Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
12
ott

Se il fidanzato è povero

Sono la mamma di due figlie di venti e diciott’anni e di un ragazzino di dodici. Non abbiamo problemi economici grazie al lavoro, duro e soddisfacente, di mio marito. Il problema che mi assilla e che sta minando i rapporti in famiglia, riguarda la nostra figlia più grande. Da un anno circa, si è innamorata e fidanzata con un coetaneo serio, sensibile e solare, per quel poco che conosco. Ma di pochi studi e di pochi mezzi. Anche familiari. Ha finito i corsi professionali e, pare, cominci presto un lavoro come apprendista. Suo papà è bidello e ha una famiglia numerosa.
Condivido la preoccupazione di mio marito per il futuro di nostra figlia. Anche per il livello culturale di questa famiglia. Ma il suo atteggiamento ostile temo che non farà altro che allontanare nostra figlia. Già ora non ha niente da dirci, e si è chiusa a riccio. Non le nascondo che anch’io avrei sperato per lei una situazione più “sicura”, ma vedo che si vogliono un gran bene, legati anche da una comune pratica religiosa. Credo che i figli debbano fare le loro scelte da persone libere.

Vanna B. - Verona

Mi pare, cara Vanna, che nella tua lettera ci sia un’analisi attenta dei problemi, ma anche diverse piste di riflessione e una soluzione quando dici che i «figli devono fare le loro scelte da persone libere». È normale che i genitori siano preoccupati del futuro dei propri figli, che vorrebbero esenti da preoccupazioni e fastidi. E delle scelte che fanno in vista di una vita in comune. Forse, però, più che perdere tempo a recriminare sulle condizioni economiche della famiglia del fidanzato di vostra figlia, potreste dedicarvi di più a conoscerlo meglio. Invitandolo, ad esempio, a casa vostra e frequentandolo con più intensità. Evitereste, così, di allontanare vostra figlia. E, soprattutto, di darle l’impressione che per voi quel che conta sia soltanto il conto in banca. Senza interesse ad altri valori.

Pubblicato il 12 ottobre 2011 - Commenti (7)
23
ago

Immaturi a 43 anni e con figli grandi

Ho quarantatré anni e sono una mamma divorziata. I miei figli sono grandi, uno ha quasi vent’anni e l’altro diciassette. Le scrivo perché sono delusa dalle persone con cui sono a contatto, sia nella vita privata sia al lavoro. Prima mi fidavo ciecamente di tutti, ora non più. Per tre anni e mezzo ho frequentato un uomo della mia età, e mi sono illusa. Accettavo le sue condizioni, pur di non perderlo. Lui voleva sempre avere ragione, io ero sempre quella che sbagliava. Per mia fortuna, a fine giugno, mi ha lasciata e non si è più fatto sentire. Adesso c’è un ragazzo, più giovane, che vorrebbe conoscermi meglio. Ma ho paura e continuo a rimandare. Lui ha qualche problema: due anni fa, è stato vittima di un brutto incidente in macchina. Nel mondo del lavoro sono circondata da gente falsa e invidiosa. Le colleghe sono sempre pronte a giudicarti e a farti del male. Nonostante i miei anni, non so che fare. Vorrei chiedere consiglio ai miei genitori. E, naturalmente, anche a lei.

Maria Teresa F.

In questo caso, cara Maria Teresa, più che gli altri, il vero problema sei tu. È il tuo modo di tessere relazioni, nel privato e nel mondo del lavoro, a essere immaturo. Senza personalità. Sei succube degli eventi, senza mai prendere la tua vita in mano. Ti lasci vivere e non decidi nulla, non assumi alcuna responsabilità. Accusi e scarichi tutto sugli altri. Rinunci anche alle tue idee, pur di elemosinare briciole di amore da un uomo che, all’improvviso, scompare dalla tua vita. E non sai neppure perché. Se a quarantatré anni devi ricorrere ai genitori, come una ragazzina ai primi passi e amori, è tempo per te di un serio esame di coscienza. E di darti una scossa. Per non passare da una delusione all’altra. Abbi il coraggio delle tue scelte, anche a rischio di sbagliare. Nessuno può sostituirsi a te. Soprattutto all’età che ti ritrovi. Cercare una balia non aiuta a crescere.

Pubblicato il 23 agosto 2011 - Commenti (4)
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L'amore a ogni stagione della vita

Ho quarantacinque anni. Di recente, ho conosciuto una collega trentenne e abbiamo cominciato a frequentarci. All’età in cui molti uomini hanno già alle spalle un’esperienza matrimoniale fallita, e dopo aver vissuto alcune relazioni con donne già divorziate, ora la vita mi offre la possibilità di iniziare un nuovo percorso verso una famiglia unita in Cristo, non essendosi neanche lei mai sposata. Mi chiedo solo se sono troppo vecchio per avere una famiglia. E se la differenza d’età possa essere un ostacolo. Anche se la fede in Cristo, seppure da me dimenticata per pigrizia, mi aiuterà ad abbattere ogni ostacolo. Ho sempre desiderato un’unione definitiva con una donna, sancita dal sacramento, secondo la dottrina della Chiesa.


Luciano G.

Meglio tardi che mai, soprattutto se le intenzioni sono rette. E se non corrispondono a una semplice infatuazione, viste le tante avventure percorse finora. Per questo, una più attenta ponderazione non guasta, facendosi aiutare (con tutto il tempo necessario e, quindi, senza pigrizia) da chi dovrà poi benedire la vostra unione. La fiducia nel Signore non rimuove automaticamente gli ostacoli. Che, nel tuo caso, sono evidenti ma non insormontabili. Soprattutto se c’è piena collaborazione.

Pubblicato il 25 maggio 2011 - Commenti (3)
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