrontando tali dati con i valori medi del periodo compreso fra il 1981 e il 2010.

Gli studiosi hanno così scoperto che negli ultimi anni il normale flusso del vento in quota, che scorre da ovest verso est, è stato sostituito con una certa frequenza da venti disposti in direzione nord-sud, capaci di volta in volta, a seconda che soffino da nord verso sud o viceversa, di trasportare aria gelida verso le medie latitudini piuttosto che correnti tiepide fin nel cuore dell’Artico. In pratica le correnti che normalmente scorrono veloci in senso antiorario attorno al Polo Nord, e che perciò contribuiscono a isolarlo dalle latitudini più basse, sempre più spesso tendono a ondularsi, e queste oscillazioni aprono la porta alla discesa verso sud di masse d’aria estremamente gelida.

Questo cambiamento del vento nella regione artica secondo gli autori della ricerca dimostrerebbe l’esistenza di un forte legame tra le variazioni della circolazione atmosferica al Polo Nord e il clima delle medie latitudini.

In particolare, come già avvenuto nel recente passato, nel corso dell’inverno con inusuale frequenza masse gelide provenienti direttamente dal Polo Nord potrebbero irrompere su Stati Uniti ed Europa Occidentale.

 Insomma, a causa di un vento più irregolare nella regione Artica, anche il nostro inverno potrebbe diventare decisamente più instabile, con la frequente alternanza fra periodi miti e fasi estremamente gelide e nevose.

Pubblicato il 20 novembre 2012 - Commenti (0)
16
nov

Previsioni meteo dal 16 al 19 novembre

Piogge al Sud ma domenica peggiora quasi ovunque

Novembre, si sa, è il mese più piovoso del’anno pertanto è molto probabile che i fine-settimana incappino in giornate piovose.
Questo fine settimana si salverà a metà. Infatti oggi, venerdì, sarà bello al Centronord, ma ancora piovoso al Sud per un vortice di bassa pressione di origine Nord africana. Domani sabato, invece sarà bello su tutta l’Italia, ma attenzione alle nebbie di notte e al primo mattino. Domenica invece peggiora su quasi tutto il Centrosud per l’arrivo dalla Spagna della perturbazione n.5 di novembre la quale poi insisterà anche lunedì prossimo sulla penisola con piogge su quasi tutte le regioni.
In compenso le temperature non subiranno variazioni significative e si manterranno su valori sopportabili. Ma ecco nei dettagli, giorno per giorno, il tempo previsto.

Venerdì 16

Nuvoloso al Sud con piogge sparse al mattino su tutto il Meridione tranne Salento, Napoletano, Sud Sicilia. Al pomeriggio ancora piogge qua  e là su Gargano, Lucania, Calabria, Est Sicilia. Nella sera piogeg solo  su Calabria. Bel tempo invece per tutto il giorno al Centronord.


Sabato 17

Un po’ di innocue nuvole al Centro, Calabria e Sicilia. Bel tempo sul resto d’Italia ma con nebbie di notte  e al primo mattino su Lombardia, Basso Veneto, Emilia.


Domenica 18

Molto nuvoloso o coperto su tutta l’Italia. Al mattino piogge su Emilia, Romagna, Est Lombardia, Levante ligure, Marche, Umbria, Toscana, Lazio, Calabria, Isole. Al pomeriggio piogge su Veneto, Emilia, Romagna, Est Lombardia, Isole  e tutto il Centrosud, tranne la Puglia; piogge forti su Campania. Nella sera piogge su Venezie, Emilia, Romagna, Isole e tutto il Centrosud, forti su Calabria ionica.


Lunedì 19

Al mattino piogge ovunque, tranne Piemonte, Lombardia, Val d’Aosta, Umbria Lazio, forti su Puglia e Veneto. Al pomeriggio piogge ovunque (tranne Friuli, Venezia Giulia, Alto Piemonte, Val d’Aosta, Alto Adige, Toscana, Umbria, Lazio). Nella sera piogge su Lucania, Calabria,regioni del Medio-basso Adriatico, Veneto, Emilia, Lombardia, Piemonte.

