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ott
La scure sui privilegi
Stiamo attraversando periodi molto brutti.
Difficili da sopportare, senza indignarci: ma
a che scopo? Per uscire dalla crisi, i politici non
hanno soluzioni. Anzi, non sanno cosa siano.
La Chiesa non muove un dito. Sì, ogni tanto,
si alza la voce del Papa contro i soprusi, ma chi
lo ascolta? Tutto si risolve in un applauso, al
massimo una fiaccolata. Nella realtà, aumentano
le tasse e cresce il malessere. Forse, è tempo
di svegliarsi e agire.
Enzo - Biella
Il quadro, forse, è troppo pessimistico. Non perché
non siano vere le cose che dici, ma per l’assenza
di uno spiraglio di luce. E perché il giudizio negativo
è esteso a tutti, in modo indistinto.
Anche se la
Chiesa non è sempre stata tempestiva nelle sue denunce,
metterla sullo stesso piano dei politici è farle
torto. Soprattutto di questi politici, servili “a livelli
inauditi”. Senza ideali e amore per il Paese.
Se c’è
una cosa che offende i cittadini, è l’attaccamento
che hanno alla poltrona. Pur di non perderla, si mettono
in vendita, ricattano, fanno la questua. Non vogliono
rinunciare a privilegi e rendite. Su cui non solo
non è calata la scure, tanto annunciata, ma nemmeno
un piccolo taglio. Invocano la privacy per nascondere
doppi e tripli vitalizi, o conflitti di interessi.
Se il Paese va alla malora, pazienza. Prima vanno
salvaguardati i propri affari. Per questo sono in Parlamento.
Non certo eletti dal popolo, ma “nominati”
dai segretari di partito. La loro libertà è soggetta alla
prossima lista per le elezioni.
Pubblicato il 19 ottobre 2011 - Commenti (2)