12
ott
Sono la mamma di due figlie
di venti e diciott’anni e di un
ragazzino di dodici. Non abbiamo
problemi economici grazie al lavoro,
duro e soddisfacente, di mio marito.
Il problema che mi assilla e che sta
minando i rapporti in famiglia,
riguarda la nostra figlia più grande.
Da un anno circa, si è innamorata
e fidanzata con un coetaneo serio,
sensibile e solare, per quel poco che
conosco. Ma di pochi studi e di pochi
mezzi. Anche familiari. Ha finito i corsi
professionali e, pare, cominci presto
un lavoro come apprendista. Suo papà
è bidello e ha una famiglia numerosa.
Condivido la preoccupazione di mio
marito per il futuro di nostra figlia.
Anche per il livello culturale di questa
famiglia. Ma il suo atteggiamento
ostile temo che non farà altro che
allontanare nostra figlia. Già ora
non ha niente da dirci, e si è chiusa
a riccio. Non le nascondo che anch’io
avrei sperato per lei una situazione
più “sicura”, ma vedo che si vogliono
un gran bene, legati anche da una
comune pratica religiosa. Credo che
i figli debbano fare le loro scelte da
persone libere.
Vanna B. - Verona
Mi pare, cara Vanna, che nella tua lettera
ci sia un’analisi attenta dei problemi,
ma anche diverse piste di riflessione e
una soluzione quando dici che i «figli devono
fare le loro scelte da persone libere».
È normale che i genitori siano preoccupati
del futuro dei propri figli, che vorrebbero
esenti da preoccupazioni e fastidi. E
delle scelte che fanno in vista di una vita
in comune. Forse, però, più che perdere
tempo a recriminare sulle condizioni economiche
della famiglia del fidanzato di
vostra figlia, potreste dedicarvi di più a
conoscerlo meglio. Invitandolo, ad esempio,
a casa vostra e frequentandolo con
più intensità. Evitereste, così, di allontanare
vostra figlia. E, soprattutto, di darle
l’impressione che per voi quel che conta
sia soltanto il conto in banca. Senza interesse
ad altri valori.
Pubblicato il
12 ottobre 2011 - Commenti
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23
ago
Ho quarantatré anni e sono una mamma divorziata. I miei figli
sono grandi, uno ha quasi vent’anni e l’altro diciassette. Le
scrivo perché sono delusa dalle persone con cui sono a contatto,
sia nella vita privata sia al lavoro. Prima mi fidavo ciecamente di
tutti, ora non più. Per tre anni e mezzo ho frequentato un uomo
della mia età, e mi sono illusa. Accettavo le sue condizioni, pur
di non perderlo. Lui voleva sempre avere ragione, io ero sempre
quella che sbagliava. Per mia fortuna, a fine giugno, mi ha
lasciata e non si è più fatto sentire. Adesso c’è un ragazzo, più giovane, che vorrebbe conoscermi meglio. Ma ho paura e continuo a rimandare. Lui ha qualche problema: due anni fa, è stato vittima di un brutto incidente in macchina. Nel mondo del lavoro sono circondata da gente falsa e invidiosa. Le colleghe sono sempre pronte a giudicarti e a farti del male. Nonostante i miei anni, non so che fare. Vorrei chiedere consiglio ai miei genitori. E, naturalmente, anche a lei.
Maria Teresa F.
In questo caso, cara Maria Teresa, più che gli altri, il vero problema sei tu. È il tuo modo di tessere relazioni, nel privato e nel mondo del lavoro, a essere immaturo. Senza personalità. Sei succube degli eventi, senza mai prendere la tua vita in mano. Ti lasci vivere e non decidi
nulla, non assumi alcuna responsabilità. Accusi e scarichi tutto sugli altri. Rinunci anche alle tue idee, pur di elemosinare briciole di amore da un uomo che, all’improvviso, scompare dalla tua vita. E non sai neppure perché. Se a quarantatré anni devi ricorrere ai genitori, come una ragazzina ai primi passi e amori, è tempo per te di un serio esame di coscienza. E di darti una scossa. Per non passare da una delusione all’altra. Abbi il coraggio delle tue scelte, anche a rischio di sbagliare. Nessuno può sostituirsi a te. Soprattutto all’età che ti ritrovi. Cercare una balia non aiuta a crescere.
Pubblicato il
23 agosto 2011 - Commenti
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25
mag
Ho quarantacinque anni.
Di recente, ho conosciuto
una collega trentenne
e abbiamo cominciato
a frequentarci. All’età in
cui molti uomini hanno
già alle spalle un’esperienza
matrimoniale fallita, e dopo
aver vissuto alcune relazioni
con donne già divorziate, ora
la vita mi offre la possibilità
di iniziare un nuovo
percorso verso una famiglia
unita in Cristo, non
essendosi neanche lei mai
sposata. Mi chiedo solo se
sono troppo vecchio per
avere una famiglia. E se la
differenza d’età possa essere
un ostacolo. Anche se la fede
in Cristo, seppure da me
dimenticata per pigrizia,
mi aiuterà ad abbattere
ogni ostacolo. Ho sempre
desiderato un’unione
definitiva con una donna,
sancita dal sacramento,
secondo la dottrina della
Chiesa.
Luciano G.
Meglio tardi che mai, soprattutto
se le intenzioni sono
rette. E se non corrispondono
a una semplice infatuazione,
viste le tante avventure percorse
finora. Per questo, una più
attenta ponderazione non
guasta, facendosi aiutare (con
tutto il tempo necessario e,
quindi, senza pigrizia) da chi
dovrà poi benedire la vostra
unione. La fiducia nel Signore
non rimuove automaticamente
gli ostacoli. Che, nel tuo caso,
sono evidenti ma non insormontabili.
Soprattutto se c’è
piena collaborazione.
Pubblicato il
25 maggio 2011 - Commenti
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