Pubblicato il 16 novembre 2012 - Commenti (0)
14
nov

Dopo l’uragano a New York è arrivata la neve

abbondante nevicata a New York

Nevicata eccezionale per la stagione

L’autunno sembra proprio voler stupire i newyorkesi in tutti i modi possibili: dopo gli allagamenti causati a fine ottobre dal passaggio dell’uragano Sandy, la scorsa settimana le strade e i grattacieli della città sono stati imbiancati da una intensa nevicata.
E anche se per questa grande città la neve è tutt’altro che insolita, si è trattato comunque di una nevicata eccezionale: mai infatti nella storia di New York era caduta tanta neve, circa 12 centimetri, così presto in autunno, e per la prima volta sono caduti più di 10 centimetri di neve nella prima metà di novembre.
Il precedente record, per una precoce nevicata di almeno 10 centimetri, era del 23 novembre del 1989, quando appunto il manto nevoso superò di poco i 10 centimetri.
In effetti la nevicata dello scorso 8 novembre è stata intensa in gran parte del Nordest degli USA, ed è stata scatenata da una violenta perturbazione che, come si può notare dall’immagine raccolta dal satellite GOES East della NOAA, ha investito il Nordest degli USA accompagnata da intensi e gelidi venti nordorientali (una classica bufera invernale nota nel Nord America con il termine di Nor'easter).
Le nevicate più abbondanti comunque non hanno interessato la zona di New York City quanto piuttosto l'interno dello stato del New Jersey e il Connecticut Occidentale, con accumuli fino anche a 25 centimetri, e pure a Newark, e quindi non lontano da New York, al suolo si sono accumulati ben 15 centimetri di neve fresca.

Pubblicato il 14 novembre 2012 - Commenti (0)
13
nov

Un po' chitarristi...un po' meteorologi

Le condizioni meteorologiche possono alterare notevolmente l’integrità e la sonorità di una chitarra di legno perché il legno è igroscopico cioè si ingrossa in ambiente umido e si restringe in ambiente secco.

Per un funzionamento ottimale di tale strumento sono richiesti valori di temperatura compresi tra 18 e 25°C e di umidità tra il 50 e il 60%. Con cielo sereno le escursioni termo-igrometriche nel corso della giornata sono notevoli, come è ben noto a chi è costretto ad indossare abiti pesanti di notte per proteggersi dal freddo e leggeri di giorno per combattere il caldo (il cosiddetto dramma del pastore).

Una chitarra lasciata all’interno di un’automobile durante tali giornate sarà sottoposta ad una escursione ancora più forte in quanto le variazioni di temperatura ed umidità possono passare facilmente dai 60°C e 10% di giorno a 0°C e 80% di notte.
Quando una chitarra è portata in ambienti fortemente riscaldati e con umidità relativa molto bassa, per evitarne la deformazione è buona norma umidificare il suo interno, solitamente non verniciato ed a diretto contatto con l'ambiente esterno attraverso la buca, mediante un piccolo ma efficace umidificatore.
Ciò creerà una maggiore umidità all'interno della chitarra che la proteggerà dall'eventualità di una rottura.
È l'analogo di ciò che spesso si vede nei musei o nelle esposizioni dove umidificatori vengono posti all'interno delle sale per mantenere l’umidità dell’ambiente costante nel tempo.

Pubblicato il 13 novembre 2012 - Commenti (0)
09
nov

Previsioni meteo dal 10 al 12 novembre

Il tempo fino a lunedì: piogge, anche forti, al Centronord, neve sulle Alpi, forte Scirocco, acqua alta a Venezia.

Il tempo in questo fine settimana sarà una esatta fotocopia di quello precedente: in prevalenza bello al sud, maltempo invece sulle regioni centrosettentrionali con tutti i tipici ingredienti del lato peggiore del tempo autunnale: piogge diffuse sabato al Nord e domenica su quasi tutto il Centronord; forti piogge su Liguria, Venezie, Prealpi lombarde, Toscana e Lazio; nevicate sulle Alpi a quote medio-alte; forti venti di Scirocco su Tirreno e Adriatico; di nuovo acqua alta a Venezia. Il tutto a causa dell’arrivo dalla Spagna di una intensa perturbazione atlantica, la n.3 di novembre. In compenso le temperature resteranno al di sopra della media per effetto dei tiepidi venti sciroccali.

