28
mag
Da un Tg della sera vengo
a sapere che i nostri
parlamentari, come un
sol uomo, si sono opposti
a tagliarsi i loro stipendi
e privilegi. Finalmente!
Sì, finalmente! Era ora
che mostrassero la loro
vera faccia. E facessero capire
ai cittadini che se sono
in Parlamento è solo per
riempirsi le tasche di soldi!
Dopo aver messo le mani
nelle nostre tasche. Del bene
e del futuro del Paese non
gliene importa un bel
niente. Ci sta bene, a noi
“pecoroni”, che non ci siamo
ribellati di fronte a tante
“porcate”, limitandoci solo
a blande dimostrazioni. Se
fossero ancora vivi i giovani
che nel ’43-44 si sono dati
alla macchia e hanno
organizzato la Resistenza,
le cose andrebbero meglio.
La “casta” ci ha portati
sull’orlo del fallimento.
Sarebbe giusto che pagassero
per la loro irresponsabilità.
“Chi rompe paga”, non fa
pagare gli altri. Cari giovani,
svegliatevi! È in gioco il
vostro futuro. Un brutto
giorno sarete alla fame.
“Catullo”, ex partigiano
Quanta fatica da parte della
“casta” a rivedere privilegi e
compensi spropositati! Il buon
senso, quello di un buon padre
di famiglia in un momento
di difficoltà, non fa breccia
nella loro mente. Non capiscono
che, per primi, devono dare
il buon esempio. Altrimenti,
non sono credibili nel chiedere
sacrifici agli altri. La loro insensibilità
è direttamente proporzionale
al calo di consensi
che hanno nella società. L’unico
loro riferimento è il Palazzo.
Non conoscono più il mondo
esterno, che li punirà.
Pubblicato il
28 maggio 2012 - Commenti
(9)
19
ott
Stiamo attraversando periodi molto brutti.
Difficili da sopportare, senza indignarci: ma
a che scopo? Per uscire dalla crisi, i politici non
hanno soluzioni. Anzi, non sanno cosa siano.
La Chiesa non muove un dito. Sì, ogni tanto,
si alza la voce del Papa contro i soprusi, ma chi
lo ascolta? Tutto si risolve in un applauso, al
massimo una fiaccolata. Nella realtà, aumentano
le tasse e cresce il malessere. Forse, è tempo
di svegliarsi e agire.
Enzo - Biella
Il quadro, forse, è troppo pessimistico. Non perché
non siano vere le cose che dici, ma per l’assenza
di uno spiraglio di luce. E perché il giudizio negativo
è esteso a tutti, in modo indistinto.
Anche se la
Chiesa non è sempre stata tempestiva nelle sue denunce,
metterla sullo stesso piano dei politici è farle
torto. Soprattutto di questi politici, servili “a livelli
inauditi”. Senza ideali e amore per il Paese.
Se c’è
una cosa che offende i cittadini, è l’attaccamento
che hanno alla poltrona. Pur di non perderla, si mettono
in vendita, ricattano, fanno la questua. Non vogliono
rinunciare a privilegi e rendite. Su cui non solo
non è calata la scure, tanto annunciata, ma nemmeno
un piccolo taglio. Invocano la privacy per nascondere
doppi e tripli vitalizi, o conflitti di interessi.
Se il Paese va alla malora, pazienza. Prima vanno
salvaguardati i propri affari. Per questo sono in Parlamento.
Non certo eletti dal popolo, ma “nominati”
dai segretari di partito. La loro libertà è soggetta alla
prossima lista per le elezioni.
Pubblicato il
19 ottobre 2011 - Commenti
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29
giu
Perdoni questo mio sfogo: è di oggi la notizia che il vertice di una nota azienda è stato arrestato. Sono disgustato. Ma com’è possibile che, ogni giorno, riceviamo notizie di truffe, evasione fiscale, comportamenti illeciti. Ci mancava solo il calcio scommesse! Ai tempi di mio padre l’onestà era un valore. La Chiesa deve ribadire che il denaro non è l’unico scopo della vita. Ovunque mi giro, non sento altro che parlare di soldi e consumi.
La frode è all’ordine del giorno. Mia figlia lavora per cinquecento euro al mese. Non parliamo poi dell’esempio dei politici. Io non sono un santo, ma rispetto tutti. Bisogna lottare per cambiare questo sistema e per dare spazio alle persone oneste.
Carlo
Quando la furbizia è la massima virtù nazionale vuol dire che il Paese è malato. Ci vorrebbe una “cura da cavallo” perché si riprenda subito. Prima che corruzione, evasione fiscale e comportamenti illeciti si trasformino in una via senza ritorno.
L’onestà è ancora una virtù. Non certo delle persone deboli, ma di quelle forti. Come dovrebbero essere, più degli altri, gli “eletti” a rappresentarci e a gestire la “cosa pubblica”. Purtroppo, la realtà ci porta coi piedi per terra. Perché assistiamo a una classe politica poco credibile.
Qualsiasi riforma che richieda ancora sacrifici ai cittadini, se non tocca prima i privilegi e le laute prebende dei nostri parlamentari, non è credibile. È triste constatare come in momenti di ristrettezze e sacrifici per tutti, chi non tira mai la cinghia è la “casta”. Lo spropositato costo della politica, che toglie risorse alle famiglie e al sociale, non è più tollerabile.
Pubblicato il
29 giugno 2011 - Commenti
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