Ma ecco in dettaglio il tempo giorno per giorno:

Sabato 10

Molte nubi su tutto il Centronord, Campania, Isole; sereno sul resto del Meridione. Piogge su Alta Toscana e tutto il Nord, tranne Emilia e Romagna. Piogge forti dalla sera su Liguria, Alta Toscana, Prealpi lombarde, Trentino. Neve sulle Alpi oltre 1300-1500 metri


Domenica 11

Nubi su tutta l’Italia. . Al mattino piogge su tutto il Centronord, tranne Marche, Abruzzo e Molise e di forte intensità su Toscana e Venezie. Al pomeriggio schiarite su gran parte del Nord; ancora piogge su Dolomiti, Venezie, Romagna, Sardegna,  regioni centrali, tranne Basse Marche, Abruzzo  e Molise. Piogge  forti su Lazio e Friuli. Nella sera piogeg su Friuli, Romagna, Sardegna, regioni centrali, tranne Abruzzo e Molise. Piogge forti su Alto Lazio. Neve oltre 1400-1600 metri su Val D’Aosta, Alto Piemonte, Alpi lombarde, Alto Adige; oltre 1600-1800 metri su Alpi occidentali, Alpi Marittime  e Trentino; oltre 1800-2000 metri su Alpi Carniche e Giulie.


Lunedì 12

Sereno sulle regioni di Nordovest ; molte nubi sul  resto d’Italia. Al mattino piogge su Venezie, Emilia, Romagna, regioni centrali, Levante ligure, Napoletano, Isole e Calabria. Al pomeriggio piogge su tutto il Nord Italia, tranne  le Alpi centro-occidentali; piogge anche su  Toscana, Sardegna. Nella sera piogge su Venezie, Emilia, Sardegna, forti nel Cagliaritano.

Pubblicato il 09 novembre 2012 - Commenti (0)
07
nov

Sandy, uragano devastante

uragano Sandy

L’inizio della scorsa settimana è stato senz’altro segnato dalle immagini che ci giungevano dall’altra sponda dell’Atlantico, con l’uragano Sandy che nelle prime ore di lunedì 29 ottobre ha investito le coste del Nord America scatenando alcuni giorni di violento maltempo su tutto il Nordest degli Stati Uniti.

Sandy non è certo fra gli uragani più violenti che abbiano colpito il Nord America negli ultimi decenni, ma la coincidenza di alcuni fattori ne hanno fatto uno dei più letali e disastrosi cicloni tropicali degli ultimi tempi. La tempesta infatti si è mossa molto lentamente, scaricando così per alcuni giorni piogge torrenziali sempre sulle medesime zone e ha seguito pure una particolare traiettoria che, attraverso l’insistere dei fortissimi venti che hanno raschiato la superficie dell’oceano, ha ammassato grosse quantità d’acqua sulle coste atlantiche del Nord America, favorendo la formazione di un’importante onda di marea (stormsurge), alta anche più di tre metri, che tra l’altro ha causato anche l’inondazione di alcuni quartieri di New York City.

Per di più l’uragano Sandy si è scontrato con correnti gelide che proprio in quei giorni sono scivolate dalle regioni polari fin sul cuore del Nord America, dando vita così a furiose bufere di neve, soprattutto in Virginia, Maryland, West Virginia e Tennessee. Insomma, a dispetto della sua modesta intensità (un uragano di categoria 1, ovvero uno di quelli meno intensi, con venti ad “appena” 140 km/h), Sandy ha causato la morte di 160 persone, di cui 88 negli Stati Uniti, paese in cui ha pure prodotto danni che, secondo le prime stime, potrebbero ammontare fino a 55 miliardi di dollari!

(Fonte immagine: NASA)

Pubblicato il 07 novembre 2012 - Commenti (0)
06
nov

Scilla e Cariddi, scontro tra correnti

Nello Stretto di Messina ogni giorno le onde di marea riversano dal Tirreno allo Ionio e viceversa quasi 600.000 m3 di acqua al secondo alla velocità di 7-8 km all’ora, una portata grosso modo 600 volte superiore a quella del Po.

Il fenomeno è reso possibile dalla assenza di sincronismo tra le maree dei due bacini. Quando infatti lo Ionio è in alta marea, il Tirreno si trova in bassa marea ed il dislivello mette in movimento enormi quantità di acqua che risalgono lo Stretto da sud verso nord come Corrente montante. Ma, quando nel corso del giorno i due bacini si scambiano i ruoli, lo Stretto viene attraversato in senso inverso dalla Corrente scendente.

Però in prossimità delle coste, il freno opposto dalla terraferma genera altre due correnti opposte (i Bastardi, controcorrente della montante ed i Refoli, controcorrente della scendente). Dallo scontro tra la corrente primaria e la rispettiva controcorrente prendono a loro volta vita turbinosi mulinelli, i Vortici, un vero e proprio incubo per i marinai fin dall’antichità. I più temibili sono quelli di Scilla e Cariddi, immortalati appunto da Omero.

Pubblicato il 06 novembre 2012 - Commenti (0)
31
ott

Si richiude il Buco d’Ozono

si chiude il buco Ozono

Nel 2012 si è ristretto come poche volte negli ultimi decenni


Come confermato dall’immagine, realizzata dagli esperti della NASA grazie ai dati raccolti dai satelliti, quest’anno il Buco d’Ozono (evidenziato dalle colorazioni azzurro-violacee) si è ristretto come solo un’altra volta era capitato negli ultimi 20 anni: lo scorso 22 settembre, giorno in cui ha raggiunto la massima estensione annuale, il Buco d’Ozono infatti era ampio “appena” 21,2 km2 e nel corso dell’ultimo ventennio solo nel 2002 era stato meno esteso .

In effetti nonostante già nel 1987 si sia giunti al bando all’utilizzo dei CFC (clorofluorocarburi), gas principali responsabili dell’erosione dello strato d’ozono che ci protegge dai raggi UV più nocivi, le grandi quantità di questi gas emesse negli anni ’70 e ’80 hanno continuato a girare nell’Atmosfera, e tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90 il Buco d’Ozono di anno in anno si è ingrandito sempre più, al punto di raggiungere il 9 settembre 2000 l’estensione record di circa 29,9 milioni di chilometri quadrati, un’area grande più o meno cento volte l'Italia.

Nel corso dell’ultimo decennio però la crescita del Buco d’Ozono pare essersi arrestata. Si sono così alternate annate in cui lo squarcio ha raggiunto dimensioni notevoli, come nel 2006, e altre in cui invece il buco si è rimpicciolito di molto, come avvenuto ad esempio nel 2002, nel 2010 e quest’anno. In effetti man mano che l'atmosfera smaltirà i CFC residui il Buco d'Ozono si richiuderà sempre più anche se, in base alle proiezioni degli scienziati della NASA e della NOAA, la “falla” nello scudo che ci protegge dai raggi ultravioletti probabilmente si richiuderà del tutto solo fra 50-60 anni.

Pubblicato il 31 ottobre 2012 - Commenti (0)
30
ott

La sindrome da ora legale

L’orologio interno che comanda l’addormentamento e il risveglio, l’aumento e la diminuzione della temperatura corporea e della pressione sanguigna, l’attività ritmica del cuore e degli altri organi, si regola soprattutto sulla base dell’alternarsi dei periodi di luce e di buio scanditi dal giorno e dalla notte. Ma, per quanto preciso, l’orologio biologico non è abbastanza veloce negli aggiustamenti. Così, se ci vuole un attimo per adeguarsi all’ora legale o ad un nuovo fuso orario, spostando semplicemente le lancette dei nostri orologi meccanici, all’organismo serve invece qualche giorno per “riprogrammare” tutte “le sveglie”: l’ora dei pasti, quella del sonno, quella della resa fisica e intellettuale. E’ normale quindi che i ritmi del sonno, dell’appetito e delle capacità psicofisiche vengano temporaneamente sconvolti.

Nella maggior parte delle persone i fastidi sono di breve durata e di lieve entità mentre altre, come gli ansiosi e i depressi, fanno più fatica a sincronizzare il proprio orologio interno. Con il cambio di ora legale autunnale, in pratica si va a dormire un’ora prima e quindi si incontra una certa difficoltà ad addormentarsi perché, anche se la sveglia dice che è ora di dormire, corpo e mente in realtà sono ancora ben svegli, una situazione che danneggia in particolar modo coloro che già soffrono di insonnia. Chi poi è abituato ad andare al bagno ad orari precisi può accusare anche qualche irregolarità intestinale e, se si mangia sempre alla solita ora, può capitare di andare a tavola con scarso appetito, non essendo ancora scattato a pieno il segnale di fame. Un consiglio: per una settimana, ritardare di mezz’ora, rispetto al nuovo orario, l’ora dei pasti e, in pari misura, quella del riposo notturno.

Pubblicato il 30 ottobre 2012 - Commenti (0)
25
ott

Previsioni meteo dal 26 al 29 ottobre

Piogge, temporali,  freddo  e anche neve


Dopo 2-3 settimane di tempo bello e soleggiato e addirittura con caratteristiche estive sulle regioni centro meridionali, in questo fine settimana vi sarà un brusco giro di boa perché  proprio in questo fine settimana arriveranno simultaneamente, non solo le piogge, ma anche il freddo e persino al neve, almeno sul Nord Italia. Insomma più che un assaggio di autunno, sarà un assaggio di inverno. Il tutto inizierà venerdì 26 con l’arrivo dalla Spagna di una piovosa perturbazione, la n.6 del mese di ottobre, la quale insisterà sull’Italia fino a domenica. Ma sabato 27 arriverà a ridosso delle Alpi un nucleo di aria fredda di origine polare la quale poi nella notte tra sabato e domenica si riverserà in Val Padana con gelidi venti di Bora. Gli effetti di questa irruzione di aria fredda? Nevicate, domenica, fino a bassa quota su Alpi, Prealpi, Appennino emiliano, entroterra ligure e persino in pianura su Basso Piemonte, Piacentino e Parmense.

Ma ecco nei dettagli l’evoluzione del tempo:

  • Venerdì 26: Molte nubi su tutta l’Italia. Al mattino piogge su Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Pavese, Milanese, laghi lombardi, Sardegna, Toscana. Al pomeriggio rovesci e qualche temporale su Campania, Sardegna  e tutto il Centronord, tranne Marche, Abruzzo, Molise, forti su Versilia. Nella sera rovesci ovunque, forti su Basso Lazio, Napoletano. Deboli nevicate su Val d’Aosta a quote medio-alte. Temperature massime in calo di 3-4 gradi al Nord.
  • Sabato 27: Al mattino rovesci su Alpi, Venezie, Levante Ligure, regioni tirreniche e appenniniche  e forti su coste di Lazio-Campania.Al pomeriggio rovesci e qualche temporale su tutta l’Italia, tranne Sicilia e coste di Marche-Abruzzo-Molise-Puglia, forti su levante ligure, Lazio, Campania. Nella sera rovesci ovunque tranne  Sicilia e coste di Abruzzo-Molise-Puglia  e forti su Campania, Veneto. Neve sulle Alpi oltre 1000-1300 metri.
  • Domenica 28: Al mattino piogge ovunque, tranne Abruzzo, Molise, medio-alta Puglia. Neve su Alpi e Appennino emiliano fino a quote basse; neve anche in pianura su Basso Piemonte, Piacentino, Parmense.  Al pomeriggio schiarite su Val d’Aosta, Verbano, Alpi lombarde. Nella sera piogge su Venezie, Emilia, Romagna, regioni tirreniche, Isole. Temperature massime in calo di 7-8 gradi al Nord  e su valori intorno 8-12 gradi.
  • Lunedì 29: Al mattino rasserena su Toscana, Umbria, Lazio e Nord Italia; ancora piogge su Marche, Abruzzo, Molise e Calabria. Freddo al Nord. Al pomeriggio migliora su quasi tutta l’Italia.

Pubblicato il 25 ottobre 2012 - Commenti (0)
24
ott

Un settembre da record



E’ stato il più caldo degli ultimi 133 anni.

A livello globale il mese di settembre di quest’anno è stato davvero eccezionale: secondo le analisi della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’agenzia americana che studia Oceani e Atmosfera, le temperature medie planetarie sono state di 0,67 gradi superiori al valore medio del XX secolo facendo di questo mese il settembre più caldo dal 1880 a oggi a pari merito con quello del 2005!
Come mostra l’immagine, fra le regioni in cui le temperature sono rimaste insolitamente alte, anche di 3-4 gradi oltre la norma (aree colorate di rosso più scuro), spiccano soprattutto le zone interne della Russia, il Giappone, l’Europa Orientale, gran parte del Canada e le zone dell’America Latina comprese fra Paraguay e Argentina Settentrionale.
Per i due emisferi presi separatamente invece il record è stato solo sfiorato: per il nostro Emisfero infatti quello di quest’anno è il secondo settembre più caldo di sempre dopo quello del 2005, mentre nell’Emisfero Meridionale le temperature medie mensili di settembre 2012 sono seconde solo a quelle del 1997.
In ogni caso le eccezionali temperature di settembre 2012 non fanno altro che confermare come il nostro Pianeta si stia surriscaldando (fenomeno noto come Global Warming): si tratta infatti del 331° mese consecutivo con temperatura superiore al valore medio del XX secolo, e per trovare un mese “più fresco” del normale bisogna tornare indietro di oltre 30 anni, fino al settembre del 1976!

Pubblicato il 24 ottobre 2012 - Commenti (0)
23
ott

Aerare la casa con la nebbia: i falsi miti

La nebbia è un inequivocabile sintomo che l’umidità relativa dell’aria in quel luogo e in quell’istante  ha raggiunto il valore del  100%.  Ricordiamo che l’umidità relativa indica non tanto quanti grammi di vapore ci sono nel volume d’aria considerato ma piuttosto quanto l’aria sia più o meno vicina alla saturazione: ad esempio, una umidità relativa del 70% significa che alla massa d’aria manca ancora, a quella temperatura, il 30%, per diventare satura e quindi condensare sotto forma di nebbia o di nube.

La casalinga che, al primo mattino, vuole aprire le finestre per cambiare l’aria, potrebbe di conseguenza pensare che, se lo facesse, l’umidità in casa aumenterebbe.

Niente di più sbagliato!

In effetti negli ambienti chiusi con  una temperatura interna  di 20 °C e umidità relativa intorno 60% - i valori ottimali  dal punto di vista del confort fisiologico -  l’umidità assoluta reale, a quella  temperatura, equivale a circa 12.5 grammi di vapore per  metro cubo di aria. Supponiamo allora che, con tali iniziali condizioni, in una mattina nebbiosa con aria esterna a zero gradi (e quindi umidità assoluta  pari a 4.5 grammi per metro cubo), decidiate di aprire le finestre per il ricambio dell’aria, e supponiamo che, a seguito di tale azione, la temperatura dei locali  scenda fino 10 °C.

Il rimescolamento  tra il metro cubo di nebbiosa aria esterna con contenuto di 4.5 grammi e quella  interna,  inizialmente con 12.5 grammi per metro cubo darà luogo, all’interno dell’ambiente, a una nuova massa d’aria, il cui contenuto di vapore sarà, ovviamente, all’incirca la media dei due valori ovvero circa  9 grammi metro cubo.

Conclusione: l’aria  nei locali appena aerati passerebbe dai 12.5 grammi per metro cubo ad appena  9 grammi: insomma diventerebbe più secca di quella preesistente.

Paradossale, vero? È chiaro allora che le casalinghe che nelle giornate nebbiose non aprono le finestre, nel timore che entri in casa troppa umidità, in realtà compiono un madornale errore!

Pubblicato il 23 ottobre 2012 - Commenti (0)
18
ott

Previsioni meteo dal 19, 20 e 21 ottobre

Sull’Italia è ritornato l’anticiclone  Nord  africano che assicurerà  bel tempo su tutta la penisola fino a domenica, temperature sopra la media ma gradevoli e anche molte nebbie al Centronord. Soltanto  intorno al 21 l’anticiclone inizierà a ritirarsi dalla penisola, favorendo l’arrivo dalla Spagna di  una prima debole perturbazione che interesserà lunedì  dapprima solo le Isole, Il Piemonte e la Liguria.

Ma ecco nei dettagli il tempo previsto fino  a lunedì:

  • Venerdì 19:  un po’ di innocue nuvole su Val Padana occidentale, Liguria, Emilia, Toscana, Sardegna. Nebbie al primo mattino su Veronese, Trevigiano, Mantovano, Milanese, Umbria.  
  • Sabato 20: un po’ di nubi innocue su Ovest Piemonte, Emilia, Sardegna,: qualche nebbia di notte e al primo mattino  su Pianura padano-veneta  e valli del Centro.
  • Domenica 21: nuvoloso su Ovest Piemonte, Ponente ligure, Sardegna; qualche pioggia dal pomeriggio su Alpi Marittime, Alpi occidentali, Cuneese, Ponente ligure;  Dalla sera rovesci su Ovest della Sardegna. Nebbie al mattino su Veneto  e valli del Centro. 
  • Lunedì 22:  un po’ di nubi su Piemonte, Emilia, regioni centrali; molte nubi e rovesci sparsi su Sardegna e Ovest Sicilia.  Nebbie su Basso Veneto, Lombardia, valli del Centro.

Pubblicato il 18 ottobre 2012 - Commenti (0)
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